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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/07/2018
Testata giornalistica: Il Centro
L'Abruzzo e la mobilità - Mezzi pubblici al palo: persi 2 milioni di utenti. Lo rivela un'indagine dell'Istat sulla qualità dell'ambiente urbano nei capoluoghi. In cinque anni il 10 per cento dei viaggiatori ha abbandonato il trasporto locale (l'articolo in pdf)

PESCARA Diminuiscono i passeggeri che usufruiscono del trasporto pubblico locale, e gli autobus circolanti nei capoluoghi di provincia, ma è ancora molto alto il numero di mezzi Euro 4 (o inferiori), rispetto ai più moderni e meno inquinanti Euro 6. È la "mappa" tracciata dall'Istat, che ha analizzato l'ambiente urbano dei capoluoghi di provincia italiani. L'Abruzzo non fa eccezione: rispetto ai 19 milioni e 420 mila del 2011, i passeggeri che per i loro spostamenti hanno usato i mezzi pubblici nel 2016 erano passati a 17 milioni e 590mila.
I VIAGGIATORI. Il capoluogo di provincia nel quale la domanda di trasporto pubblico locale continua a essere più elevata è Pescara (9,2 milioni di viaggiatori nel 2016, rispetto ai 9,94 del 2011). A seguire ci sono Chieti 3,47 milioni contro i precedenti 4,1) e L'Aquila (3 milioni, ma nel 2011 erano 3,54). Chiude Teramo, l'unico capoluogo dove si assiste a un aumento, leggero, delle persone che hanno scelto il mezzo pubblico: da 1,9 milioni del 2011 a 1,92 milioni del 2016.
I BUS IN CIRCOLAZIONE. L'operazione di svecchiamento dei mezzi che percorrono ogni giorno le strade abruzzesi prosegue, ma è ancora molto elevata la percentuale dei bus Euro 4 o inferiori. Mezzi già banditi dalla Regione Lombardia a partire dal 2019 (per gli Euro 3 lo stop è scattato quest'anno). Nel 2011 a Pescara circolavano 135 mezzi rispetto ai 112 del 2016; all'Aquila erano 93 (ridotti a 80 del 2016). A Chieti il numero è rimasto stabile (42), mentre a Teramo è aumentato, passando da 28 a 33. Nonostante, in termini assoluti, Pescara sia il capoluogo dove circolano più autobus, è L'Aquila ad avere il rapporto più favorevole in termini di numero di mezzi per 100mila abitanti (114,3 contro i 92,4 di Pescara, i 78,9 di Chieti e i 60,1 di Teramo). Nel capoluogo di regione l'88,8% dei mezzi circolanti (nel 2016) era classificato Euro 4 o inferiore, mentre a Teramo e Pescara la percentuale scende al 54,5% e al 53,6%. Un dato che pone i due capoluoghi quasi in linea con la media nazionale del 54,8%, anche se la percentuale dei mezzi Euro 5 e 6 è più bassa alla percentuale nazionale (rispettivamente, 31,7% e 13,7%). Il primato dei mezzi più inquinanti spetta a Chieti, che secondo l'Istat detiene una percentuale del 90,5% di Euro 4 (o inferiore).
I TAXI. Stabili, nel quinquennio in esame, le licenze per svolgere la professione di tassista attive nei comuni capoluogo di provincia; in testa c'è Pescara (40), seguita dall'Aquila (19), Chieti (14), e Teramo, dove secondo lo studio dell'Istat le licenze per i taxi sarebbero soltanto 3. A livello nazionale, invece, sono aumentate passando da 22.467 a 23.083
LE PISTE CICLABILI. Aumenta, nel Bel Paese, la voglia di bici, e aumentano anche i chilometri di piste ciclabili dedicati agli amanti delle due ruote, ma in Abruzzo il dato si mantiene ancora su livelli abbastanza bassi. In Italia si è passati da 3.592,2 chilometri del 2011 a 4.370,1 chilometri del 2016. In Abruzzo, tra i comuni capoluogo, la regina delle ciclabili è Pescara, con 21,4 chilometri a disposizione dei ciclisti. A seguire ci sono Teramo (10 chilometri) e L'Aquila (9). Spariti, da report dell'Istat, i 600 metri di pista ciclabile rilevati a Chieti nel 2011 e nel 2012. Di loro, nelle misurazioni del 2016 non c'è traccia.

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