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Data: 12/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
L’Abruzzo del futuro passa attraverso l’Agenda Marchionne di Stefano Cianciotta (*)

Dagli investimenti sulla viabilità allo sviluppo dei porti commerciali, dalla realizzazione della banda larga nei distretti industriali alla progettazione del turismo come asset strategico. L'Abruzzo del futuro passa inevitabilmente attraverso l'Agenda Marchionne, che nell'ultimo discorso abruzzese alla Sevel il 9 luglio 2013 indicò in modo netto quale sarebbero stati gli investimenti che la regione avrebbe dovuto sostenere per aumentare la vocazione industriale del suo territorio. Rileggere oggi le priorità indicate da Marchionne significa comprendere quale potrà essere il futuro della regione, alle prese con una forte deindustrializzazione, e con la necessità di accelerare la definizione degli strumenti più idonei per attrarre investimenti, in primis la Zona economica speciale (Zes).
L'Abruzzo, infatti, è a metà del guado e ancora molto va fatto per dare consistenza alle parole di Marchionne, che in Abruzzo annunciò l'investimento di 700 milioni per il restyling della fabbrica, ma disse in modo perentorio che quelli erano gli ultimi soldi che avrebbe portato in dote alla Sevel se le istituzioni locali non avessero provveduto a migliorare le infrastrutture.
Eccezion fatta per l'affidamento dell'appalto dell'ultimo tratto della Fondovalle Sangro (non sarà ultimata prima del 2022), e per la messa in opera di alcuni tratti della banda larga, che però a fine 2016 non copriva nessun comune dei distretti industriali abruzzesi (Fonte Osservatorio Statisticheimpresa 2.0 del Mise), dopo cinque anni siamo quasi ai livelli del 2013. La percentuale di copertura della banda larga nei Distretti è salita al 16% (Fonte Istituto per la Competitività), mentre complessivamente tra immobili privati e imprese l'Abruzzo ha raggiunto il 38,5% (Fonte Agenda Digitale del Governo). Emblematica, a riguardo, la dicotomia tra i porti di Vasto e di Ortona. Entrambi rivendicano un ruolo strategico nella Zes, ma al momento la Regione attraverso l'Arap non ha ancora rimesso la progettazione definitiva, mentre le Zes delle Regioni Calabria e Campania sono già operative dopo l'approvazione dell'allora Governo Gentiloni. Il ritardo dell'Arap rischia di compromettere la Zes abruzzese che comprende anche il Molise. La Regione Molise, proprio a causa del ritardo della progettazione dell'Arap, vuole chiedere al Governo di rimodulare il Decreto 91 del 2017, per passare così con la Puglia, la cui Zes può contare su un'Autorità portuale che si sta distinguendo per competitività e innovazione dei servizi. Sarebbe un colpo forte per le ambizioni dell'Abruzzo, che ha necessità di attrarre investimenti dopo che i recenti dati dello Svimez hanno di fatto confermato quello che tutti avevano percepito: l'Abruzzo come il Sud fa fatica, nonostante gli interventi sostenuti dai Governi per la ricostruzione post-sisma.

(*) Presidente Osservatorio Infrastrutture Confassociazioni

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