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Data: 07/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La legge elettorale va in Consiglio ma è alta tensione

L'AQUILA La giornata di oggi rappresenterà uno snodo cruciale per la vita politica abruzzese. A palazzo dell'Emiciclo si terrà un Consiglio regionale che si annuncia infuocato. Le imminenti dimissioni del governatore Luciano D'Alfonso fanno sì che questa potrebbe essere l'ultima seduta utile dell'assise. Che, oltre a provvedimenti amministrativi urgenti (per esempio sui trasporti), sarà chiamata ad esprimersi sulle possibili modifiche alla legge elettorale, un'offensiva lanciata dalla maggioranza che ha provocato uno scontro asprissimo. I prodromi di ciò che potrebbe accadere oggi in aula si sono visti nella lunghissima giornata di commissioni andata in scena ieri. Quella speciale per le modifiche alla legge elettorale e per l'attuazione e le modifiche allo Statuto, presieduta dal dem Sandro Mariani, è stata chiamata a esprimersi su due progetti di legge, il primo proposto dallo stesso Mariani e il secondo da Giorgio D'Ignazio. Si tratta, nello stesso ambito, di due questioni distinte. Quello di D'Ignazio va a modificare la legge 51/2004, introducendo la surroga di un consigliere nominato assessore, distinguendo bene i due ruoli e senza ulteriori oneri per il Consiglio visto che verrebbero ridotte le indennità. Questa norma, peraltro già applicata altrove, incontra il favore di Forza Italia, lo hanno detto chiaramente sia Lorenzo Sospiri che Mauro Febbo.
Il problema, su cui c'è stato e ci sarà uno scontro al calor bianco, è per il testo proposto da Mariani che va a incidere sulla legge regionale vera e propria (la 9/2013) introducendo novità sulla ripartizione dei seggi e sulle soglie di sbarramento. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, attualmente non sono ammesse all'assegnazione dei seggi le liste circoscrizionali il cui gruppo abbia ottenuto, nell'intera Regione, meno del 4% dei voti validi o del 2% se collegato a una coalizione che ha superato il 4%. La proposta intende modificare le soglie rispettivamente al 8% ed al 3%. Per la ripartizione dei seggi si vuole invece privilegiare la coalizione rispetto alla lista.
La commissione di ieri sul tema è stata introdotta da una pregiudiziale presentata da Sospiri il quale sostiene la violazione dell'articolo 14 dello Statuto, quello che prevede il divieto di legiferare in materiale elettorale nei sei mesi antecedenti la scadenza della legislatura, dando per acclarata, ormai, l'imminente conclusione della stessa visto il caso-D'Alfonso. Il Pd, dal canto suo, tira dritto. Su tutte le furie il Movimento Cinque Stelle: «Parola d'ordine: spremere l'Abruzzo fino alla fine. È questo il motto del Pd morente che tenta un ultimo colpo di coda per cercare di non perdere troppo alle imminenti elezioni regionali. Tanta la paura della debacle, che tentano di cambiare le regole del gioco il giorno prima di quello che sarà l'ultimo consiglio regionale della legislatura. E se per farlo c'è da calpestare regolamenti e leggi regionali poco importa, quello che conta è una poltrona garantita» dicono Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi. Durissima anche la posizione del Prc-Se: «Si tratta di un golpe contro la democrazia e anche le più elementari regole di correttezza istituzionale. Cambiano le regole del gioco fuori tempo massimo e senza alcun dibattito pubblico» hanno detto Maurizio Acerbo e Marco Fars.

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