PESCARA Luigi Di Maio torna in Abruzzo, e lo fa per incontrare i cittadini e spiegare i contenuti del decreto dignità, approvato ieri alla Camera con 312 voti favorevoli. L'appuntamento è per domani sera alle 21, in piazza Salotto, a Pescara. A darne notizia con un post sul suo profilo facebook è la consigliera regionale Sara Marcozzi (nella foto in basso), post poi rilanciato anche da altri iscritti al MoVimento. E sempre sul social Sara Marcozzi smentisce presunte rivalità con il consigliere Pietro Smargiassi, sospeso per non aver caricato sulla piattaforma Rousseau una proposta di legge prima che questa venisse approvata in aula. La sospensione di Smargiassi è arrivata in contemporanea con quella delle regionarie abruzzesi, fissate per mercoledì scorso. Due circostanze che, messe insieme, hanno alimentato ipotesi smentite poi, oltre che dalla Marcozzi, anche da Smargiassi. Quella di domani sarà la prima visita in Abruzzo di Luigi Di Maio in veste di ministro. Una visita, che arriva due giorni dopo la decisione della Giunta delle elezioni del Senato di dichiarare l'incompatibilità di Luciano D'Alfonso a ricoprire le due cariche di presidente della Regione e di senatore. Già nei mesi scorsi D'Alfonso ha chiarito che è sua intenzione optare per il Senato, per cui, a meno di ripensamenti, l'opzione del senatore-presidente metterà in moto la macchina che porterà alle elezioni regionali. I tempi per tornare alle urne sono quelli dettati dalle procedure, e non saranno brevissimi, ma resta il fatto che adesso diventa più stringente la necessità di individuare, attraverso le regionarie, i nomi degli attivisti Cinquestelle da sottoporre al giudizio degli elettori abruzzesi. E lo stop alla consultazione online, in questo momento, non poteva essere più intempestivo.Il "caso D'Alfonso", sarà uno degli argomenti che Di Maio tratterà nel corso dell'incontro che terrà a Pescara con i cittadini, ma l'obiettivo principale resta quello di illustrare i programmi che il governo Lega-M5S intende realizzare. E tra questi, il decreto dignità. «Abbiamo vinto il primo round, ce l'abbiamo fatta, e senza la fiducia», ha detto Di Maio "festeggiato" dai suoi parlamentari dopo il via libera al decreto dignità. «Ora c'è il Senato, lì i tempi sono più ridotti», ha concluso. «Con l'approvazione del decreto Dignità da parte della Camera, ha detto invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, «inizia ufficialmente il cambiamento che avviamo portato al Governo. È il primo passo dell'Italia nella Terza Repubblica che vede al centro i cittadini e le loro istanze. Ora auspichiamo che il Senato esamini il provvedimento confermando quanto approvato a Montecitorio, frutto del lavoro svolto in Aula e Commissione con il contributo dei gruppi. Finalmente possiamo tracciare una nuova rotta per il futuro del Paese. È stato raggiunto l'importante risultato, evitare il voto di fiducia garantendo un ampio dibattito parlamentare. Il provvedimento ne è uscito rafforzato, con novità rilevanti che rappresentano la testimonianza tangibile della volontà di cooperazione tra Governo e Parlamento che stiamo promuovendo».