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Pescara, 24/07/2024
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Data: 26/07/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Tagli alla sanità, in 400 per difendere gli ospedali. La manifestazione di spi-cgil a Pescara. Da Penne e Popoli pensionati in prima linea per protestare con striscioni e fischietti. Castellucci: il declassamento ha portato disagi agli utenti e risparmi alla Regione (l'articolo in pdf)

PENNE Cori, striscioni, fischietti e megafoni. In trecento, forse quattrocento persone, hanno protestato ieri davanti gli uffici della Regione, in viale Bovio a Pescara, contro i tagli e il ridimensionamento dei piccoli presidi ospedalieri, con l'attenzione puntata sugli ospedali di Penne e Popoli. A promuovere la manifestazione lo Spi Ccil di Pescara. «Siamo qui dopo le tante assemblee tenute a Penne, Popoli, Montesilvano e Cepagatti. È evidente la difficoltà delle persone più fragili ad affrontare il rapporto con il sistema socio-sanitario. Siamo di fronte a un declassamento degli ospedali di Penne e Popoli che ha portato solo disagio agli utenti e risparmi per la Regione», ha commentato Paolo Castellucci segretario dello Spi Cgil Pescara.Alla manifestazione non ha fatto mancare la sua presenza il sindaco di Popoli, Concezio Galli. «Solo grazie all'emendamento Castricone», ha spiegato il sindaco di Popoli, «siamo riusciti per il momento a mantenere i servizi che avevamo. Il ridimensionamento va avanti a piccoli passi da tempo e noi sono anni e anni che ci battiamo in difesa del nostro ospedale». Compatta come sempre, da un anno a questa parte, anche l'associazione pennese "Salviamo l'ospedale di Penne" che ha preso parte alla protesta. Da Penne anche l'assessore comunale con delega alla Sanità, Pina Tulli, ha sfilato con i manifestanti. «Nonostante i tavoli di confronto avviati con la Regione Abruzzo, ad oggi, dai nostri interlocutori, non abbiamo avuto risposte e le nostre proposte sono state tutte disattese. Declassare un presidio ospedaliero come il San Massimo è una scelta assurda e incomprensibile. Non è giusto continuare a tagliare i servizi nella sanità pubblica», ha proseguito Tulli, «non è giusto depotenziare un ospedale storico e fondamentale come il San Massimo. Sono scelte irrazionali che non tengono conto dei territori. Ringrazio i cittadini che oggi hanno manifestato perché il diritto alla salute è garantito dalla costituzione. Declassare l'ospedale di Penne significa violare la Carta costituzionale. Dover scendere in piazza per l'ennesima volta per rivendicare il diritto alla salute», ha concluso l'assessore Tulli, «dimostra la totale e la voluta disattenzione delle istituzioni regionali». Sull'ospedale di Penne gli ultimi effetti della rimodulazione sanitaria hanno prodotto la cancellazione definitiva della Uoc (unità operativa complessa) di Geriatria, con la Medicina generale portata a 40 posti letto per far fronte anche alle problematiche degli anziani. Anche l'unità complessa di Cardiologia, con i suoi posti ordinari e di day hospital, è stata sospesa. Adesso è rimasto esclusivamente un ambulatorio e un servizio che, quantomeno, permetterà ai pazienti, in caso di necessità, di essere ricoverati in Medicina.

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