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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/07/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Senz'aria condizionata il bus diventa un incubo. Sul 38: «Non si respira, l'unico spiraglio arriva quando si aprono le porte». Sul 10: «Giorni fa hanno acceso per sbaglio l'aria calda, stavamo soffocando». La multa? Quaranta volte il prezzo del biglietto. La testimonianza di chi utilizza i mezzi pubblici da quasi mezzo secolo «In attesa dei politici a bordo non resta che sventolarci» (l'articolo in pdf)

PESCARA Sui bus urbani è meglio salire muniti di ventaglio, perché il caldo delle vetture è asfissiante. «Si prega di lasciare chiusi i finestrini. Vettura climatizzata».I cartelli (ancora firmati Gestione trasporti metropolitani) sono appiccicati ovunque sui mezzi urbani della Tua, Trasporto unico abruzzese. Ma "l'aria climatizzata" è solo quella che si legge, e non quella che si avverte stando seduti con i finestrini sigillati e con l'unica ventata, diciamo di fresco, che arriva dentro quando si aprono le porte per permettere ai passeggeri di scendere e salire dai mezzi.
SPORCHI MA IN ORARIO. I più vecchi sono quelli arancioni, di circa 25 anni, e vanno a gasolio. L'aria è "condizionata" solo dai finestrini aperti. I più nuovi, di circa 5 anni, sono quelli di colore verde e funzionano a metano. Scarsa è anche l'igiene degli autobus con le pareti scarabocchiate con gli spray e i vetri appannati di polvere. All'interno delle vetture si avverte l'odore di sporco e non quello della detersione. Del fresco pulito.In compenso, i bus arrivano e partono in orario, ad eccezione di pochi minuti di ritardo causati dal traffico e dagli intasamenti improvvisi della circolazione veicolare. Ad esempio, una macchina che si mette di traverso sulle due carreggiate. Come accaduto ieri mattina intorno alle 11, sul lungomare all'altezza di viale Muzii, quando l'autista della linea 2 barrato, proveniente da Montesilvano in direzione Pescara, è stato costretto d una brusca frenata, e a una fastidiosa ripartenza a scatti, perché un'automobile ha fatto manovra in retromarcia e inversione, in mezzo alla strada. Dal terminal della stazione la partenza è sul minuto spaccato. Lo zelo degli autisti rasenta i tempi svizzeri.
LA LINEA NOTTURNA. Intanto, la linea notturna del 21, con la frequenza delle corse ogni 35 minuti, riparte da stasera fino al 19 agosto, solo di venerdì, sabato e Ferragosto. La prima corsa in partenza dal quartiere Zanni alle 22,30 (l'ultima alle 4) fino al Foro di Francavilla.
UN EURO E 20. Il tour del Centro, per verificare in quali condizioni viaggia ogni giorno l'utenza, si è svolto ieri mattina a bordo delle linee 2 barrato (grandi alberghi Montesilvano-terminal bus Pescara), 21 (Zanni- Francavilla Foro), 5 (ospedale-Colli Innamorati), 10 (corso Vittorio-stadio-Portanuova) e 38 (aeroporto-Cappelle sul Tavo). Tre ore e mezzo di saliscendi, da un capo all'altro della città, per ascoltare le lamentele dei cittadini che pagano 1 euro e 20 centesimi di biglietto oppure abbonamenti da un minino di 28 euro al mese.
SALVI GRAZIE ALLE PORTE. Deborah Battista, 19 anni, fa la badante a Cappelle, la zona dove vive. Ogni giorno cambia tanti bus per spostarsi. Alle 11.20 spaccate, il bus della linea 5 parte dal terminal della stazione per arrivare ai Colli e riscendere verso l'ospedale. «Il 38 è sempre affollato alle 13, le 15 e le 17», racconta la ragazza durante il tragitto, «non si respira, l'unico spiraglio d'aria arriva dalle porte quando si aprono. I vetri sono sempre sporchi, ci vorrebbe una impresa di pulizia a bordo. Sui biglietti, talvolta, non si imprime l'inchiostro della vidimazione e chi non controlla prende la multa. Anch'io sono stata sanzionata, ma perché avevo dimenticato il biglietto». Asia Vecera, arriva dal Gargano, Cagnano Varano. Resta tre giorni in vacanza a Pescara e scherza: «I nostri bus stanno messi peggio».
PASSEGGINO CHIUSO. A Colli Innamorati una signora sale, chiede all'autista il costo del biglietto da vidimare a bordo, paga 1 euro e 50 e scende alla fermata successiva. L'autista spiega la difficoltà di accostare per aprire la pedana ai disabili «le fermate sono invase dalle auto in sosta». Altri problemi? «Gli animali possono viaggiare solo con la museruola. Per legge, il secondo passeggino che accede, deve restare chiuso, il primo rimane aperto. Ogni volta è una lite con le mamme per spiegare». Isabella Mastrodicasa viaggia sul 10 verso lo stadio.
SI PUO' RESTARE A PIEDI. L'elenco dei "non va" è lungo: «Pago 28 euro di abbonamento, ma sotto le pensiline ci dormono o sono invase dai rifiuti, e sui bus d'inverno si gela e d'estate fa caldo. Giorni fa, con questa afa, si sono sbagliati e hanno acceso l'aria calda. Stavamo soffocando. Una volta siamo rimasti a piedi perché il bus si è rotto. In sostituzione ne è arrivato un altro, che era guasto. Hanno chiamato il terzo, quello buono».
QUANTE SCUSE. Il 21 è affollato alle 12,33. La signora Anna deve tornare al Foro: «Oggi il condizionatore funziona, a volte i bus della stessa linea che tardano, arrivano poi insieme». Alle 13,30 il 38 parte dall'aeroporto e arriva, alle 13,45, davanti alla pensilina numero 63 della Tiburtina. Dove attende il bus anche Camillo Ferrante, verificatore dei titoli di viaggio, il bigliettaio della Tua. Le scuse più gettonate dei portoghesi? «Non ho fatto in tempo a prendere il biglietto, non sono riuscito a cambiare le monete e molti dimenticano di vidimare distratti dal telefonino». Il bigliettaio sale a bordo e dopo qualche verifica andata a buon fine ,arriva la discussione, seppur pacata, con un cileno beccato senza titolo di viaggio. Inevitabile, la sanzione. Alle 13,56 il bus della linea 38 arriva al capolinea della stazione. Per gli autisti, pochi minuti di pausa all'ombra e poi si riparte.


«In attesa dei politici a bordo non resta che sventolarci»
La testimonianza di chi utilizza i mezzi pubblici da quasi mezzo secolo
«Sono in orario e le linee avvolgono bene la città. I problemi arrivano d'estate»

Viaggio in autobus da quando sono arrivato a Pescara 48 anni fa. Non ho la patente e mi muovo in città con i mezzi pubblici, avendo una buona memoria dei percorsi e degli orari. Ne prendo due per andare al lavoro e due per tornare a casa: il numero 10 e il numero 8. Chi non ha questa quotidiana frequentazione con fermate e numeri di linee urbane si immagina che il problema principale del servizio di trasporto pubblico sia la puntualità. Sbagliato. I bus arrivano quasi sempre in orario. Né ci si può lamentare dell'estensione della rete. Le linee avvolgono la città in una ragnatela fittissima. No, i problemi arrivano soprattutto con il caldo. In estate, spesso non funziona l'aria condizionata. Ma ci sono anche autobus che il sistema di condizionamento dell'aria non ce l'hanno proprio perché vecchi di un quarto di secolo. Che si fa allora? Ci si arrangia. Si aprono i finestrini che, invece, a dar retta ai cartelli affissi all'interno dei bus, dovrebbero restare ermeticamente chiusi per non annullare l'aria condizionata (che invece non c'è). Oppure ci si sventola: le donne sempre, più pratiche degli uomini, con ventagli messi prudentemente in borsa. Gli uomini con fazzoletti o giornali. Non è un bel respirae e neppure un bel vedere in una città come Pescara che dice di voler puntare sul turismo. Se il primo e l'ultimo impatto con una città è legato al caldo asfissiante di un autobus affollato, non c'è da sperare che il ricordo di essa possa lievitare, con il tempo, invogliando a un ritorno. Chi amministra una città dovrebbe avere il buonsenso di salire, ogni tanto, sugli autobus per capire l'effetto che fa. Magari scegliendo orari e linee a campione, come uno statistico; così, per farsi un'idea del servizio che offre agli indigeni e a quei forestieri che dovrebbero essere sollecitati a tornare nella loro città. Ma le classi dirigenti non amano viaggiare in autobus. Le eccezioni sono rarissime e diventano di solito piccoli casi mediatici, con il politico che si fa fotografare seduto fra la "gente", come un eroe del popolo. Invece, salire e scendere da un autobus e rispettare la fila alla fermata dovrebbero essere fatti di una normale quotidianità Finché questo non accadrà, non resterà che sventolarci.

La multa? Quaranta volte il prezzo del biglietto

Il biglietto per salire sui bus costa 1 euro e 20 centesimi, valido per 90 minuti e acquistabile nelle edicole e nei tabacchi. Il costo della multa ammonta a 48 euro, ovvero 40 volte il prezzo del ticket che deve essere vidimato a bordo. Prima di infilarlo in tasca o in borsa verificare che l'inchiostro abbia impresso data e ora. Il pagamento delle sanzioni a Tua o alle Poste.

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