PESCARA - Pietro Smargiassi avrebbe già detto addio al M5S, dopo l’esclusione dalle Regionarie del movimento sancito dalla piattaforma Rousseau. Un brutto scherzo per il consigliere regionale di Vasto, che si consuma ancora una volta nel segno della cosiddetta “democrazia diretta”, dove è già accaduto (anche alle ultime politiche) che qualche nome venisse depennato senza troppe spiegazioni dalla consultazione online per la scelta dei candidati. Spiegazioni ufficiali non ce ne sono neanche questa volta. La versione ufficiosa è che Smargiassi avrebbe dimenticato (facendolo solo successivamente) di caricare, assieme al suo curriculum, la legge regionale sull’Osservatorio della legalità che porta tra l’altro la sua firma. I colleghi in Regione tacciono, ma c’è chi fa notare che nel caso specifico la piattaforma Rousseau (dove tra i componenti di vertice figura anche la pescarese Enrica Sabatini), si sarebbe arrogata di un potere che non ha, visto che per statuto l’ultima parola sull’accettazione omeno delle candidature spetta al capo politico del movimento. Intanto da più di 24 ore le Regionarie per l’Abruzzo sono state sospese, mentre proseguono regolarmente in Basilicata, Sardegna e Trentino Alto Adige. Tutto questo mentre il consigliere regionale Sara Marcozzi precisa che lei con l’esclusione del collega da Rousseau non c’entra e che i rapporti con Smargiassi sono “sempre stati ottimi”. Gli oppositori ne approfittano invece per passare all’attacco. Marco Rapino, segretario regionale del Pd, osserva: «La democrazia dal basso, strumento di partecipazione utilizzato in moltissimi Paesi del mondo e baluardo del Pd sin dai tempi della sua costituzione, tramite le primarie, è un meccanismo meraviglioso ma bisogna saperne fare buon uso. Ancora una volta - continua il segretario - i grillini hanno calpestato il principio della trasparenza, di cui si sono riempiti la bocca per anni, e hanno relegato quello che è successo sulla piattaforma Rousseau a un problematecnico ». SCENARI Le altre questioni aperte riguardano il centrodestra. Domani la Lega, con il suo coordinatore regionale e neo deputato Giuseppe Bellachioma, farà il punto a Pescara mettendo molta a carne a fuoco: dalla questione Agir, che ha visto il partito di Salvini polemizzare con Forza Italia dopo le nomine non gradite nell’Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti, alle candidature alle prossime regionali. La Lega presenterà anche una nuova lista di amministratori ed eletti che hanno aderito al partito, molti dei quali provenienti proprio da Forza Italia. Un nome da sponsorizzare nella Lega Abruzzo, per la corsa alla presidenza della Regione, c’è già ed è quello dell’ex parlamentare Fabrizio Di Stefano, che è ancora un iscritto di Forza Italia ma è oggi espressione di tre liste civiche che avrebbero già ufficializzato la sua candidatura agli alleati del centrodestra. E a proposito delle civiche (un fenomeno in forte espansione) la Lega pone subito un altro paletto: «Niente riciclati ». Alias: nessuna apertura ai movimenti dei vari Di Matteo e Gerosolimo che sino a ieri sedevano nella giunta D’Alfonso.