CARSOLI «C'era un'auto che mi superava sulla corsia di sorpasso: non ho potuto spostarmi per evitare l'impatto». Sono quasi le 7.30 e sull'autostrada un telo verde copre il corpo senza vita di Sandro Di Giambattista, operaio di Carsoli travolto e ucciso da un autocarro Iveco guidato da un albanese residente a Velletri (Roma). L'uomo, 53 anni, è appoggiato al guard rail e disperato racconta agli agenti della polstrada la dinamica della tragedia. Dell'ennesimo incidente sul lavoro avvenuto all'altezza dello svincolo per Carsoli, al chilometro 51+500 dell'autostrada Roma-L'Aquila-Teramo, in direzione Avezzano. Di Giambattista, 58 anni da compiere il 27 agosto, era appena sceso da un furgone di marca Opel dell'Impresa Ecogest impegnata nella manutenzione sull'A/24. Ditta che ha un contratto in subappalto con la Parchi Global Service spa e che stava eseguendo attività di sfalcio e manutenzione degli spazi verdi lungo l'autostrada. L'incidente, stando a una prima ricostruzione della polizia stradale di Carsoli coordinata dal comandante Paolo Prosperi, non ha avuto testimoni in quanto altri operai del cantiere in lento movimento si trovavano più avanti. Un cantiere regolarmente segnalato da Strada dei Parchi. Il furgone della Ecogest si trovava in sosta sulla corsia di emergenza. L'uomo è rimasto schiacciato tra i due mezzi e trascinato per una decina di metri. La morte è stata istantanea, come accertato dal medico del 118 intervenuto poco dopo. Su richiesta della polizia stradale, al fine di poter gestire in sicurezza il grave incidente e per ricostruire la dinamica, è stata disposta la chiusura al traffico della corsia di marcia e di emergenza della tratta autostradale, con conseguenti rallentamenti in direzione Avezzano. La Procura ha aperto l'inchiesta e il pm Lara Seccacini ha disposto il sequestro dei mezzi coinvolti. La salma si trova nell'obitorio dell'ospedale di Avezzano e oggi verrà deciso se eseguire l'autopsia (da stabilire la data dei funerali). Il conducente del furgone che ha provocato la tragedia è indagato per omicidio colposo. Gli esami tossicologici hanno escluso l'assunzione di alcol o droghe. L'albaese, da anni in Italia, era diretto nel Chietino e in Molise per caricare degli pneumatici. Di Giambattista si è sempre impegnato in lavori saltuari. In passato era stato impiegato anche nello stabilimento Coca-Cola di Oricola e da circa un mese era alla Ecogest. Lascia la moglie Triestina Corinto e tre figli, Luca, Noemi ed Elisa, oltre ai fratelli Cesare, Angelina e Luciana. Una famiglia già provata dal lutto, che venerdì aveva pianto la scomparsa di Rolando Colantoni, cognato dell'operaio e marito della sorella Giovanna. Dolore che si aggiunge al dolore.