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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/07/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Boeri attacca, le stime sono vere. Il presidente dell’Inps: «Di Maio ha perso contatto con la terra. Chi dovrebbe proteggermi mi attacca»

Attacchi incrociati, senza esclusione di colpi. Tocca al presidente dell'Inps, Tito Boeri, difendere l'operato suo e dell'ente che presiede dopo le accuse di avere ad arte inserito dati senza fondamento per screditare il lavoro del governo. E lo fa, carte alla mano, spiegando che lo stesso ministero del Lavoro prevedeva un calo dell'occupazione e aveva chiesto all'Inps di stimarla. E poi con una serie di stilettate più che esplicite nei confronti di entrambi i vicepremier. Nel mirino Matteo Salvini, che avanza inaccettabili richieste di «dimissioni online» e «minaccia» quando invece dovrebbe occuparsi della «sicurezza personale» del presidente Inps. Seccata la replica del leader della Lega che parla di solite «fantasie» di Boeri, «super- attaccato alla poltrona» e intenzionato a far politica. Ma Boeri non risparmia nemmeno Luigi Di Maio, che pure ha escluso una «defenestrazione» anticipata per Boeri, ma ormai «ha perso contatto con la crosta terrestre » quando taccia come valutazioni politiche stime squisitamente tecniche. Parole che suscitano forte irritazione a Palazzo Chigi per i toni che vengono definiti «inaccettabili e fuori luogo » a maggior ragione se arrivano da chi dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico. Nelle stesse ore più moderato ma diretto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, respinge l'invettiva contro gli industriali che farebbero «terrorismo psicologico», pensiero diffuso via social dal leader M5S, e ricorda che il giudizio dell'associazione è sul decreto dignità, non sul governo. Stessa posizione di Boeri, che precisa di non aver mai giurato «fedeltà» ad alcun esecutivo e di pretendere «rispetto» per l'istituzione che rappresenta. Anche perché i famosi 8mila posti persi l'anno erano già lì, nero su bianco, nella prima relazione tecnica inviata al ministero presieduto da Di Maio già il 6 luglio, «una settimana prima» dell'invio del decreto al Colle. Bisognava, osserva tagliente, «almeno sfogliarla (la relazione) per capirne i contenuti... ». I numeri forniti dall'Inps, che anche i tecnici del servizio Bilancio della Camera avevano chiesto di spiegare meglio, anche dopo l'audizione continuano in casa M5S a essere definiti «fantasiosi», come ha detto il viceministro dell'Economia M5S Laura Castelli sottolineando ironicamente, che comunque se ne farà «un uso prezioso». Boeri in una mezz'ora davanti ai deputati ha ricostruito comunque la vicenda, portando a riprova delle sue parole lo scambio di mail tra uffici del Lavoro, Inps, e Ragioneria. E ricordando che i governi una cinquantina di volte l'anno chiedono all'istituto di previdenza «stime puntuali», cioè «un numero e non una forbice di valori » che spesso rappresenta una «sfida» . Il risultato è una stima anche «ottimistica» dato che prende in considerazione la sola riduzione della durata massima dei contratti da 36 a 24 mesi e non, ad esempio, gli altri potenziali interventi con effetti negativi, come la stretta applicata anche ai contratti in somministrazione o l'effetto del «causalone», cioè le nuove causali dopo i primi 12 mesi. Boeri ha spiegato che le stime sono state ottenute analizzando i dati forniti dal ministero del Lavoro sull'andamento dei contratti a termine tra 2014 e primo trimestre 2018

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