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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/07/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Salvini: vedrò Mattarella Ma il Quirinale lo gela Tensione Lega-Bonafede. Il Colle irritato non vuole discutere di inchieste in corso

ROMA L'inchiesta va avanti e gli alleati gialloverdi prendono le contromisure. I leghisti insistono a volere un colloquio con il capo dello Stato, che presiede anche il Consiglio superiore della Magistratura. Ieri hanno fatto trapelare che c'erano già contatti in corso con il Quirinale e che al rientro di Sergio Mattarella dalla missione nei paesi baltici si potrà fissare una data per l'incontro. Arrivando a Villa Taverna per l'Independence day Salvini ha confermato il suo ottimismo. «Sarei felice di incontrare Mattarella, penso sia ancora permesso che il vicepremier possa parlare con il suo presidente della Repubblica. Starà a Mattarella decidere se c'è in ballo la libertà d'espressione o la democrazia». Ma chi era con Mattarella ha inviato una secca smentita: «Il presidente è all'estero ed è all'oscuro di qualunque contatto».
M5S FREDDO
I pentastellati invece rimangono piuttosto freddi: «Tutti devono potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica», ha detto ieri il Guardasigilli Alfonso Bonafede rinforzando il concetto già espresso dal vicepremier Luigi Di Maio: «Le sentenze si rispettano». Il segretario lumbard si aspettava solidarietà? Fa capire di no e comunque Di Maio aveva già sottolineato che un conto è la Lega di Bossi e un conto quella di Salvini. Ma rimane che sul nodo giustizia ci sono profonde differenze tra M5S e Lega. «Onestamente con tutte le cose importanti a cui sto lavorando, questa è quella che mi interessa di meno», risponde quando gli chiedono un commento sulle parole freddine del collega Bonafede. Umberto Bossi aveva adombrato lo zampino dei servizi segreti. Ma Salvini nega: «Oggi ho incontrato l'ambasciatore saudita, il vicepremier libico: i servizi con cui lavoro sono quelli che mi danno una mano nell'antiterrorismo, altro non lo so». E ha parlato anche del prossimo incontro che avrà con il capo dei servizi di sicurezza russi, forse anche a margine della finale dei mondiali a Mosca, il prossimo 15 giugno. Il leader del Carroccio ha ambizioni geopolitiche non da poco: «Mi piacerebbe molto organizzare in Italia un incontro ai massimi livelli tra Stati Uniti e Russia, so che si vedranno a breve in Finlandia, mi piacerebbe farlo a breve anche da noi».
I pm intanto vanno avanti: il tesoro della Lega potrebbe essere in Lussemburgo. I magistrati di Genova sono alla ricerca di prove documentali e informatiche sul sospetto riciclaggio di parte dei rimborsi che la Lega ha incassato senza averne diritto fino 2013. Il sospetto è che il Carroccio possa aver esportato il denaro per metterlo al riparo dai sequestri, facendo poi rientrare in Italia in più tranche. Due operazioni sospette (un investimento di 3 milioni nel Granducato e il rientro d'una somma analoga dallo stesso Paese) sono avvenute subito dopo le elezioni politiche del 4 marzo tramite l'istituto altoatesino Sparkasse di Bolzano, perquisito dagli uomini della guardia di finanza. Così l'inchiesta dei pm di Genova è ripartita, con una richiesta particolare all'autorità giudiziaria lussemburghese: una rogatoria testimoniale. Ciò significa che sul caso dei soldi scomparsi esisterebbe un teste in Lussemburgo che la procura di Genova ha già individuato e che è pronta ad ascoltare.
I pm si stanno concentrando anche sulla onlus padana «Più voci», in primo piano nella gestione dei fondi del Carroccio: a dicembre 2015 il costruttore Luca Parnasi ha spedito due bonifici per complessivi 250 mila euro.

Il Colle irritato non vuole discutere di inchieste in corso

ROMA Il Quirinale è grande e non ha citofono. A volte sbagliare portone genera equivoci. Così come pensare di poter saltare alcuni passaggi delle liturgie Repubblicane che al Quirinale custodiscono con particolare attenzione. E così quando a Vilnius - capitale della Lituania dove si trova Sergio Mattarella in visita ufficiale - arriva da Roma e da fonte leghista, l'indiscrezione di un incontro a breve di Matteo Salvini con il Capo dello Stato, la reazione è scontata.
L'AZIONE
La smentita di contatti in corso che la Lega fa trapelare, non nega la possibilità che Capo dello Stato e ministro dell'Interno prima o poi si incontrino. Ma il motivo fa la differenza e l'incontro non potrà servire per discutere, dando magari l'impressione della fretta, di una sentenza della magistratura. Il problema posto dal ministro dell'Interno, invece, sembra svelare la voglia di una sorta di copertura istituzionale che lo stesso Salvini pretende rispetto all'azione della magistratura che sta cercando di imporre al Carroccio la restituzione di un cospicua somma di denaro pubblico. Nelle parole e nei ragionamenti fatti ieri nel corso della visita di Stato a Vilnius, Mattarella si è guardato bene da fare riferimenti alle questioni italiane. Tanto più se - per come si legge dalle dichiarazioni di Salvini - rischiano di alimentare scontri istituzionali. E' quindi paradossale pensare di costringere il Capo dello Stato a discutere di una sentenza mentre c'è un'inchiesta della magistratura in corso, perché - come sostiene Salvini - «Mattarella è sensibile al tema della libertà d'espressione». Sostenere che al leader della Lega viene così negata dai giudici di libertà di parola può sembrare paradossale vista la costante esposizione mediatica del vicepremier. Concedere appuntamento al ministro e leader della Lega per discutere se è giusto o meno che la Cassazione abbia disposto il sequestro dei fondi di via Bellerio, significherebbe che il Capo dello Stato che presiede il Csm, è pronto ad ascoltare le rimostranze leghiste e quindi a mettere eventualmente in discussione il dispositivo e con esso il principio costituzionale dell'autonomia della magistratura. Modalità e tema di un incontro, quello che continua a chiedere da giorni Salvini a Mattarella, che farebbe del Capo dello Stato una sorta di quarto grado di giudizio che dovrebbe ribaltare la sentenza della Cassazione che, secondo Salvini, nega il diritto di parola al leader «del primo partito italiano».
LA SVOLTA
L'ovvia irritazione quirinalizia - arrivata da Vilnius sino a Roma in pochissimo tempo - è tutta in quella reiterata richiesta di incontro di Salvini che ieri i leghisti davano per imminente legandola proprio all'inchiesta della magistratura. La smentita arrivata, in serata dal Quirinale, non nega possibili faccia a faccia, ma di fatto esclude che il presidente della Repubblica possa accettare l'argomento proposto da Salvini che trasformerebbe l'incontro in una sorta di luogo dove magari immaginare la costruzione dell'ennesimo lodo a protezione di persone o cose.
La bacchettata del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, successore dell'autore del lodo-Alfano, («le sentenze si rispettano»), serve quindi al M5S per arginare quei rigurgiti di berlusconismo-giudiziario che la Lega di Salvini ha assorbito dopo anni di alleanze con FI e che i grillini non possono permettere di assecondare.
E' forse anche per questo che Salvini cerchi sponde fuori dalla maggioranza trovando però freddi anche molti dei suoi antichi alleati.

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