L'AQUILA - Ci mancava una modifica alla legge elettorale con l’innalzamento dello sbarramento per l’ingresso dei partiti in Consiglio regionale ed alcuni cambiamenti nell’organizzazione dell’Emiciclo, da approvare in quella che potrebbe essere l'ultima seduta dell’Asemblea con pieni poteri, fissata per martedì prossimo, ad infiammare un clima già rovente tra le forze politiche di centrodestra in vista delle elezioni regionali, che si svolgeranno probabilmente tra dicembre e febbraio.
Il pacchetto in discussione è sostenuto dal Partito democratico, che lo ha presentato, e da Forza Italia ed è stato presentato in fretta e in furia anche per l'accelerazione dei tempi delle dimissioni del senatore-governatore Pd, Luciano D’Alfonso, che è nella imminente attesa della comunicazione ufficiale da parte della Giunta per le elezioni del Senato, che gli ha intimato di optare per una delle due cariche in tre giorni.
Ad innescare la nuova puntata polemica è la Lega che in una nota del deputato e coordinatore abruzzese, Giuseppe Bellachioma, rimette per la seconda volta in pochi giorni (la prima era state in occasione delle nomine all’Autorità per i rifiuti) in discussione l’unita del centrodestra, parlando di un altro "inciucio tra Pd e Forza Italia" per il cambiamento della regole poco prima della competizione elettorale.
In una domenica rovente sia climarticamente sia politicamente, seguita alla giornata convulsa di ieri con la conferenza stampa della Lega che ha minacciato di nuovo la rottura dell’alleanza per le nomine dell’Agir, il riferimento di Bellachioma che attacca "il senatore e coordinatore regionale Pagano e company" al quale ha risposto per le rime con un’altra nota il capogruppo di Forza Italia all'Emiciclo, il pescarese Lorenzo Sospiri, è alla proposta di legge presentata dal capogruppo del Pd, Sandro Mariani, il 17 luglio scorso, un po' a sorpresa, eletto presidente della Commissione Statuto in sostituzione del deputato del Pd Camillo D’Alessandro, che ha lasciato il Consiglio dopo l'elezione alla Camera.
L’iniziativa legislativa prevede per l’ingresso nel parlamento abruzzese uno sbarramento dell’8 per cento per i partiti che corrono da soli e del 4 per cento per quelli che sono in coalizione, questo in riforma dell’attuale 2 e 4 per cento.
Sulla proposta c’è il duro intervento di Rifondazione comunista che attraverso l’ex consigliere regionale Maurizio Acerbo attacca il Pd, di Articolo 1 Mdp che sulla stessa lunghezza d'onda afferma che "il Pd si è mosso in totale solitudine", mentre si registra il totale silenzio del Movimento cinque stelle.
Altra novità è rappresentata dalla surroga per i consiglieri regionali nominati assessori, che in questo modo cederebbero il seggio in assemblea ai primi dei non eletti qualora entrassero in Giunta, pur mantenendo lo scranno da consigliere nel caso in cui dovessero essere estromessi dall’esecutivo.
La proposta è stata presentata nel novembre scorso dall'attuale assessore al Turismo Giorgio D'Ignazio, consigliere di Civica popolare, quando era ‘solo’ consigliere regionale di Alternativa popolare eletto in Ncd. Il politico teramano è entrato in Giunta prima delle elezioni politiche del 4 marzo scorso in seguito al rimpasto che ha aggiunto un voto alla maggioranza di centrosinistra che sarebbe franata con l'addio dei malpancisti civici, Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri, e dell’ex dem Donato Di Matteo.
Quest'ultima proposta ricalca quanto previsto già in altre Regioni, tra cui qualche mese fa la Lombardia guidata dalla Lega, ed è finalizzata essenzialmente alla governabilità - argomentano i sostenitori - in modo che chi ha incarichi di giunta non debba essere costretto a stare in aula a garantire il numero legale, e i costi non aumenterebbero perché lo stesso budget sarebbe suddiviso per più persone, tra consiglieri e assessori.
Sulla soglia di sbarramento non sembra esserci accordo tra le due forze politiche: Pd e Forza Italia potrebbero incontrarsi sul 5 per cento per chi corre da solo e del 3 per cento in colazione. Altra modifica sostanziale, secondo quanto si è appreso, è il cambiamento sui calcoli per i seggi dei partiti delle coalizione perdenti.
Ma l’ostacolo politico è rappresentato dalla Lega che per far rientrare l’iniziativa pone il ricatto di rompere l'unità della coalizione annunciata appena tre settimane fa.
"Se dovesse consumarsi, dopo il caso Agir, un ulteriore inciucio sulla legge elettorale regionale tra Pd e Fi, sarebbe l’ennesimo segnale di una scelta di campo di Pagano e company, tendente ad allontanare la prospettiva dell’alleanza classica del centrodestra in Abruzzo, che pure Forza Italia ‘a chiacchiere’ auspica’", ha tuonato Bellachioma.
"I costi falsamente invariati dell’operazione ‘surroga’ - ha proseguito Bellachioma - ricadrebbero sui cittadini abruzzesi e l’innalzamento delle soglie escluderebbe invece presenze storiche in Consiglio creando un obbligo all’alleanza, favorevole al Partito democratico".
"La Lega Salvini Abruzzo - ha rincarato l’onorevole Bellachioma - chiede a Forza Italia un’azione ferma di opposizione contro questo ennesimo colpo di mano, tentato a ridosso delle elezioni, che tende a cambiare le regole del gioco democratico a vantaggio di chi si sente in liquidazione".
Nel merito, il capogruppo di Forza Italia all'Emiciclo Sospiri, con toni non polemici anche se decisi, afferma che "parlare di inciucio mi offende", smentisce, soprattutto sui costi, l’alleato spiegando come "istituire la surroga ovvero la distinzione tra assessore e consigliere regionale, è riforma necessaria per evitare che gli assessori invece che fare il loro lavoro debbano stare in aula a garantire il numero legale, la storia di questa legislatura è emblematica in tal senso".
"È una riforma ad invarianza di spesa assoluta cosi come è chiaramente enunciato dalla legge, il costo complessivo attuale degli attuali 31 verrà ripartito per i 36, cioè la spesa è tutta a carico degli eletti che percepiranno una indennità ridotta del 18%", continua Sospiri.
"La surroga è riforma necessaria ed è una legge leghista, infatti Regione Lombardia per prima in data 19 gennaio 2018 ha approvato con il voto di tutte le forze politiche di centrodestra la legge regionale 3/2018 istituendo la surroga in invarianza di spesa, appunto; la legge abruzzese ne è la copia esatta", fa osservare il capogruppo azzurro.
"Ritoccare di poco le soglie di accesso in Consiglio regionale è giusto ed è necessario", chiosa poi Sospiri, "perché il vero costo per i cittadini sono i tanti gruppi e gruppetti che si formano in Consiglio, di solito, causa di ingovernabilità. Il 3 % o il 4 % non mi paiono soglie così alte ma anzi il minimo per rappresentare 'qualcuno o qualcosa' in Consiglio regionale".
"Pertanto non vi è nessuno inciucio con il Pd né sulla legge elettorale né per l’Agir ed il solo pensarlo mi offende", conclude. Per Acerbo, tuttavia, che parla di "ultimo colpo di coda del Pd", la modifica legislativa è rivolta "contro l'esordio di un quarto polo di sinistra, ambientalista, dei movimenti".
"Ricordo che tre anni fa in qualità di candidato della sola Rifondazione comunista superai il 3 ma non fui eletto perché per iniziativa del Pd fu innalzato lo sbarramento al 4. Ora questi patetici personaggi addirittura raddoppiano lo sbarramento", aggiunge.
Con questo clima si arriva alla seduta di Consiglio di martedì, secondo fonti del consiglio ‘estendibile’ al giorno dopo, l’ultimo con un’assemblea con pieni poteri visto che la raccomandata a D’Alfonso e quindi le sue dimissioni verranno a strettissimo giro, forse il giorno dopo la riunione del Parlamento abruzzese.