L'AQUILA Una seduta fiume e ancora un rinvio. Per il voto definitivo del decreto terremoto si dovrà attendere, così come per il passaggio in aula del terzo punto, relativo alla proroga al 23 settembre della presentazione, da parte delle imprese, della documentazione per la restituzione delle tasse. 150 gli emendamenti al testo, su cui si è sviluppato il dibattito alla Camera. Con gli imprenditori aquilani che restano in attesa di conoscere il loro destino. Una corsa contro il tempo, tra polemiche che hanno spaccato il fronte politico. Ad oggi manca ancora un atto legislativo a supporto dell'impegno preso dal governo con il territorio: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, ha fornito ampie garanzie sullo slittamento della data in cui sarà avviata la verifica sui contributi percepiti. Ma, in assenza dell'approvazione in aula, resta il dubbio della legittimità del procedimento. Decine di cartelle, inviate dal commissario Maria Margherita Calabrò, portano la data del 21 e del 22 luglio: se il decreto non verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale entro domani, le imprese saranno chiamate a presentare i documenti. E che si sia andati troppo in là con i tempi, lo dimostra l'effervescenza delle associazioni di categoria, che hanno richiamato la politica «alle proprie responsabilità». La seduta sul decreto terremoto è ripresa ieri, alle 16, dopo l'interruzione di martedì sera. «Il problema non sono gli emendamenti», ha dichiarato la deputata del Pd, Stefania Pezzopane, in risposta alle critiche della maggioranza sulla mole di correttivi presentati, «per farli cadere il governo avrebbe potuto mettere la fiducia sul decreto, ma non lo ha fatto». Rinviata al mittente anche la proposta di un ritiro del pacchetto di modifiche: il tentativo di un accordo tra maggioranza e opposizione per evitare la discussione in aula degli emendamenti è fallito miseramente. «Non potevamo ritirarli in assenza di garanzie sulla risoluzione dei problemi», ha spiegato Pezzopane, «il decreto sul terremoto è unico ma, oltre al problema della restituzione delle tasse sospese dopo il sisma del 2009, contiene delle misure per il terremoto 2016-2017. Ci sono quattro Regioni che hanno chiesto con forza dei correttivi». Lo slittamento della data a settembre non risolverà il problema. Ne sono consapevoli gli imprenditori aquilani che, nel tavolo tecnico coordinato dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, hanno sollecitato l'applicazione del temporary framework, che consentirebbe di far salire la soglia del de minimis da 200 a 500 mila euro, escludendo dal recupero buona parte delle aziende inserite in elenco. Questa la richiesta all'Europa.