«Noi siamo campioni a fare le cose a costo zero ma così partiamo con le stampelle rispetto agli altri movimenti politici. Di sicuro se continuano con il sequestro ci ritroviamo senza soldi». Giulio Centemero, tesoriere della Lega, contesta le motivazioni depositate in Corte di Cassazione sulla sentenza del 12 aprile. «Si dice che quei 49 milioni per i quali si chiede il sequestro siano proventi di un reato ma non è così. La legge dell'epoca considerava la presentazione dei rendiconti quale mero requisito formale; il finanziamento veniva erogato in base ai voti ottenuti nelle competizioni elettorali. Inoltre le commissioni parlamentari non ci hanno mai contestato nulla. Tutti i partiti, in base alla norma precedente al 2012, percepivano il finanziamento pubblico in base allo stesso criterio; per esempio il Pd ha percepito 189 milioni tra il 2010 e il 2016 in base al nostro stesso criterio. Inoltre ci contestano il fatto che abbiamo ritirato la costituzione in parte civile ma la parte offesa in questo processo è sempre la Lega. I pm dovrebbero difenderci».
E invece è in corso un braccio di ferro fortissimo con la magistratura. Avete coinvolto anche il Colle.
«Il Capo dello Stato è il garante della Costituzione. Non può essere chiuso così un movimento politico».
L'alternativa è cambiare personalità giuridica: nuovo partito e nuovo nome?
«Ci sono tante ipotesi sul tavolo, io non mi voglio ancora esporre. Dobbiamo aspettare, non prendiamo decisioni affrettate. Tutte le contestazioni sono riferite alla gestione precedente, trovo veramente assurdo che il sequestro possa valere anche per il futuro. Per ora tutti i soldi andrebbero al fondo unico per la giustizia in caso di sequestro».
Quali sono le prossime tappe della vicenda?
«Aspettiamo il riesame sulla Lega Nord Toscana. Sapremo il 16 luglio cosa fare. Capiremo come muoverci».
Anche il Movimento 5 stelle però ha preso distanze dalle vostre proteste sulla sentenza.
«Non ho seguito le reazioni degli altri partiti».
Scenderete in piazza se non verrete ascoltati?
«Queste sono scelte politiche, non sono io a decidere».
Ma ritiene anche lei che il progetto della magistratura è quello di farvi scomparire?
«Certamente il disegno non è solo giuridico».