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Pescara, 24/11/2024
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Data: 15/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Abruzzo verso le regionali - Gelo sull’ipotesi voto nel 2019. Da Sospiri e Di Stefano il netto no del centrodestra: «Non terremo i consiglieri a spasso per sette mesi», Di Pangrazio nega la paternità del progetto, ma resta l’incognita bilancio. Coro di no al piano per elezioni nel 2019

L'AQUILA Non c'è convergenza politica sulla possibilità di far scivolare il voto per le regionali a inizio 2019, tra febbraio e marzo. Un'eventualità che pare farsi strada alla luce dell'ingorgo normativo le leggi in vigore si prestano a letture diverse -, ma soprattutto dai problemi amministrativi, finanziari e politici che causerebbero elezioni a metà dicembre, in concomitanza con l'approvazione del bilancio di previsione pluriennale 2019-2021. Ieri il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio ha negato la paternità del piano per spostare il voto a inizio 2019: «Mi chiedo quale piano sia stato intravisto nel mio agire allorché, ricevute il 10 agosto 2018 le dimissioni del presidente della Regione Abruzzo, ho convocato, il primo giorno feriale utile, il 13 agosto 2018, la direzione Affari della Presidenza e Legislativi per analizzare tutti gli adempimenti e le specifiche criticità in atti. La Direzione mi rimetterà con urgenza entro oggi, 14 agosto 2018, tutti gli atti necessari per la sottoscrizione del decreto di scioglimento del Consiglio e le notifiche di legge, che io sottoscriverò, come ho sottolineato nella mia comunicazione con la direzione, entro e non oltre il 16 agosto 2018, primo giorno utile considerate le festività. Dunque l'atto sarà sottoscritto nei termini più brevi consentiti. Non ho derogato, né derogherò mai al mio compito di garante istituzionale dell'Assemblea legislativa della Regione Abruzzo».
L'ACCELERAZIONE
Mentre Di Pangrazio ribadisce quale sarà il percorso istituzionale, sorvolando sulla preoccupazione, fatta trapelare lunedì, per la sessione di bilancio alla vigilia delle eventuali elezioni di dicembre, Forza Italia preme sull'acceleratore. Commentando l'ipotesi del voto 2019, il capogruppo consiliare Lorenzo Sospiri attacca: «Noi non terremo a spasso consiglieri e giunta per sette mesi a prendere lo stipendio visto che il consiglio non si può più riunire e la giunta fa solo ordinaria amministrazione». Poi, nel dettaglio, spiega: «Dalla data delle dimissioni del presidente della giunta regionale decorrono i termini inderogabili entro cui le elezioni non solo devono essere indette, ma devono anche svolgersi. Lo statuto della Regione Abruzzo, la legge elettorale e il regolamento interno per i lavori del consiglio sono assolutamente chiari ed inequivocabili sul punto. Lo dicono anche la Corte Costituzionale (sentenza 196/2003) e il Consiglio di stato. L'articolo 6, comma 2, della legge elettorale abruzzese (9/2013) stabilisce infatti che in caso di scioglimento anticipato del consiglio (conseguente, come nel nostro caso, alle dimissioni del presidente) le elezioni si svolgono entro tre mesi dallo scioglimento stesso. In questa ipotesi lo scioglimento si verifica dalla data delle dimissioni e non da quella del decreto di scioglimento. Infatti, l'articolo 140, comma 1, del regolamento interno per i lavori del consiglio stabilisce che le dimissioni volontarie del presidente della giunta comportano le dimissioni della giunta e lo scioglimento del consiglio con effetto dalla data del verificarsi dell'evento (ovvero dalla data delle dimissioni). Il decreto di scioglimento deve essere notificato ai consiglieri e pubblicato senza indugio sul bollettino ufficiale anche per consentire ai soggetti che versano nelle condizioni di ineleggibilità di rimuovere la relativa causa entro 45 giorni».
Che lo scontro sia anche politico lo testimonia anche la dichiarazione di Fabrizio Di Stefano, ex deputato azzurro, oggi in orbita civica: «Dal marzo scorso la Regione Abruzzo è a guida illegittima e non è pensabile rinviare ulteriormente la data del voto, che anzi auspico sia fissato già per ottobre. Se qualcuno, per spirito di autoconservazione delle indennità non se ne rende conto, è meglio che si rassegni: l'Abruzzo e gli abruzzesi hanno ben altre priorità».

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