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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Regione, ecco il via libera alla Nuova Pescara. Fusione tra la città adriatica, Montesilvano e Spoltore: serve solo l'ok del Consiglio. La commissione bilancio dice sì anche al progetto di legge "L'Aquila Capoluogo". E oggi c'è battaglia sulla legge elettorale. I Cinque Stelle accusano Pd e Forza Italia: «Stanno cambiando le regole del gioco, temono la debacle»

PESCARA Grande Pescara e L'Aquila Capoluogo arrivano in Consiglio regionale in piena "zona Cesarini". Quella di oggi, infatti, potrebbe essere l'ultima seduta dell'assise dopo la delibera della Giunta per elezioni del Senato che ha dichiarato l'incompatibilità di Luciano D'Alfonso a ricoprire, in contemporanea, l'incarico di presidente e quello di senatore. Un iter che porterà alle elezioni per il rinnovo dei vertici regionali, che secondo D'Alfonso potrebbero tenersi a novembre o dicembre. Ieri, intanto, i due progetti di legge su L'Aquila Capoluogo e la Grande Pescara sono stati approvati all'unanimità in commissione Bilancio. IL PD. «Sono soddisfatto», ha detto il consigliere dem Pierpaolo Pietrucci, primo firmatario del pdl che riguarda il capoluogo di regione, «perché si è dato seguito a quanto avevamo stabilito: i due progetti di legge hanno marciato in parallelo, e sono stati approvati all'unanimità nella stessa seduta della commissione bilancio. Ora manca l'ultimo miglio, l'approvazione del Consiglio regionale». Per Pietrucci, il percorso congiunto «dei due progetti di legge ha un significato decisivo, perché da un lato sulla Nuova Pescara sancisce l'esito di un percorso referendario, dall'altro dà all'Aquila maggiori e più incisivi strumenti per esercitare il suo ruolo di capoluogo: parlo di risorse aggiuntive e del coordinamento più stretto tra la Regione, il Comune capoluogo e i Comuni limitrofi al capoluogo di regione». Soddisfazione anche per il vice presidente del consiglio, Lucrezio Paolini, tra i componenti del comitato promotore del referendum sulla Nuova Pescara. «I cittadini», ha detto, «hanno voluto con oltre il 70% dei consensi la nascita di una nuova grande città che migliorerà la qualità dei servizi e consentirà un migliore sviluppo di tutto l'Abruzzo»M5S. Soddisfatti, ma non troppo, i consiglieri del Movimento Cinque Stelle. «L'enorme ritardo con cui l'Abruzzo di D'Alfonso ha dato seguito alla volontà popolare sul referendum della Nuova Pescara, dell'ormai lontano 2014», dice Riccardo Mercante, «rimarrà impresso nella memoria degli abruzzesi. Così come rimarranno impressi i milioni di euro che questo ritardo ha fatto perdere alla nuova città metropolitana d'Abruzzo. Oggi (ieri, per chi legge, ndr), è finalmente arrivato il voto unanime della commissione sulla legge che istituisce la Nuova Pescara. Il M5S presentò la stessa legge a ottobre 2014, a soli 4 mesi dall'espressione del voto popolare». CONFINDUSTRIA. Confindustria Chieti-Pescara saluta con favore l'approvazione del pdl sulla Nuova Pescara. «Finalmente», dice il direttore generale, Luigi Di Giosaffatte, «la politica ha dato un primo segnale importante nel rispetto della democrazia. Attendiamo però che il consiglio regionale approvi il testo definitivamente perché sarebbe troppo grande la responsabilità politica dei consiglieri che non voteranno questa Legge. Dovrebbero spiegare alla maggioranza dei cittadini che ha voluto, con il referendum del 2014, la fusione dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore come mai un progetto di tale importanza non è stato votato. Riteniamo che la Nuova Pescara possa costituire un esempio unico per dimensione della città, per efficienza e per riduzione dei costi delle Amministrazioni. L'intero Abruzzo avrebbe solo benefici da una fusione di tale portata per il solo fatto che la piattaforma logistica e produttiva del Centro Italia si porrebbe nell'unico asse che collega Nord-Sud ed Est-Ovest. Confindustria considera la costituzione della Nuova Pescara un punto di partenza per arrivare alla formazione di un'area metropolitana Chieti Pescara», conclude Di Giosaffatte, «vero asse strategico per l'economia e lo sviluppo dell'intera Regione».
FORZA ITALIA. A raffreddare gli animi ci pensa il consigliere di Fi, Lorenzo Sospiri. «La legge istitutiva della Nuova Pescara», dice, «è solo una norma manifesto, un atto quasi simbolico perché tutte le fasi applicative sono rimandate al futuro consiglio regionale che dovrà ragionare e coordinarsi con il sindaco di Spoltore Di Lorito e con i futuri sindaci di Pescara e Montesilvano, che saranno eletti nel 2019, per capire se la fusione sia realmente possibile o meno entro il primo gennaio 2024».

E oggi c'è battaglia sulla legge elettorale. I Cinque Stelle accusano Pd e Forza Italia: «Stanno cambiando le regole del gioco, temono la debacle»

PESCARA Una mole incredibile di emendamenti, tutti presentati dal Movimento Cinque Stelle, incombe su altri due argomenti che dovrebbero arrivare oggi all'esame del Consiglio regionale: il progetto sulla nuova legge elettorale, e quello sulla legge urbanistica. Non è scontato che le commissioni diano il via libera, considerato il clima teso che si è creato intorno ai due progetti. Due temi che appassionano, oltre alla politica, anche il mondo sindacale e delle organizzazioni datoriali, come l'Ance Abruzzo, l'associazione dei costruttori edili che aveva chiesto di essere ascoltata prima che la legge urbanistica giungesse all'attenzione dell'aula. Ieri anche la Cgil è intervenuta sulla questione. «Una legge urbanistica è una legge di indirizzi», ha detto il segretario Sandro Del Fattore, «che comporta scelte politiche concrete sull'assetto e la pianificazione del territorio. Meriterebbe dunque una grande discussione con parti sociali, comuni, associazioni culturali e ambientaliste. È proprio quello che fino ad oggi è mancato. Una legge urbanistica dovrebbe saper indicare, tra i suoi principi, le peculiarità del territorio abruzzese, ma i principi definiti nella legge sono piuttosto generici, quando invece ci sarebbe bisogno di indicare quelli che davvero costituiscono le priorità su cui definire un insieme di politiche di governo del territorio». La Cgil è intervenuta anche sulla legge elettorale: «Il sindacato», ha aggiunto Del Fattore, «ritiene sbagliato che proprio nella seduta dell'ultimo consiglio regionale vengano discussi temi così importanti che avrebbero meritato maggiore approfondimento. In particolare la nuova legge elettorale prevederebbe una soglia di sbarramento all'8%; in un periodo in cui avanza l'astensione dal voto, tale norma rischia di creare un ulteriore frattura tra i cittadini e la politica». Iniziati alle 12 in una clima di confusione e tensione, i lavori della commissione Statuto chiamata all'esame della riforma di alcuni temi legati alla legge elettorale, tra cui lo sbarramento per entrare all'Emiciclo, sono stati sospesi diverse svolte. Vista la complessità delle tematiche, le polemiche che sono divampate «per cambiamenti delle regole a fine legislatura» e lo scontro in atto tra la maggioranza di centrosinistra, a sua volta non compatta, e Fi, favorevoli al licenziamento, da una parte e le altre opposizioni che parlano di «inciucio tra Pd e Fi». Altra novità, contenuta in una proposta presentata nel novembre scorso dall'attuale assessore al turismo Giorgio D'Ignazio, è rappresentata dalla cosiddetta surroga per i consiglieri regionali nominati assessori: con la norma in questione, cederebbero il seggio in assemblea ai primi dei non eletti qualora entrassero in giunta. Feroci i commenti del Movimento Cinque Stelle: «Tanta la paura della debacle», dicono Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi, «che tentano di cambiare le regole del gioco il giorno prima di quello che sarà l'ultimo consiglio regionale della legislatura. E se per farlo c'è da calpestare regolamenti e leggi regionali poco importa, quello che conta è una poltrona garantita. Non si salva nessuno» incalzano «neanche il centro destra, che prova ad inserire qualche modifica ad personam nella legge, invece di combatterla con le unghie e con i denti. La battaglia è lunga e sicuramente si preannuncia un consiglio regionale infuocato».« Un atteggiamento improntato ad arroganza e prepotenza istituzionale», dice il consigliere Leandro Bracco.«Un golpe della maggioranza che sta fuggendo a Roma di fronte al proprio fallimento», dice invece il segretario regionale di Prc, Maurizio Acerbo . «Verificheremo», dice, «la possibilità di una battaglia legale, anche se sappiamo che è difficile farla prima del voto, ma credo che, innanzitutto, domani in Consiglio ci debba essere un sussulto di dignità».«Negare l'elezione di un consigliere regionale sotto la soglia dell'8% e confezionare il tutto nelle ultime 72 ore prima delle dimissioni di D'Alfonso», dice il segretario regionale di Si, Daniele Licheri, «segnano per quanto ci riguarda la pietra tombale rispetto a dialoghi sul piano regionale con il Pd. Le coalizioni si costruiscono con la capacità di sintesi programmatica e la pari dignità dei soggetti in campo non tramite prove di forza e sveltine tecnico-elettorali».

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