ROMA Alla già complessa partita del rinnovi di Cassa Depositi e Prestiti e della Rai, si è aggiunta un'altra casella da novanta: quella delle Ferrovie. Per Renato Mazzoncini il capolinea sarebbe vicino. Il ministero delle Infrastrutture, guidato dal grillino Danilo Toninelli, avrebbe inviato una lettera al collega dell'Economia, Giovanni Tria, spiegando che per quanto lo riguarda il rinvio a giudizio per truffa da parte dei giudici di Perugia dell'attuale numero uno delle Fs, fa venir meno il rapporto di fiducia. In base alla clausola etica presente nello Statuto delle Ferrovie, a questo punto spetterebbe a Tria, in assemblea, confermare o revocare la fiducia a Mazzoncini. Ma il parere di Toninelli, che è il ministro vigilante, pesa come un macigno.
LA TRATTATIVA
In queste ore, secondo quanto si apprende, si starebbe trattando una via d'uscita onorevole per Mazzoncini, che ricopre anche la carica di direttore generale, per non arrivare alla sfiducia nell'assemblea già convocata per il 26 luglio. Oggi, invece, si riunirà l'assemblea della Cassa depositi e prestiti che, tuttavia, dovrebbe, salvo sorprese dell'ultima ora, finire con una fumata nera. L'assemblea potrebbe restare aperta o i soci potrebbero chiedere una nuova convocazione. L'accordo sul nome dell'amministratore delegato non sarebbe ancora stato trovato (il presidente è già stato indicato dalle Fondazioni in Massimo Tononi). Una parte dei Cinque Stelle, quella considerata più vicina alla Casaleggio e Associati, spingerebbe per la promozione di Fabrizio Palermo, attuale direttore finanziario. Il ministro dell'Economia Tria, il sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti, e anche una parte dei Cinque Stelle dell'ala pragmatica, vedrebbero di buon occhio l'ascesa alla guida della Cdp di Dario Scannapieco, attuale capo della Banca europea degli investimenti in Italia. Un nodo da sciogliere riguarderebbe anche gli altri consiglieri. Fino ad oggi il Tesoro ha sempre indicato dei propri dirigenti all'interno del board, mentre i partiti spingono per scelte diverse. Su alcuni dei nomi proposti ci sarebbe un certo scetticismo da parte di Tria. La partita della Cdp è importante non solo perché, come ha spiegato il sottosegretario Stefano Buffagni, c'è l'intenzione di farne il perno della banca degli investimenti, ma anche per il centro di potere che la Cassa rappresenta con le sue partecipazioni.
LE ALTRE PARTITE
Ieri una fumata nera si è registrata anche per le nomine nel Gse, il Gestore dei servizi energetici, la società pubblica che amministra i 14 miliardi degli incentivi alle energie rinnovabili. Anche in questo caso era stata individuata una terna di nomi: Carlo Maria Medaglia, ex capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti; Maurizio Di Marcotullio, un consulente fiscale con esperienze nel settore dell'incentivazione delle rinnovabili e, infine, Attilio Punzo, neo direttore del monitoraggio operativo dello stesso Gse. Anche in questo caso la fumata nera sarebbe legata a divisioni interne del Movimento Cinque Stelle che, qualche anno fa, aveva messo nel mirino i numerosi incarichi di Medaglia, elencandoli in un dossier preparato dal gruppo consiliare della Regione Lazio del Movimento Cinque Stelle.