Orari modificati senza preavviso, pendolari che arrivano tardi al lavoro. Un «incubo quotidiano» lo definiscono i lavoratori che, soprattutto da Montesilvano e Pescara, salgono sulla linea che da San Benedetto raggiunge Lanciano, loro sede di lavoro. Impiegati che al mezzo proprio preferiscono il treno. Lamentano scarsa attenzione tanto da definirsi «gli ostaggi dimenticati della Tua-Sangritana». Angelo Maietta, Gianluigi Mancini, Giovanni De Santis, Mary Blasetti, Amedeo Luongo, Pamela Vizioli, Loredana Bucci, Cinzia D'Amico, Maria Grazia Barone, Anna Di Paolo, Lorenzo Laganà, Pierluigi Monini, Letizia Giampaolo, portano avanti la protesta in prima persona. «La mattina si fa tardi considerando l'inizio del lavoro alle 8,30 - spiegano -. Con il treno da Pescara alle 7,50 arriviamo alle 8,50 perché si scende a San Vito per prendere la navetta». Sul rientro: «Chi esce dal lavoro alle 17 torna a casa alle 20 se tutto va bene. Il treno in partenza da Lanciano alle 17.05 e che prevedeva una navetta alle 16.55 già era difficile da prendere, viene anticipato alle 16.43». Dalla Tua rispondono ai pendolari: «Abbiamo ottemperato nei tempi e nei modi alle prescrizioni dell'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie che tra l'altro, ha disposto che la velocità massima sulla tratta Lanciano-San Vito non superi i 50 chilometri orari e che non circoli più di un treno all'ora nello stesso senso di marcia. Il nostro obiettivo è limitare i disagi dei pendolari. Le partenze da Lanciano sono state anticipate di 4 minuti e gli arrivi posticipati di due. La limitazione di un treno all'ora però ha comportato la sostituzione di tre coppie di treni con i bus». I pendolari dicono però che lo spostamento è ben superiore ai quattro minuti, da cui i disagi. «Siamo pronti a incontrare i responsabili dei trasporti - aggiungono - per studiare insieme la soluzione migliore».