PESCARA «Non parteciperò più alle elezioni comunali, né a quelle regionali». Le parole pronunciate da Enrica Sabatini segnano una svolta politica. La capogruppo del Movimento 5 Stelle, dopo aver trascorso quattro anni e mezzo tra i banchi dell'opposizione in consiglio comunale e dopo essere stata protagonista di tante battaglie, rinuncia all'attività amministrativa locale per dedicarsi quasi interamente, incarico universitario permettendo, al progetto Rousseau, la rivoluzionaria piattaforma informatica del Movimento 5 Stelle. La sua rinuncia a candidarsi a sindaco, ora fa salire fortemente le quotazioni dell'altra consigliera dei 5 Stelle, Erika Alessandrini.Dottoressa Sabatini, dal 15 febbraio scorso lei è diventata socia della piattaforma Rousseau. Un incarico importante che la porta spesso a Roma. Che tipo di esperienza sta facendo?«Un'esperienza straordinaria. Collaboro al progetto Rousseau da oltre due anni, da quando era solo un'idea e vedere oggi i risultati che stiamo ottenendo mi rende sempre più orgogliosa e onorata di farne parte. È un progetto ambizioso, a lungo termine e di grande valore, perché vuole costruire un nuovo modello decisionale e di partecipazione dei cittadini alla vita politica. Uno strumento che rende l'individuo protagonista non solo delle scelte, ma che possa rappresentare un vero e proprio fulcro della società, attraverso l'esercizio di quei diritti e strumenti di cittadinanza attiva e digitale che le nuove tecnologie, oggi, stanno inevitabilmente delineando».Come può esserle utile per l'attività amministrativa?«Sicuramente questa esperienza mi sta formando sotto più punti di vista, da quello umano a quello amministrativo. Ho avuto modo di lavorare con centinaia di portavoce a tutti i livelli istituzionali e in tutta Italia e questo è stato fondamentale per capire le complessità legate alle diverse sfere amministrative e per individuare buone pratiche e strategie innovative già applicate altrove, utili per rispondere con flessibilità e immediatezza alle richieste del nostro territorio». Tra dieci mesi si tornerà a votare per le comunali, si presenterà di nuovo candidata a sindaco, o punterà alle regionali?«No, non parteciperò alle elezioni comunali, né a quelle regionali. Il mio impegno rimarrà invariato, ma lo farò da un'altra prospettiva. Un giorno Max Bugani, amico e socio di Rousseau, mi ha detto che in una squadra di calcio sarei stata un ottimo terzino di fascia, perché lavoro instancabilmente, amo mettermi al servizio degli altri per favorire il gioco di squadra e la mia gioia è creare le condizioni perché gli altri possano fare gol. In effetti, con l'esperienza del progetto Rousseau, ho compreso ancora di più quanto questo ruolo sia motivo, per me, di grandissima soddisfazione e felicità, superiore a qualsiasi incarico, poltrona o nomina che mi possa essere proposta. Ovviamente, il gruppo di Pescara continuerà ad avere costantemente la mia presenza, il mio supporto e il mio sostegno».Come verrà scelto il candidato sindaco dei 5 Stelle?«Come accaduto recentemente in vista delle "Regionarie" su Rousseau per l'Abruzzo. Saranno comunicate a tempo debito le regole di scelta anche per le candidature a sindaco».Come sono stati questi anni di consigliere comunale?«Intensi. Probabilmente, è l'aggettivo più adatto. Ho cercato di lavorare con il massimo impegno con dedizione e mettendomi in discussione spesso. Sicuramente, il corso nazionale Anci di formazione specialistica in amministrazione municipale, al quale ho potuto partecipare perché inserita per merito tra i 40 migliori candidati d'Italia, è stata un momento di svolta determinante».La città è migliorata o peggiorata in questi anni?«Assolutamente peggiorata, con colpa evidente di chi amministra».Cosa ha sbagliato Alessandrini?«Alessandrini ha lacerato il rapporto di fiducia con l'intera città dimostrandosi un primo cittadino inadeguato a svolgere questo ruolo. Dalla mancata ordinanza di balneazione a fine 2014, fino alle nomine di "assessori-figli di o di voluti da", passando per il recente caso mense».Lei che cosa avrebbe fatto se fosse stata il sindaco?«Avrei affrontato questo impegno con profonda umiltà, ma con grande ambizione negli obiettivi. Amministrare una città sottende una grande complessità di azione e sono consapevole che parlare stando all'opposizione è sicuramente più facile. Ma sono convinta che un primo cittadino debba, in primo luogo, essere un "leader aspirazionale" in grado di motivare profondamente la squadra di governo e i cittadini stessi ad ambire a qualcosa di più del mediocre agire politico che abbiamo visto in questi anni».Di che cosa ha bisogno Pescara?«Innanzitutto, mandare via tutte quelle persone che da trent'anni siedono senza risultati sui banchi del consiglio comunale e rappresentano ormai le sabbie mobili per questa città. In secondo luogo, avrebbe bisogno di una nuova generazione di amministratori composta da persone concrete, capaci di ascoltare le esigenze dei cittadini, di definire le reali priorità della città e con le competenze necessarie per risolvere i problemi. Credo che Pescara possa aspirare a molto di più. Deve cambiare modello di governance e serve uno shock».È possibile un accordo tra Lega e M5S a Pescara?«Assolutamente no. Correremo come sempre da soli, senza liste e listarelle di appoggio e relativi capi-bastone pronti a chiedere assessorati e incarichi».