PESCARA Sburocratizzazione, semplificazione, minor uso del suolo e divisione del territorio in aree fabbricate e non fabbricate: sono questi i punti cardine del progetto di legge regionale 492/2018 in materia di urbanistica, sul “governo, la tutela e l’uso del territorio”, presentato dal consigliere Donato Di Matteo e attualmente in fase d’esame della giunta regionale. «Una proposta innovativa rispetto alla normativa di riferimento ferma all’83 - commenta Di Matteo - che prevedeva più tipologie di aree, spesso anche in contrasto tra di loro in quanto a pianificazione urbanistica. Col nuovo disegno di legge - conclude il consigliere - si renderebbe invece possibile determinare processi di rigenerazione, riqualificazione e di riorganizzazione, costruendo anche dei contratti con i privati». La prima reazione alla proposta di legge arriva dall’Associazione nazionale dei costruttori edili, attraverso il presidente della sezione abruzzese Armando Di Eleuterio che «vista la straordinaria rilevanza della materia» ha richiesto una audizione urgente a Pierpaolo Pietrucci, presidente della seconda commissione consiliare. L’obiettivo dell’Ance Abruzzo, spiega Di Eleuterio in una nota, è favorire «la più ampia concertazione preventiva nell’iter di esame e approvazione del disegno di legge, per rispondere efficacemente alle diverse esigenze territoriali e all’adozione di nuove misure in termini di semplificazione e flessibilità». Questo per evitare il richio di vedere approvato «un provvedimento inefficace se non addirittura dannoso ». Di fronte ai timidi segnali di ripresa nel settore delle costruzioni e del mercato privato in particolare, l’Ance esprime a chiare lettere tolleranza zero verso gli eventuali ostacoli che la nuova legge urbanistica potrebbe causare. «È assolutamente necessario - conclude il presidente dei costruttori - che gli operatori del settore contribuiscano fattivamente ad una nuova legge regionale che aiuti il comparto edilizia, già depresso per quanto riguarda le opere pubbliche da una fallimentare riforma del Codice degli appalti che ha contribuito a spegnere il motore dell’economia».