Tutto perso. 18 milioni di euro solo Pescara. Hanno puntato il dito tutti, parlamentari ex parlamentari gregari portaborse e cittadini, contro lo scippo del governo giallo-verde. Poi la verità è venuta a galla: il bando per le periferie previsto nel decreto Milleproroghe con dentro i finanziamenti per i Comuni è stato bocciato anche dal Pd. Persino Renzi, che l’aveva voluto, persino il senatore ancora presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, hanno votato insieme ai Cinquestelle. Tutti insieme appassionatamente, grillini Pd Forza Italia, tutti ma proprio tutti i senatori abruzzesi di ogni ordine e grado, hanno bocciato il bando per le periferie. La polemica è scoppiata un attimo dopo la bocciatura del provvedimento: mentre in aula il Pd votava insieme ai 5 stelle la bocciatura dei finanziamenti, fuori da Palazzo Madama cominciava la campagna mediatica al fianco dei Comuni.
Il primo a gridare allo scandalo è stato il parlamentare Camillo D’Alessandro: non sapeva ancora che Dalfy aveva votato con i grillini.
Sotto accusa il provvedimento approvato il 7 agosto al Senato in attesa del via libera della Camera previsto a settembre: da un lato si prevede lo sblocco degli investimenti per gli enti virtuosi, dall’altro si congelano fino al 2020 i finanziamenti per 96 Comuni per trasferirli in un’altra cassa. In pratica, secondo la sottosegretaria Laura Castelli, la bocciatura del bando delle periferie si sarebbe resa necessaria per rispettare una controversa sentenza della Corte costituzionale. Che riguarda proprio la seconda tranche del piano periferie voluto da Renzi, che prevedeva 2,1 miliardi di finanziamenti dallo Stato con effetti potenziali calcolati in 3,9 miliardi di cofinanziamenti dai privati. I 5 stelle prevedono di dirottare questi finanziamenti in un fondo cassa diverso.
Adesso Pescara sa chi deve ringraziare. Pure il sindaco Marco Alessandrini si era precipitato ad accusare il governo giallo-verde per la perdita dei 18 milioni di euro. Peccato che sopra c’è anche il timbro del Pd e di Dalfy.
ps: la prossima volta, contare fino a tre prima di parlare