MILANO - Giornata da incubo in Borsa per Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, all'indomani dell'annuncio da parte del governo di volere revocare la concessione alla società che gestiva il tratto di autostrada interessata dal crollo di Ponte Morandi a Genova. Dopo non essere riuscito a fare prezzo in avvio il titolo accede agli scambi e arriva a perdere oltre il 25%, poi riguadagna terreno sulla scia delle indiscrezioni raccolte da Reuters, secondo cui il governo considerata la difficoltà dell'iter di revoca starebbe valutando anche la strada della sanzione. Poco prima di seduta il titolo perde il 15%. Più contenute ma comunque molto pesanti anche le ripercussioni sui bond. Le obbligazioni di Atlantia con scadenza luglio 2027 sono scivolate del 6,7% a 88,6 mentre quelle con scadenza 2023 perdono il 4,02% a 97,24.
La società intanto si difende e con una nota spiega che l'annuncio della revoca è arrivato senza una contestazione specifica, e in ogni caso invoca il pagamento da parte dello Stato del valore residuo della concessione. Somma che potrebbe rivelarsi molto ingente. Penali che secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non dovranno essere versate: "Sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali. Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano", ha detto intervistato a Radio24 sottolinando anche che "Prima che il Governo annunciasse il ritiro della concessione, già la Borsa aveva condannato Atlantia". Lunedì, alla chiusura dei mercati e prima della decisione del governo, il titolo aveva perso il 5,39%.
"Atlantia S.p.A - spiega la nota della società - in relazione a quanto annunciato in merito all'avvio di una procedura finalizzata alla revoca della concessione nella titolarità della controllata Autostrade per l'Italia, deve osservare che tale annuncio è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto".
La società poi critica poi il governo per le modalità con cui ha annunciato la volontà di revocare la concessione, con prevedibili ripercussioni sul titolo in Borsa, come si sta vedendo già in questi minuti. "Le modalità di tale annuncio - rileva la società - possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti". In ogni caso, spiega quindi la nota, "pur considerando che anche nell'ipotesi di revoca o decadenza della concessione - secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate - spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili".
Autostrade per l'Italia invece fa sapere di essere "impegnata nella ricerca della verità e collabora con le istituzioni". "Le nostre scuse sono nelle parole e nei fatti. Ma non ci sollevano dalla consapevolezza di dover e poter dare molto a Genova per il superamento dell'emergenza", si spiega sottolineando che "se dagli approfondimenti interni già avviati o dalle inchieste delle autorità competenti, anche a prescindere da profili penali, dovessero emergere responsabilità di manager, funzionari o tecnici dell'azienda, autostrade per l'italia adotterà in modo rigoroso i provvedimenti conseguenti
Con un'altra nota invece, Edizione Srl, holding della famiglia Benetton e azionista di riferimento di Atlantia, ha spiegato che "farà tutto ciò che è in suo potere per favorire l'accertamento della verità e delle responsabilità dell'accaduto".
GLI ALTRI GESTORI MALE IN BORSA
Se Atlantia non riesce ad accedere agli scambi, fanno molto male le altre società. Astm e Sias, le concessionarie autostradali di proprietà del gruppo Gavio, crollano dopo che il governo ha minacciato una stretta su tutte le concessioni autostradali. I titoli della Astm lasciano sul terreno l'8,4% a 18,32 euro mentre quelli di Sias cedono il 7,9% a 12,1 euro. In calo del 4,8% anche le Autostrade Meridionali