ROMA Il governo rilancia la nazionalizzazione dell'Alitalia, dieci anni dopo la privatizzazione. «Torneremo a farla diventare compagnia di bandiera con il 51% in capo all'Italia e con un partner che la faccia volare», ha detto ieri Danilo Toninelli a Raiway, aprendo uno scenario che sembra tagliare fuori Lufthansa dichiaratasi sempre per un turnaround dove vorrebbe mani libere e pieni poteri gestionali e azionari. «Alitalia ha bisogno di partner industriali e non player finanziari», dichiara al Messaggero Armando Siri, sottosegretario alle Infrastrutture, e titolare delle deleghe generali sul trasporto aereo. Siri ha già tenuto, mercoledì 11, una prima riunione del tavolo con i commissari guidati da Luigi Gubitosi. Una seconda riunione sarebbe fissata per venerdì 27 sempre alle Infrastrutture per proseguire gli approfondimenti e probabilmente per ricevere i dati e i contratti come previsto dal decreto che fissa il termine dell'1 agosto. «Serve un azionariato industriale che possa garantire al vettore stabilità e prospettive di crescita». L'esponente della Lega esclude quindi i fondi come Cerberus che è uno dei soggetti entrati, al fianco di easyJet, in una delle due cordate in corsa. Tra i partner industriali include società del trasporto, della intermodalità e anche altre con interessi collaterali. Il tutto sembra in linea con quanto previsto dal Contratto di governo («Alitalia va rilanciata, nell'ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti, che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo»). Siri non ha ancora avuto incontri con i soggetti interessati ad acquisire la compagnia, ma potrebbe averli presto.
RISPUNTA FERROVIE
Della partita potrebbe essere Cdp anche se bisogna tener conto della posizione contraria di Giuseppe Guzzetti, leader delle fondazioni per un intervento in un salvataggio, mentre Luigi Di Majo ha definito «fake news», con una battuta da campagna elettorale, l'ipotesi di un coinvolgimento delle Fs che invece sembra uno dei perni su cui chi è al tavolo di regia vuol costruire la cordata perchè «l'italianità è un punto fondamentale nel futuro», come ha aggiunto Toninelli. L'ipotesi di un coinvolgimento delle Fs prende forma anche perchè all'ordine del giorno dell'assemblea del 26, chiamata a esprimersi sulla conferma o meno di Renato Mazzoncini, rinviato a giudizio a Perugia per presunte irregolarità della banca dati dell'Osservatorio trasporto pubblico locale, non c'è la fusione con Anas, operazione che il governo osteggia.
Nel contempo emergono «i danni straordinari» compiuti da manager spesso dipinti come molto efficienti. «Sono in corso da parte di questo governo le interlocuzioni necessarie per assicurare un futuro a questa azienda, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del Gruppo e mi spenderò in prima persona con tutti i player internazionali per trovare un futuro all'azienda Alitalia», ha spiegato alla Camera, il vicepremier e ministro del Mise e del Lavoro Di Maio, nell'informativa urgente sullo stato dei tavoli di crisi aperti presso lo Sviluppo. Sempre su Alitalia, il ministro ha spiegato che «stiamo analizzando tutte le informazioni economiche e finanziarie per individuare i responsabili della situazione attuale». Infine il premier Giuseppe Conte: Su Alitalia «prenderemo a breve in mano il dossier e ci confronteremo».