L'AQUILA Il D-day potrebbe essere l'8 agosto, ovvero tre giorni dopo l'aut aut della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, presieduta da Maurizio Gasparri. L'indiscrezione sulle dimissioni di Luciano D'Alfonso da governatore dell'Abruzzo ha preso corpo nella giornata di ieri e potrebbe essere confermata, o smentita, oggi se, come sembra, il presidente terrà una conferenza stampa sul tema. Di certo ormai siamo agli sgoccioli: a Roma, nell'ultima seduta della Giunta, la questione d'incompatibilità è stata formulata «fissando un termine di tre giorni per l'esercizio del diritto di opzione da parte del senatore interessato». Gli scenari, a questo punto, sono due. C'è chi sostiene, come il senatore FdI Marco Marsilio, che la mancata unanimità nella deliberazione, frutto dell'astensione del Pd nella Giunta, potrebbe allungare i tempi, essendo necessaria una nuova convocazione ad agosto, nel periodo della pausa estiva. Si aprirebbe, secondo questa ipotesi, una procedura d'ufficio della durata di 30 giorni, arrivando così a settembre.
IL PARERE
Non è di questo avviso Enzo Di Salvatore, costituzionalista dell'Università di Teramo: «Questa lettura delle norme è sbagliata. L'art. 18, comma 5, del regolamento della Giunta stabilisce che nel caso in cui la Giunta dichiari una carica incompatibile con il mandato parlamentare, il presidente della Giunta ne dà comunicazione al senatore interessato e lo invita ad optare, entro il termine perentorio deliberato al riguardo dalla Giunta, ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui al comma 7; al comma 6 si legge che l'opzione per il mandato parlamentare è valida, se sia accompagnata da una dichiarazione di dimissioni dalla carica incompatibile e vi sia astensione dal compimento di qualsiasi atto, ivi compresa l'ordinaria amministrazione, inerente alla carica stessa; il comma 7 precisa, quindi, che in caso di mancata opzione, la Giunta dà inizio al procedimento per la dichiarazione di decadenza dal mandato parlamentare. In tal caso si applicano le disposizioni di cui agli articoli 13, 14, 15, 16 e 17; il comma 8 dispone, infine, che tuttavia, nei casi di ineleggibilità e di incompatibilità riconosciuti dalla Giunta all'unanimità, la Giunta può deliberare con apposita votazione di prescindere dal procedimento di contestazione, ma la proposta di annullamento dell'elezione o di dichiarazione della decadenza dal mandato parlamentare dovrà sempre essere presentata al Senato con apposita relazione scritta».
Secondo il costituzionalista «non c'è alcun procedimento di contestazione che deve o può essere istruito. Siamo già entrati nella fase successiva: la Giunta ha invitato il Presidente D'Alfonso a optare e il termine fissato è perentorio. Il che comporta: D'Alfonso deve optare tra le due cariche entro tre giorni; qualora non opti e lasci spirare il termine si aprirà immediatamente il procedimento per la dichiarazione di decadenza dal mandato parlamentare». Il procedimento di decadenza potrà però anche essere lungo (fissazione della seduta pubblica, presentazione di documenti e deduzioni, svolgimento della seduta, camera di Consiglio), «ma ciò - secondo Di Salvatore - non comporterà che il Presidente D'Alfonso possa in seguito tornare sui suoi passi». Dal momento delle dimissioni scatteranno i 90 giorni per il ritorno al voto in Regione: dicembre o febbraio.