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Data: 15/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Opere di Morandi anche in Abruzzo. Suo il progetto del Ponte Capograssi di Sulmona. Il Comune riunisce la task force

ROMA Un progetto geniale, ma fragile. Un capolavoro di ingegneria, finito su riviste e libri di testo, ma che non teneva conto di un elemento fondamentale: il degrado del materiale. Nel clima ottimista degli anni Sessanta, del boom economico, tutto sembrava possibile per la tecnologia e la creatività italiana. Così nacque il Ponte Morandi di Genova: bello, ardito, ma minato dentro, bisognoso di continua e costosa manutenzione. Fino al crollo di oggi.«Il problema del ponte è che i tiranti, gli stralli, sono stati costruiti in calcestruzzo e non in metallo, e che negli anni Sessanta non si metteva in conto che il calcestruzzo si degrada e poi collassa», spiega l'architetto genovese Diego Zoppi, ex presidente dell'ordine genovese, oggi membro del consiglio nazionale degli architetti. «Cinquant'anni fa c'era una fiducia illimitata nel cemento armato. Si credeva fosse eterno. Invece si è capito che dura solo qualche decennio».Riccardo Morandi era un grandissimo ingegnere e progettista, geniale e innovativo. A Sulmona ha realizzato Ponte Capograssi. Diresse i lavori negli anni Sessanta e da allora il ponte non ha subito grossi lavori di manutenzione o conservazione. Una decina di anni fa venne alzata la balaustra in ferro, che non rispondeva alle ultime normative sulla sicurezza. Appena due anni fa, invece, fu chiuso dopo il terremoto del novembre 2016 per il presunto disallineamento dei giunti che lo tengono assieme. Cosa poi scongiurata dai successivi sopralluoghi, che ne avevano consentito la riapertura dopo 48 ore. Ora, dopo quanto accaduto a Genova, il vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici Nicola Angelucci già da ieri nel primo pomeriggio ha convocato un incontro con tecnici e funzionari comunali per giovedì. «Nella riunione ricostruiremo quanto fatto sul ponte in termini di manutenzione», spiega, «anche se io non ricordo che siano stati fatti lavori almeno di recente e poi dovremo capire il da farsi». Anche dopo il terremoto del 2009 il ponte fu limitato al solo transito delle auto, eliminando i parcheggi blu, che negli anni sono stati realizzati. Poi anche il divieto di parcheggio è venuto meno e tutto è tornato alla normalità.

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