L'AQUILA L'ancora di salvezza è stata gettata alle aziende poco dopo le 13 di ieri, quando in aula, alla Camera, è stato approvato il decreto terremoto. Le imprese aquilane, chiamate a restituire le tasse sospese dopo il sisma del 2009 (nella foto una protesta), avranno altri 60 giorni di tempo, precisamente fino al 23 settembre, per presentare la documentazione. Con 398 voti favorevoli e 98 astenuti, il provvedimento è diventato legge. Un passaggio politico infarcito di polemiche tra maggioranza e opposizione, che ha tenuto per tre giorni con il fiato sospeso i 340 imprenditori inseriti nell'elenco stilato dal commissario, Maria Margherita Calabrò. I tempi tecnici non consentiranno la pubblicazione in Gazzetta ufficiale prima di domani, data indicata per la presentazione delle prime richieste di documentazione, ma il legale del tavolo tecnico coordinato dalla Regione, Roberto Colagrande, ha già inviato una nota al commissario in cui si comunica la decisione del governo di prorogare i termini.
LEGA E M5S. «Con la definitiva approvazione del decreto terremoto la Lega e il governo mantengono gli impegni presi con le imprese aquilane», è il commento di Luigi D'Eramo, deputato della Lega, «per quanto riguarda la proroga della restituzione delle tasse, intimata dall'Europa. Continueremo a lavorare a testa bassa affinché si giunga alla definitiva soluzione del problema. Nonostante qualche ostruzionismo, evitabile, dell'opposizione che ha rischiato di far saltare l'approvazione dell'atto, si è raggiunto un primo risultato, che ci darà un'ulteriore finestra temporale per avviare un'interlocuzione con l'Europa».«Con un nostro ordine del giorno approvato ieri alla Camera, abbiamo chiesto al governo di adottare misure che abbattano il carico fiscale che grava sulle popolazioni delle aree colpite dal sisma del Centro Italia», affermano i deputati M5S abruzzesi Fabio Berardini e Antonio Zennaro. Che aggiungono: «Il decreto convertito in legge è un ottimo stimolo per la partenza effettiva della ricostruzione e introduce importanti facilitazioni per imprese e cittadini. I prossimi provvedimenti, a cominciare dal decreto proroghe e legge di Stabilità, dovranno anche diminuire in maniera sostanziale il carico tributario, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi di assicurazione che i contribuenti colpiti dal sisma dovranno rimborsare, a partire da gennaio 2019. Se non si lasciano respirare cittadini e imprese, la vera ricostruzione, quella delle comunità del Centro Italia, rimarrà una chimera», concludono.
POLEMICHE IN AULA. «Abbiamo votato a favore di questo decreto perché è composto da proroghe importanti di strumenti varati dal governo Gentiloni», dice Stefania Pezzopane, «allo stesso tempo, però, ci addolora l'indifferenza con cui M5S e Lega hanno affrontato questi temi, testimoniata dal triste utilizzo della parola "marchette" per le richieste inserite nei nostri emendamenti».
LETTERA AL COMMISSARIO. Nella serata di ieri, l'avvocato Colagrande ha trasmesso al commissario Calabrò, una nota nella quale si fa presente che essendo approvato il decreto, di non tenere conto delle prime scadenze programmate per domani per la presentazione della documentazione da parte delle imprese, ma di considerare il nuovo termine fissato al 23 settembre. Tutto ciò anche in previsione della prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
LE REAZIONI. «Siamo stati in fibrillazione», afferma Ezio Rainaldi, delegato alla Ricostruzione di Confindustria L'Aquila, «ma alla fine sono stati rispettati gli impegni presi, seppure sul filo di lana». Il presidente dell'Ordine dei commercialisti, Ettore Perotti, spiega che «ora è necessario spingere sull'interpretazione della legge 183, ovvero il temporary framwork, per elevare la soglia del de minimis a 500 mila euro. Speriamo che la politica abbia un colore unico, quello neroverde».