ROMA I mezzi sono vecchi, la manutenzione è scarsa, i pezzi di ricambio mancano. È ormai parte del paesaggio romano un bus fermo al lato della strada perché in avaria, mentre in sette mesi ne sono già andati a fuoco sedici, l'ultimo a Castel Porziano due giorni fa. Nel primo trimestre del 2018 ci sono state 321 mila corse saltate. In un anno arrivano 12.500 reclami ad Atac di passeggeri infuriati (ma la maggioranza è rassegnata) e il triste record delle lamentele riguarda la linea 708. Un bus su tre andrebbe sostituito, l'età media è di undici anni.
DESERTO
E quando Atac prova a fare le gare, vanno deserte perché i fornitori non si fidano visto che l'azienda è schiacciata dai debiti e impegnata in un delicato percorso di concordato preventivo: nessuno si è presentato per il bando da 98 milioni di euro con cui Atac tentava di acquistare 320 nuovi bus, nessuno si è presentato per quello da 4,1 milioni per 5 bus a idrogeno. Se i mezzi che prendono fuoco, anche non lontano dal Parlamento come successe in via del Tritone, colpiscono l'attenzione, sono i numeri a raccontare la storia del disastro Atac, rispetto al quale perfino l'altra municipalizzata romana in sofferenza, Ama, sembra l'Apple nel confronto. Nel 2017 Atac ha soppresso 1,5 milioni di corse, il 30 per cento in più dell'anno precedente, nei primi tre mesi del 2018 era giù stata superata quota 321mila. I bus che si fermano malinconicamente al lato della strada, con l'autista che scende, allarga le braccia e chiede ai passeggeri di uscire e cercare un'alternativa, poi lasciano la loro poco memorabile traccia anche su Twitter. Il meritorio servizio di @Infoatac ieri nel giro di quattro-cinque ore segnalava lo stop delle linee 350, 870, 89 e 20. Le cause? Sempre «guasto vettura». Trascorre un po' di tempo, ed ecco il nuovo tweet alle 18.33: «Linea 228 non attiva causa guasti vetture #Roma». Ecco, il fatto che si usi il plurale non è rassicurante.
E i romani che ne pensano? Se per quanto riguarda la metropolitana tutto sommato resistono (il 52 per cento giudica comunque soddisfacente il servizio offerto da Atac), per gli autobus e i tram gli utenti sono sull'orlo di una crisi di nervi, visto che la stragrande maggioranza, il 63 per cento, è arrabbiata per la scarsa affidabilità dell'offerta. La statistica è dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale: in uno studio pubblicato nei giorni scorsi, ha ricordato che il crollo dell'offerta di vetture/chilometro, a causa dell'età avanzata della flotta e della carente manutenzione, negli ultimi cinque anni è stato costante, oltre il 15 per cento. Significa meno puntualità, meno bus per strada, viaggi più scomodi perché i passeggeri devono accontentarsi di meno posti e dunque stringersi.
MILIARDO
Di recente Atac ha cominciato la sperimentazione su una linea del tornello nella porta anteriore del bus. Obiettivo: combattere l'evasione. La sua efficacia, nel caotico traffico romano, sarà tutta da valutare. Quello che per ora emerge è che da una parte c'è Atac che dichiara una stima di evasione del 3 per cento per la metro e del 6 per gli autobus, dall'altra, tenendo conto di 1,1 miliardi di utenti annui, l'Agenzia calcola che in realtà coloro che non pagano il biglietto siano circa il 15 per cento. Ma la vera domanda forse è un'altra: come ha fatto un'azienda di trasporto con 1,1 miliardi di passeggeri all'anno, garantiti e certi, a ridursi in queste condizioni?