Ci rivedremo a Filippi. Per dire che, prima o poi, tutti faremo i conti con il nostro passato. Proprio come Antonio e Ottaviano, contrapposti agli uccisori di Cesare, Bruto e Cassio, nella famosa battaglia del 42 a.C. nella città della Macedonia. Per dire che non nasce sotto una buona stella l’alba di domani, venerdì 3 agosto, per il governatore-senatore Luciano D’Alfonso, che dopo aver tanto brigato, temporeggiato, melinato, affronterà alla fine il giudizio della Giunta delle elezioni e delle immunità di Palazzo Madama, chiamata a pronunciarsi sulla nota incompatibilità del presidente della Regione Abruzzo rimasto incollato alla poltrona nonostante l’elezione al parlamento risalente ormai a cinque mesi fa.
L’annuncio del presidente della Giunta Maurizio Gasparri, corredato dall’ordine del giorno che espressamente elenca “esame della posizione del senatore D’Alfonso“, non lascia spazio alle illusioni. E ancor meno ne lascia il calendario con l’indicazione del santo del giorno, una delle letture preferite del pio governatore-senatore.
Il 3 agosto, cioè domani, il giorno della verità per la sorte della doppia poltrona, la Chiesa venera Santa Lidia di Filippi, prima donna della città macedone convertita da San Paolo secondo il Vangelo di Luca. Come fa ogni mattina da quattro anni a questa parte, il governatore-senatore-pio non mancherà di indicare il santo nel giorno in cima all’agenda dei suoi numerosi e doppi impegni pubblici. Lo farà, stavolta, con un brivido lungo la schiena, perché più della Santa a suonare come il peggiore dei presagi e’ il toponimo. Filippi e’ nome che evoca scontri finali, rese dei conti, chiusura con il passato. Proprio il destino che aspetta il governatore uno e bino, giunto probabilmente all’ultimo giro di pista dell’avventura in Regione Abruzzo: la Giunta delle elezioni contesterà, lui avrà pochi giorni per replicare, ma alla fine, per evitare la decadenza dallo scranno senatoriale e relative prebende, dovrà scegliere e sceglierà com’è logico il Parlamento. Gira che ti rigira il d-day e’ arrivato. Ci rivedremo a Filippi. O nell’aula della Giunta per le elezioni, che per Dalfy sono la stessa cosa.
Ps. Santa Lidia, ora pro nobis.