Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.559



Data: 08/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Legge elettorale: i sindaci non saranno costretti a dimettersi. Pettinari (M5S) canta vittoria: volevano solo penalizzarci. Mariani: resto convinto che alzare la soglia sia giusto. D'Alfonso annuncia: lascio la Regione e opto per il Senato. Passato a maggioranza il riordino dei servizi minimi di trasporto pubblico locale

L'AQUILA L'hanno cercata fino all'ultimo minuto, la quadratura del cerchio sul contestatissimo progetto sulla nuova legge elettorale, ritirato al termine di una giornata a dir poco isterica. A dare la notizia ieri sera, il consigliere Maurizio Di Nicola, che alla luce della mancata condivisione del testo con le altre forze politiche, ha chiesto al presidente della commissione Sandro Mariani, il ritiro della proposta di legge. Stessa sorte era toccata, nella tarda serata di lunedì, anche ai progetti sulla nuova legge urbanistica e a quello sull'agenzia regionale di protezione civile. Ieri all'Emiciclo, è andato in scena l'ultimo atto della legislatura targata Luciano D'Alfonso. Una legislatura fortemente caratterizzata dalla figura del governatore, giunto ieri sera da Roma, che oggi comunicherà ufficialmente al presidente del consiglio regionale, e al presidente del Senato di voler ricoprire l'incarico di senatore. Un'opzione che determina così la fine della consiliatura alcuni mesi prima della scadenza naturale. A conti fatti, comunque, tra i tempi tecnici previsti dalle procedure, e quelli contenuti nella legge 448 (che modifica la legge 51) passata ieri in commissione, potrebbero far slittare a primavera la data delle nuove elezioni regionali, non fosse altro che per una ragione di costi. A primavera, infatti, si dovrebbero tenere anche le amministrative e le europee. Se la Regione decidesse di andare al voto da sola dovrebbe pagarsi le spese per portare alle urne gli abruzzesi, che ammontano a circa 8 milioni di euro. Aula vuota, ieri, per l'intera giornata, scandita da una serie di rinvii. La seduta, convocata per le 10 di mattina, è stata aggiornata una prima volta alle 15, poi alle 17.30. Nel frattempo, la commissione per la modifica alla legge elettorale e lo statuto ha dato l'ok alla legge 448, la cosiddetta "salva-sindaci", dopo una mattinata di tensione e urli chiaramente udibili dal corridoio, nonostante le porte chiuse. La norma approvata ieri porta da 7 a 60 giorni il tempo a disposizione per dimettersi dalla carica elettiva, dopo lo scioglimento anticipato del consiglio regionale, e potersi candidare alla Regione. Una norma che consentirebbe al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, di scendere in campo e che in alcuni ambienti viene indicato come uno dei "papabili" alla candidatura a presidente per la coalizione di centrodestra. La legge, in realtà, offre anche ad altre figure che potrebbero incorrere in profili di incandidabilità la possibilità di allungare il tempo a disposizione per rimuoverle. La legge prevede anche la possibilità per un consigliere regionale che viene chiamato a ricoprire il ruolo di assessore, di mettersi in stand by per tutto il tempo necessario, durante il quale sarà sostituito dal primo dei non eletti. Una norma che non comporta costi aggiuntivi per il bilancio della Regione. Alle 17.30 il Consiglio è stato aggiornato di nuovo alle 19.30, giusto in tempo per consentire alla commissione di ritirare formalmente il progetto di legge elettorale. «Il nostro ostruzionismo ha pagato», ha commentato il consigliere M5S, Domenico Pettinari, «e ha portato al ritiro della legge. Una grandissima vittoria nei confronti della maggioranza a guida Pd che con questa proposta di legge ha dimostrato una violenza istituzionale mai vista prima. L'intento era quello di penalizzare i M5S a favore delle coalizioni di liste». Alle 21, quando è arrivato D'Alfonso, è iniziata la seduta del Consiglio, con l'inserimento all'ordine del giorno dei progetti di legge licenziati dalle commissioni. Tra questi, quello sui servizi minimi di trasporto pubblico locale, la Nuova Pescara, L'Aquila capoluogo, e la famosa 448, la cosiddetta "salva sindaci". Saltata, per mancanza della maggioranza richiesta, l'elezione del garante dei detenuti. Passato a maggioranza il riordino dei servizi minimi di trasporto pubblico locale, l'assemblea ha iniziato l'esame del progetto di legge 448, il "salva-sindaci". «Ci opponiamo a questa norma», ha detto il consigliere di FI, Lorenzo Sospiri, dando vita a un lungo dibattito dopo la presentazione di molti emendamenti. La seduta è stata sospesa alle 23.50 per riunire la conferenza dei capigruppo e aggiornata a mezzanotte e un quarto.

Mariani: resto convinto che alzare la soglia sia giusto

Consigliere Mariani, il ritiro della legge è una sconfitta per il Pd e la maggioranza? Fin da quando ho assunto la guida della commissione speciale, ossia dal 17 luglio, ho detto che avrei fatto un percorso condiviso, che avrei ascoltato tutti e che non ci sarebbero stati colpi di mano. Dopo aver riscontrato che la maggior parte dei commissari, compresi quelli di maggioranza, erano contrari all'innalzamento della soglia di sbarramento, con molta umiltà ho preso atto della situazione e ho ritirato il provvedimento».La ritiene una decisione giusta?«Ritengo di sì, perché bisogna entrare in consiglio regionale avendo un peso specifico ed essendo rappresentativi di qualcosa. L'opposizione ha parlato anche di un problema di metodo: non si cambiano le leggi elettorali pochi mesi prima delle elezioni. Sono convinto che cambiare una legge elettorale non favorisca un risultato piuttosto che un altro, anzi abbiamo esempi a iosa del contrario, di leggi elettorali che hanno penalizzato chi le aveva cambiate. Ripeto, ho assunto la guida della commissione da pochi giorni, se l'avessi fatto prima avrei sicuramente fatto delle proposte».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it