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Data: 21/07/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Savona è indagato Di Maio lo difende «Lo sapevamo già»

ROMA Garantismo e anti-giacobinismo. Ecco come i 5Stelle, a cominciare da Luigi Di Maio e da un big come Stefano Buffagni, reagiscono alla notizia che riguarda il ministro Paolo Savona: indagato dalla Procura di Campobasso, insieme ad altre 22 persone, per presunta «usura bancaria». Il procuratore molisano, Nicola D'Angelo, precisa comunque che l'iscrizione nel registro degli indagati del titolare degli Affari Europei costituisce un «atto dovuto».
Di Maio è sulla linea del no problem: «Conoscevamo l'indagine su Savona, e lo abbiamo scelto lo stesso. Perché si tratta solo di un atto dovuto quello dei magistrati». Nessuna ipotesi di dimissioni dunque, secondo il vicepremier, per il ministro. «È indagato - aggiunge Di Maio - in quanto la sua posizione in Unicredit coinvolgeva tutto l'istituto». Garantismo pentastellato. Come questo, espresso dal sottosegretario Buffagni: «Non facciamo facili allarmismi, non creiamo un giacobinismo inutile». Naturalmente il Pd infierisce su questa ondata di garantismo, in difesa di un membro del governo giallo-verde, da parte di chi quando era all'opposizione agitava la questione giudiziaria continuamente nei confronti degli avversari, anche con un certo successo come si è visto dai risultati elettorali. Matteo Salvini a sua volta commenta il caso Savona: «Personalmente, spero che la giustizia faccia presto il suo corso perché ritengo che Savona sia una delle persone più pulite, corrette e oneste del Paese ed è una di quelle che stimo di più». Ha detto così il leader della Lega, uscendo dal consiglio federale del suo partito in via Bellerio a Milano. Dall'altra parte dell'Italia, a Campobasso, il capo della Procura spiega la vicenda: «Il fascicolo - afferma D'Angelo - è stato incardinato a seguito di un esposto presentato dai legali rappresentanti di una società a responsabilità limitata i quali lamentano che, nell'ambito delle operazioni bancarie intervenute, in un arco temporale di oltre un decennio, sui conti correnti intestati alla società - già in essere presso Rolo Banca 1473, poi confluita in Unicredit spa - sarebbero stati applicati interessi usurai». Per l'attuale ministro, e per i direttori di filiali, presidenti dei consigli di amministrazione ed amministratori delegati degli istituti di credito interessati, in tutto appunto 22 tra manager e consiglieri, l'iscrizione per il presunto reato è un atto dovuto.
TORMENTONE
Matteo Renzi fa sentire la sua voce: «Sono un garantista. Per me il ministro Savona, indagato, non deve dimettersi. Ma proprio per questo, dico ad alta voce che Di Maio e i suoi devono vergognarsi. Per anni hanno massacrato persone e famiglie in nome di un giustizialismo vergognoso. Adesso usano la doppia morale». E #doppiamorale diventa il tormentone social con cui il Pd commenta questa storia, e anche Forza Italia è su questa linea. Sui social impazza invece la guerra tra colpevolisti e innocentisti, con il solito andazzo dal tribunale virtuale. In mancanza però di un caso vero.

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