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Data: 17/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Viadotti, allarme e psicosi in Abruzzo «Se fossero pericolose avremmo già chiuso le autostrade» Il vicepresidente del concessionario Strada dei Parchi rassicura su A24 e A25 «Se non si sbloccano i fondi per i nuovi lavori, la concessione torni allo Stato». A Teramo preoccupa il viadotto di San Gabriele

L'AQUILA «Se fossero pericolose, non sarebbero aperte. C'è in gioco la responsabilità del concessionario e del governo che vigila. C'è un costante monitoraggio, anche straordinario, vista la sismicità dell'area, in particolare su tutti i viadotti». Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, il vicepresidente del concessionario Strada dei Parchi Mauro Fabris rassicura gli abruzzesi circa la stabilità dei viadotti delle autostrade A24 e A25. «Siamo una realtà tra le poche in Italia che hanno realizzato il piano intervento di messa in sicurezza al 104 per cento rispetto a quanto previsto dal contratto con lo Stato: parliamo di 700 milioni spesi dal 2009 ad oggi - aggiunge - Non siamo preoccupati per il presente, ma per il futuro: se non saranno sbloccati i fondi per i nuovi interventi da fare valuteremo l'opportunità di restituire la concessione al Governo». A inizio luglio intanto si sono conclusi i primi interventi urgenti di antiscalinamento per evitare lo scivolamento dei viadotti dalle pile per una spesa complessiva di 170 milioni. Tuttavia, i cantieri si sono fermati in attesa che il Governo sblocchi i 250 milioni stanziati dalla legge 123/2017 per gli ulteriori interventi di adeguamento sismico Misu. La Legge di stabilità ha anticipato infatti solo 58 milioni dei 250 per completare l'antiscalinamento. Sulle condizioni del viadotto di Pietrasecca, a Carsoli, infine Fabris sottolinea: «L'antiscalinamento è stato fatto, ma restano da fare gli interventi Misu che andranno eseguiti anche sui viadotti di Sant'Onofrio, dello svincolo di Tornimparte, di Popoli e dello svincolo tra Bussi e Popoli».
Intanto il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi con una lettera indirizzata a Strada dei parchi ha chiesto una relazione sulle manutenzioni preventive e programmate delle infrastrutture autostradali, dell'attività di diagnostica, di viadotti, ponti e gallerie nel tratto di A24 ricadente nel territorio comunale, «dove l'elevata sismicità del territorio e i drammatici fatti del 2009 hanno segnato profondamente una comunità che ancora oggi sconta un sentimento di profondo turbamento rispetto a disastri come quello del capoluogo ligure». «Il compito di un amministratore - aggiunge Biondi - è quello di garantire la tranquillità e l'incolumità dei suoi concittadini. Ho chiesto che la documentazione sia fornita in tempi brevi». A chiedere lo sblocco delle somme per gli interventi di messa in sicurezza delle autostrade anche la deputata Stefania Pezzopane: «I ministri vanno in televisione e sui social per fare una ridicola caccia alle streghe. Ci dicano cosa faranno per la messa in sicurezza antisismica e per la verifica delle nostre strade ed autostrade. Nella passata legislatura ho presentato emendamenti per mettere in sicurezza l'A24 e l'A25, consentendo al concessionario di utilizzare a questo scopo i canoni previsti. Ora vanno utilizzati i fondi». Per il presidente regionale di Legambiente Giuseppe Di Marco, «la più grande opera pubblica di sicurezza e occupazionale resta la manutenzione». Tra le emergenze Legambiente segnala lo stato dei viadotti autostradali Teramo-Roma e Pescara-Roma e ricorda «il crollo del ponte sulla statale 16 all'altezza della foce del Sangro, collassato all'improvviso, i due ponti nel tratto Atessa-Lanciano, per tenuta dei pilastri, e i ponti chiusi che collegano l'area industriale della Val di Sangro con la Campania per problemi di stabilità». Il Codacons intanto «diffida i prefetti di Pescara e L'Aquila e chiede il blocco dei mezzi pesanti per 30 giorni».

A Teramo preoccupa il viadotto di San Gabriele

TERAMO A preoccupare i sonni (poco) tranquilli del presidente Renzo Di Sabatino, che il 31 ottobre terminerà il suo mandato alla Provincia di Teramo, sono le manutenzioni sui ponti e viadotti le cui somme d'intervento sono insufficienti. Il lavoro fin qui svolto è stato enorme ma altrettanto c'è da fare in un territorio che conta 1.360 km di viabilità di competenza. Mentre a livello nazionale vengono destinati 6/7 mila euro a Provincia per la manutenzione di un km di strada, compreso quindi ponti, viadotti e cavalcavia, a Teramo la somma è meno della metà. «Quest'anno avremo meno di 3 milioni di euro- specifica l'avvocato- ma a questa somma si dovrà decurtare gli stipendi degli operai, assieme a sfalcio erba, piano neve e altro ancora, per cui alla fine mi ritrovo solo 500mila euro per la manutenzione ordinaria». In aiuto arriva però la straordinaria (quasi un milione) ma a conti fatti non aiuterà granché. Il quadro complessivo non è affatto incoraggiante anche se la Provincia ha dimostrato molto dinamismo, migliorando non poco la situazione, intervenendo con la messa in sicurezza milionaria di ponti di Cesano e Biancone (Civitella), Nocella (Campli), Fontanelle (Atri), Zappacosta (Pineto), Bisenti, Frattoli (Crognaleto) e altri ancora. Si stanno monitorando altre infrastrutture ma anche su questo versante la situazione non è idilliaca: «Qui abbiamo un problema di risorse umane da legare a questo tipo di lavoro. Sono stati chiesti all'Anas 50mila euro per più personale qualificato».
Sul territorio ci sono infrastrutture vecchie di 50 anni e il cemento armato si degrada. Sul ponte del Salinello lungo l'A14, il più alto d'Abruzzo (130 metri), l'anno scorso si verificò il distacco di alcuni calcinacci: i piloni che sorreggono il viadotto sono evidentemente non in buona salute e in alcuni punti è possibile scorgere a vista il ferro usato per armare il viadotto. «Su questo ponte- spiega il presidente dell'Ordine degli ingegneri di Teramo, Agreppino Valente- sono stati fatti dei lavori con il ripristino dei copriferri, in genere su questo tipo di infrastrutture c'è il problema dell'acqua piovana (acidula) che si deposita sui pulvini e comincia a disgregare appunto il copriferro».
Ma a destare molte preoccupazioni a Teramo città è il ponte San Gabriele: «Qui- prosegue Valente- bisogna intervenire subito, lo si doveva fare già dieci anni fa, il problema è rappresentato anche dai carichi pesanti che nel tempo sono aumentati». La struttura già transennata diverso tempo fa per dei calcinacci che sono caduti dai piloni, mostra i ferri a vista ormai lungo quasi tutti i piloni e nella sezione sottostante il manto stradale. E' stata al centro di rimpalli strategici tra Comune e Anas che si rinfacciano la gestione. Addirittura si parlava che si volesse dare una polpetta avvelenata all'ex sindaco Brucchi perché per la sua ristrutturazione sarebbero occorsi milioni di euro.

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