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Pescara, 24/11/2024
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Data: 13/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso le elezioni comunali - Alessandrini: «Pronto a ricandidarmi a sindaco». Il primo cittadino esce allo scoperto e lancia un messaggio al centrosinistra: «In questi cinque anni ho risanato i conti della città, ora voglio continuare»

PESCARA «Sono a disposizione per fare un secondo mandato di sindaco». A dieci mesi dalle prossime elezioni comunali, Marco Alessandrini, in partenza per una breve vacanza nel Salento dai parenti della moglie, esce allo scoperto e conferma di volersi ricandidare alla guida della città per altri cinque anni, o almeno fino a quando non nascerà la Nuova Pescara. Le polemiche, le critiche di alcuni cittadini e politici dell'opposizione che sostengono che la città sia piombata in uno stato di degrado e abbandono, e le proteste per strade rotte, piste ciclabili non desiderate, mare sporco e smog, registrate in questi anni durante sua amministrazione, non sembrano aver scoraggiato Alessandrini. Il sindaco ora si dice pronto a sottoporsi di nuovo al giudizio degli elettori, nonostante i tempi siano cambiati, il centrosinistra continua a maturare sconfitte un po' in tutta Italia e quell'ampio consenso nei suoi confronti emerso nel 2014, ora appare, secondo l'opinione di alcuni, decisamente ridimensionato. Nel frattempo il Pd, il partito del sindaco, parla di primarie per la scelta del candidato.Sindaco, la consiliatura sta per giungere al termine. Che città lascerà ai pescaresi?«Abbiamo trovato una città con poche speranze, perché quelli prima di noi se ne sono andati lasciando i conti con oltre 30 milioni di euro da pagare. Oggi Pescara ha i conti a posto, i debiti pagati e può guardare con slancio ai suoi primi cento anni che arriveranno nel 2027».Nei mesi scorsi, aveva detto di essere a disposizione della coalizione per continuare il suo mandato di sindaco. La pensa ancora così?«Naturalmente sì, non sono cambiato né dopo il 2009, né dopo il 2014. Per me, la politica è impegno civile e responsabilità nei confronti di quelle tante persone che, attraverso quello strumento straordinario chiamato democrazia, ci consentono di esercitare la rappresentanza».Sarebbe disponibile a fare altri cinque anni alla guida della città con la stessa coalizione, o preferirebbe l'alleanza con altre forze politiche?«Io sono sempre aperto verso gli uomini e le donne di buona volontà, competenti, pronti ad impegnarsi a favore dell'interesse collettivo, più che per la somma di quelli individuali».A settembre si apre una fase cruciale per l'attività amministrativa. Ci sono rimasti solo pochi mesi per completare il suo programma di mandato. Quali sono le opere che potranno essere realizzate prima delle elezioni di maggio 2019?«Dopo l'estate riprenderanno i lavori della riviera sud, cui teniamo molto. La grande infrastruttura, vedi il ponte Flaiano, l'abbiamo inaugurata lo scorso anno. Realizzeremo prima della scadenza del mandato la bretella di via del Circuito per alleggerirla e raddoppiarne la viabilità. In questo finale di consiliatura, ferma restando la manutenzione della città come nostra premura, vorremmo vedere realizzate le prime opere previste nel bando di riqualificazione delle periferie: con gli altri sindaci faremo di tutto affinché il governo torni indietro nella sua scelta di congelare 18 milioni fino al 2020. Pescara, ad esempio, ha subito bisogno della strada Pendolo per migliorare i collegamenti con la zona sud ovest della città. E poi, l'area di risulta o, come ci piace definirla, Parco centrale».La sua amministrazione rischia di non fare in tempo a vedere l'inizio della riqualificazione delle aree di risulta. E il progetto potrebbe diventare carta straccia dopo l'insediamento di una nuova giunta. Non crede che ci sia stato troppo ritardo nell'avviare l'iter?«Io credo che la soluzione del vuoto urbano, che da oltre 30 anni rappresenta un'incompiuta cittadina, non sia una questione della giunta Alessandrini, ma un diritto collettivo, quello di portare la modernità nel cuore di Pescara. C'è voluto del tempo per predisporre la delibera, visto che alla sua base c'è un complesso piano economico-finanziario che ha richiesto il necessario studio. Ora ne discuteremo in consiglio, facendo conoscere alla città tutti i vantaggi della riqualificazione e la necessità di non perdere questo treno».Anche gli interventi per potenziare la depurazione del fiume e risolvere il problema dell'inquinamento del mare saranno probabilmente completati dalla prossima amministrazione.«Gli interventi sul ciclo idrico integrato sono strutturali e destinati a produrre effetti nel breve, medio e lungo periodo. Abbiamo già visto il taglio della diga foranea. I lavori di potenziamento del depuratore, finalizzati a quadruplicarne la capacità depurativa, si concluderanno entro la primavera prossima. Per il futuro, sono previsti e finanziati nel territorio pescarese lavori pubblici da parte di Ersi, cioè il soggetto programmatore del sistema idrico integrato, per complessivi 31 milioni di euro, una cifra mai vista prima, insieme a un'attività istituzionale altrettanto inedita».Sul fronte della lotta allo smog, alcuni progetti non sono stati portati a termine. Mi riferisco alla convenzione che doveva essere firmata sei mesi fa dai sindaci dei Comuni limitrofi per adottare misure concordate contro l'inquinamento. Ma quel documento è rimasto lettera morta.«Non condivido il suo pessimismo. Per primi abbiamo avviato un percorso per cui i sei Comuni di Pescara, Montesilvano, Spoltore, Città Sant'Angelo, San Giovanni Teatino e Francavilla, si sono seduti intorno ad un tavolo e hanno convenuto di fare fronte comune adottando le medesime politiche ambientali. Nessuno in passato ha messo in cantiere iniziative simili. La delibera volta all'approvazione dello schema di convenzione è all'esame della competente commissione e approderà in consiglio nella prima seduta utile dopo la pausa estiva».È finita nel dimenticatoio anche la nuova opera di Toyo Ito per Pescara che doveva prendere il posto del Calice. Che fine ha fatto il progetto dell'architetto giapponese presentato un anno fa?«La nuova opera di Toyo Ito non è finita nel dimenticatoio, ma è sempre oggetto di un'avanzata trattativa per raggiungere un accordo transattivo che metta d'accordo le parti in causa, esattamente come abbiamo fatto per i 15 anni di contenzioso del nuovo tribunale, e per avere, senza alcun onere economico aggiuntivo per l'amministrazione, una nuova opera del maestro giapponese».

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