PESCARA A quattro anni dal referendum popolare per la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, la proposta di realizzazione della Nuova Pescara termina oggi il suo percorso amministrativo nella I commissione regionale, presieduta da Maurizio Di Nicola. Dopo la votazione già calendarizzata, infatti, la legge potrà essere inserita fuori sacco nella seduta dell'assise regionale di domani.«Il mio auspicio è che non ci sarà un altro boicottaggio ai lavori, lasciando l'aula e facendo mancare il numero legale», scrive Cristian Odoardi, presidente provinciale della Cna di Pescara, in una lettera aperta inviata a tutti i consiglieri regionali, «credo che il compito di chi viene eletto a rappresentare le istanze dei cittadini di una regione debba superare le divisioni territoriali e, su temi come questo, anche le divisioni partitiche. Mi auguro che si lavorerà per la comunità e per costruire il futuro». Odoardi considera la fusione «una grande opportunità» e si dice certo che «mere questioni campanilistiche e atteggiamenti anacronistici lasceranno il posto a visioni di largo respiro che sapranno dare al nostro territorio il giusto slancio per superare le attuali difficoltà con nuovo e rinnovato vigore». Sull'argomento è intervenuto anche Carlo Costantini, presidente del comitato promotore del referendum del 2014, auspicando la possibilità che, in consiglio regionale, si possa «scrivere una bellissima pagina di storia della nostra Regione». In caso contrario, secondo Costantini, si verificherebbe «un tradimento della volontà popolare che risulterebbe, per dimensione e gravità, davvero senza precedenti». «Dopo oltre quattro anni di attesa», rimarca, «non sarebbe più possibile ritenere legittimo, comprensibile e rispettoso della volontà popolare il tentativo di fare fallire la realizzazione di un progetto nel quale non solo la stragrande maggioranza dei cittadini, ma anche la quasi totalità delle forse associative, sociali ed imprenditoriali vede una concreta opportunità di crescita e di sviluppo di un intero territorio». «Dobbiamo avere l'ambizione di diventare la capitale dell'Adriatico», incalza Vittorio Ruggieri, vicecoordinatore regionale del Codacons e componente dell'associazione Nuova Pescara, «la porta d' oriente del nostro paese, un hub capace di attrarre merci e persone. Non possiamo più tergiversare, è in gioco il futuro dei nostri figli». Sollecitano un passaggio imminente in commissione, per poi procedere con l'approvazione in aula nella seduta di domani, anche Florio Corneli, presidente della Federmanager Abruzzo e Molise, e Armando Foschi, segretario provinciale Utl Ugl, mentre il presidente dell'associazione Nuova Pescara Marco Camplone chiede «di ispirarsi a Daniele Becci che, per la nostra città, intesa come unione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, aveva lavorato senza risparmiarsi. Daniele, purtroppo, è venuto a mancare, ma il suo pensiero, unirsi per crescere, è sempre vivo».Di parere opposto, invece, è l'intervento di Gabriele Di Stefano, consigliere comunale di Montesilvano (gruppo misto), che punta il dito contro i politici «che approfittano della distrazione popolare dovuta alla pausa estiva per architettare questa scellerata fusione» e invita i montesilvanesi a scendere in piazza contro l'accorpamento. «È il momento di scendere in piazza, civilmente, perché sia palese che il popolo di Montesilvano non vuole essere cancellato dalla spugna malvagia degli speculatori», sostiene Di Stefano, «è necessario farsi sentire, contarsi e gridare con la forza popolare il nostro congiunto "no" a questo abominio, "no" a questo crimine. Montesilvano non sarà mai la preda di avvoltoi: scendiamo tutti in piazza a gridare: Giù le mani dal nostro spazio vitale, giù le mani da Montesilvano».