L'AQUILA In attesa di capire se le posizioni di questi giorni si cristallizzeranno, e quindi se Lega e Forza Italia marceranno davvero divise o se, invece, come annunciato dal sottosegretario salviniano Giancarlo Giorgetti, la ricomposizione è possibile, ci sono da registrare fibrillazioni sui provvedimenti di fine legislatura con evidente proiezione elettoralistica. La molla l'ha fatta scattare il leghista Gianfranco Giuliante, dicendo, in sostanza, che la logica delle due leggi approvate in extremis, L'Aquila capoluogo e Nuova Pescara, è quella di rendere attaccabile proprio il ruolo del capoluogo alla luce della creazione del maxi Comune adriatico. Disegno, però, respinto con forza dal segretario regionale del Pd, Marco Rapino: «Comprendiamo la necessità degli esponenti della Lega in Abruzzo di allinearsi al loro mentore politico Matteo Salvini e di spararne, quindi, una nuova ogni giorno, ma quella sulla legge L'Aquila capoluogo varca ogni confine di buonsenso e si avvicina quasi alle scie chimiche e all'aumento del Pil legato ai condizionatori. Dunque, se abbiamo compreso bene la dietrologia di Giuliante, ci sarebbe un disegno nascosto per trasformare Pescara nel nuovo capoluogo della Macro-Regione e abbandonare L'Aquila al suo triste destino di periferia del nuovo impero, giusto? Farneticante è dir poco. Siamo di fronte, ormai, a dei bufalari di professione, non in grado neanche più di distinguere la realtà dalle fake news che loro stessi inventano. Una teoria complottista che rischia di oscurare quella sulla terra piatta e l'omicidio di Elvis Presley. E la cosa più grottesca è che Giuliante definisce gli altri idioti».
«Se non ci fosse da piangere aggiunge Rapino -, ci sarebbe davvero da ridere. Sono lieto che si stiano rivelando, ogni giorno, per quello che sono davvero, cioè politicanti in cerca di autore, senza una visione del futuro dell'Abruzzo (ma come aspettarsi altro da un partito che fino a ieri ci definiva il Nord Africa e che reputava i cittadini abruzzesi e del Mezzogiorno parassiti da evitare?). La verità è che non c'è nessuna strategia occulta dietro l'approvazione delle due leggi, L'Aquila capoluogo e Nuova Pescara, ma solo la volontà di far crescere il nostro territorio, da un lato aprendoci con più forza all'Adriatico e, dall'altro, creando un collegamento più robusto e diretto con la sponda tirrena. Invece di immaginare dietrologie inesistenti, quindi, gli esponenti della Lega avanzassero proposte serie per il nostro Abruzzo, sempre se ne sono capaci».