L'AQUILA I timori dell'altro giorno si sono, purtroppo, rivelati fondati. La scossa di 4.7 del 14 agosto non è stata altro che il preludio a quella, nettamente più forte, avvertita ieri alle 20.19. Epicentro ancora nel Molise, nei pressi di Montecilfone (Campobasso). Magnitudo 5.2 (ricalcolata successivamente in 5.1), ovvero sopra la soglia del danno. E poi ancora un'altra, alle 22,22: stavolta di magnitudo 4.5. Queste le più forti, nitidamente avvertite dalla popolazione che si è riversata in strada, ma in quelle due ore in realtà sarebbero state 16 le scosse registrate. Secondo l'Ingv potrebbero esserci legami con la faglia che nel 2002, magnitudo 5.7, a San Giuliano di Puglia fece crollare una scuola, causando la morte di 27 bambini e una maestra. Qualche danno c'è stato, ieri sera, sia nei pressi dell'epicentro sia nella vicina Palata, così come ad Acquaviva Collecroce. A Campomarino si sono udite le sirene delle ambulanze perché in tanti hanno accusato malori per lo spavento. Crepe nei muri e nelle case più antiche.
LE VERIFICHE
Le scosse più forti sono state avvertite in una zona molto ampia: tutta la costa abruzzese, nei campeggi e negli hotel pieni per le vacanze, Pescara, il basso Chietino, il Foggiano, zone interne dell'Avellinese, nel Sannio, a Napoli, fino a Roma e nell'alto Lazio. Meno nell'Aquilano e nelle zone colpite dal sisma del 2016. Ovunque la gente è scesa in strada e i centralini delle forze dell'ordine sono stati presi d'assalto. Il sindaco di Montecilfone, Franco Pallotta: « La gente è tutta in strada. C'è qualche muro vecchio crollato, in molti casi già attenzionato dall'altro giorno. La messa in sicurezza ha consentito di evitare conseguenze. Non è facile essere ottimisti, la popolazione è allarmata e chiede verifiche sulle abitazioni. È presto per fare un quadro preciso, ma grazie a Dio non mi sono giunte notizie di danni a persone». Niente danni alle persone - conferma il governatore molisano, Donato Toma - ma «lesioni, anche importanti sono state rilevate in alcuni edifici, qualche casa disabitata è crollata». Oggi saranno effettuate «verifiche più approfondite».
LA SEQUENZA
Secondo Carlo Doglioni, presidente dell'Ingv, si tratta di «un terremoto molto simile in termini di natura a quello di San Giuliano di Puglia del 2002. La localizzazione è leggermente più a nord dell'evento del 14 agosto, quattro chilometri a sud-est di Montecilfone secondo i primi rilievi, ma indicativamente gli eventi hanno la stessa origine geodinamica e la stessa profondità». La grande questione, ora, è capire come evolverà questa sequenza. Il geologo dell'Università dell'Aquila, Antonio Moretti, aveva già espresso qualche preoccupazione l'altro giorno, dopo il 4.7: «Si colloca in una specie di buco sismico tra la zona del Gargano e le strutture della dorsale appenninica. Quella specie di naso che dall'Appennino si protende verso est fino al Gargano è una struttura trascorrente (cioè a scorrimento trasversale) che in passato ha dato luogo a notevoli scosse, tra cui il terremoto-maremoto del 30 luglio 1627 a Lesina che causò migliaia di vittime. Non credo che oggi ci sia una pericolosità sismica maggiore di ieri, ma comunque, oggi come ieri, andando in vacanza sulle coste adriatiche sarà opportuno porre un minimo di attenzione».