«Hai schiacciato nella portiera il braccio della mia fidanzata». Per questo motivo, nel cuore della notte, ha picchiato l'autista della Tua. Poi si è scagliato contro un passeggero intervenuto per riportare la calma. Infine ha riempito di offese i carabinieri. È un giovane di 26 anni, teatino, l'autore dell'aggressione in autobus avvenuta nel quartiere Tricalle tra martedì e mercoledì. Il ragazzo, che ha scatenato il panico sulla linea Pescara-Chieti, è stato bloccato dai militari della tenente Maria Di Lena. E ora, dopo la denuncia alla Procura, è finito sotto accusa per una sfilza di reati: interruzione di pubblico servizio, lesioni, percosse e oltraggio a pubblico ufficiale.
IL CAOS
Tutto comincia quando mancano dieci minuti all'una di notte. Il pullman, guidato da un autista di 52 anni, si arresta alla fermata che si trova dopo la chiesa di San Francesco Caracciolo. In attesa ci sono un ragazzo e una ragazza: lui sale, mentre lei inizia a chiacchierare con una persona scesa dal bus. Il conducente resta fermo per quasi un minuto, poi chiede alla giovane se è intenzionata a salire senza però ricevere risposta. E qui le versioni sono discordanti. Per il ventiseienne l'autista ferisce a un braccio la ragazza chiudendo le porte mentre lei sta entrando; il dipendente Tua, invece, assicura che la portiera è rimasta aperta finché la donna è salita regolarmente sul bus. Fatto sta che si scatena il putiferio. «Vado all'azienda dove lavori e vediamo come va a finire», grida il ragazzo che si avvicina al posto di guida. Poi colpisce l'autista al volto e comincia a offenderlo. Nel frattempo la giovane, vent'anni, anche lei di Chieti, inizia a lamentarsi per i (presunti) dolori al braccio. Un passeggero prova a difendere il conducente, ma viene a sua volta picchiato. Ormai fuori di sé, il ventiseienne aggredisce l'autista una seconda volta: gli fa cadere a terra gli occhiali e lo colpisce di nuovo al viso e a una spalla, facendogli battere la testa al finestrino. Sono minuti di grande tensione: altri passeggeri tentano di placare il giovane, ma senza risultati. L'autobus sbanda e percorre un breve tratto contromano, poi si ferma su via dei Peligni, non lontano dal deposito dei pullman. A quel punto parte la chiamata al 112 e arriva tempestivamente una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile di Chieti. Ma, almeno all'inizio, non basta l'intervento dei carabinieri per fermare la furia del ventiseienne, che insulta pesantemente i militari e pronuncia frasi del tipo: «Credete di farmi paura solo perché indossate una divisa?». Il ragazzo viene fermato e occorre ancora un po' di tempo per riportare la calma. Dopo aver accumulato un ritardo di un'ora, l'autista trasporta fino al terminal di largo Cavallerizza (dietro al tribunale) i passeggeri rimasti a bordo. Poi, dolorante, va in ospedale. I medici del pronto soccorso gli diagnosticano una serie di ecchimosi e contusioni alla testa e alle braccia: dovrà restare a riposo per almeno cinque giorni. L'aggressore, invece, rischia di finire sotto processo.