PESCARA Al dirigente regionale Giancarlo Zappacosta che, in una telefonata intercettata dalla Finanza, lo offende e lo accusa, l'ambientalista Augusto De Sanctis ribatte con una lunga nota. «Alla maldicenza non si dovrebbe dar alcun peso, soprattutto se proviene da un dirigente pubblico che, parlando con un imprenditore di un progetto, inizia con una frase "Gli ambientalisti sono tutti coglioni"». Esordisce De Sanctis che entra nel merito: «Il dirigente però, come riportato dal quotidiano il Centro, adombra, senza specificare alcunché che provi l'affermazione, un possibile atteggiamento "manovrabile" degli oppositori, in particolare dello scrivente, aggiungendo che sarebbe stato il caso, in generale, di procedere a querele. Non essendoci appigli di alcun tipo, tale atteggiamento, a mio avviso, pare derivare esclusivamente da un pregiudizio: non ammettere che esistano persone che si attivano in maniera disinteressata per amore della propria terra».L'intercettazione si riferisce all'inchiesta sulle scogliere che tra gli indagati interdetti vede l'imprenditore Luca Nicolaj con il quale Zappacosta parla al telefono senza sapere di essere ascoltato dai finanzieri. «Peccato», continua De Sanctis, «che le querele questo dirigente pubblico si sia ben guardato dal presentarle nei miei confronti in questi anni.Anzi, lo invito immediatamente e caldamente a farlo; ne potrà rispondere».La replica dell'ambientalista prosegue: «Se Zappacosta sa qualcosa invece di parlare con gli imprenditori abbia il coraggio di andare nelle sedi opportune come invece noi facciamo sempre, come è largamente noto anche allo stesso imprenditore Nicolaj che ne ha subìto le conseguenze negli ultimi decenni (Saline; dragaggio al porto di Pescara). Ne approfitto per segnalare che da anni seguiamo assieme al comitato locale il progetto di smaltimento dei fanghi di dragaggio presentato da Nicolaj ad Elice, dando suggerimenti per fermare un intervento che presenta gravi criticità», sottolinea l'ambientalista riferendosi proprio al progetto di cui si parla nell'intercettazione: «Ho partecipato anche personalmente alla riunione tenutasi in regione a Pescara a fine aprile 2017 in cui contribuii, assieme ad amministratori e comitati, a stabilire una linea di condotta per fermare definitivamente l'opera. Tante, infatti, le criticità di quel progetto», sostiene De Sanctis che fa un elenco: «Non è un impianto pubblico - dice - ma privato per la gestione dei sedimenti dei dragaggi; in secondo luogo i limiti inequivocabili, per cui abbiamo sempre contestato specificatamente il progetto, sono fondati sullo stato delle acque, sia superficiali che sotterranee. Lo stato di qualità delle acque del fiume Fino, spesso del tutto secco in estate o comunque con forti problematiche, che non può certo sopportare nuovi scarichi industriali».«E poi», continua De Sanctis, «le acque sotterranee dell'area che già oggi risultano inquinate nelle zone limitrofe all'intervento e che quindi non possono certo subire pressioni antropiche, come l'ulteriore prelievo idrico da pozzi proposto nel progetto. Infine l'effetto cumulo con altri progetti industriali che insistono nell'area». L'ambientalista conclude: «Su un punto però siamo d'accordo con il dirigente Zappacosta, quando sostiene che troviamo soluzioni. Sì, la nostra storia dimostra che spesso siamo stati efficaci a sconfiggere definitivamente veri e propri colossi su progetti, a nostro avviso, deleteri per salute ed ambiente». (l.c.)