PESCARA - "La notizia positiva è che la ripresa sta finalmente interessando anche l’Abruzzo. Quella negativa, invece, è che poco o nulla si sta facendo per agganciarla e sostenerla". È il commento di Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, sui dati del Rapporto Svimez 2018 sull’economia e la società del Mezzogiorno, presentati questa mattina a Roma.
Dati che, appunto, parlano di una regione che si sta rimettendo in carreggiata, dopo anni di sofferenza. Tra tutti, spicca l’aumento del Pil nel 2017 pari ad un più 1,2 per cento, a fronte dello 0,2 per cento dell’anno precedente. "Un dato significativo - aggiunge Lombardo - e che fa ben sperare".
Per lo Svimez, la ripresa è dovuta soprattutto all’agricoltura (+9 per cento nel triennio) e in parte anche all’industria in senso stretto (+3,8 per cento), mentre i servizi segnano un più modesto incremento del 2 per cento.
C’è un dato, però, che continua a preoccupare la Uil: “Nel biennio 2015-2017 l’edilizia è crollata del 14,5 per cento, un dato in controtendenza rispetto a tutto il Mezzogiorno. Siamo fortemente preoccupati su questo punto: come mai quello che è stato definito il più grande cantiere d’Europa continua a decrescere? Eppure, come noto, l’edilizia insieme all’industria rappresenta il settore fondamentale per l’economia di un territorio. È evidente che in Abruzzo bisogna interrogarsi al più presto sul perché di una simile performance negativa”.
In merito alle azioni da intraprendere per assecondare la ripresa, oltre ad un rilancio delle costruzioni, Lombardo ribadisce quanto espresso in più occasioni: “Il Rapporto in relazione al quadro economico nazionale ed internazionale prevede per il 2019 le stime di crescita al ribasso o quanto meno flebili, non sufficienti a consolidare il risultato raggiunto fin ora. In questo quadro diventa necessario incrementare gli investimenti non solamente nel settore privato ma soprattutto in quello pubblico per arginare la spinta negativa che potrebbe arrivare dall’Italia e dall’Europa".
"La lentezza con cui il Masterplan, che di fatto è un significativo investimento pubblico, stenta a partire ci preoccupa non poco - continua -. Si passi, su questo aspetto, dalle parole ai fatti senza perdere più tempo. Nell’incertezza degli effetti positivi di una crescita così debole che potrebbero determinarsi nel 2019, diventa di fondamentale importanza rendere le Zone Economiche Speciali (Zes) un prezioso elemento di aiuto concreto alla crescita sociale ed economica della nostra regione”.
Infine, il segretario generale della Uil Abruzzo rimarca l’aspetto precario della crescita dell’occupazione: “Niente di nuovo sotto il sole al riguardo. I posti di lavoro aumentano solamente in virtù della crescita dei contratti precari. Purtroppo, fino a quando la crescita non sarà solida e strutturale, sostenuta anche da investimenti pubblici che possono fare da volano, anche il lavoro non sarà di qualità".
"Fino a quando non si affronteranno questi aspetti - conclude - non sapremo se la crisi economica potrà dirsi davvero alle nostre spalle. Teniamo alta la guardia”.