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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Concessione verso la revoca. Conte: una legge per Genova. Toti super commissario, scontro Lega-M5S E slitta il consiglio dei ministri in prefettura. Sequestrati pc e email L'ipotesi: un tirante rotto

ROMA Per il governo la società Autostrade per l'Italia è responsabile della tragedia di Genova e dunque la sua concessione va revocata. La lettera che avvia la procedura è partita ieri e il premier Giuseppe Conte lo ha annunciato ufficialmente con un comunicato dai toni durissimi. «Il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e l'onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia». Ora l'azienda controllata dalla famiglia Benetton avrà 15 giorni per le controdeduzioni. Ma avverte il premier non basterà, eventualmente, nemmeno ricostruire il ponte. Nel caso, «sarà solo a titolo di provvisorio risarcimento del danno, fermo restando che la ferita inferta alle vittime, ai loro familiari e al Paese è incommensurabile e non potrà certo essere rimarginata in questo modo». Nulla si dice a proposito della penale di circa 20 miliardi che lo Stato potrebbe essere chiamato a pagare ad Autostrade.
LA SVOLTA
Il premier annuncia poi un «segnale di svolta» per tutti i concessionari di beni pubblici: «D'ora in avanti saranno vincolati a reinvestire buona parte degli utili nell'ammodernamento delle infrastrutture» e «dovranno rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione». Perché «l'infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico», secondo Conte. A settembre tutti i concessionari dovranno fornire un piano delle risorse per la manutenzione, destinando a questo scopo investimenti proporzionali agli utili.
La mossa di Conte arriva dopo 24 ore in cui era sembrato che Matteo Salvini e Luigi Di Maio non fossero in piena sintonia.
Ma i due vicepremier hanno passato la giornata a ricucire. «Non siamo al mercato, se Autostrade aprisse il portafoglio subito sarebbe il minimo, ma intanto abbiamo avviato la rescissione del contratto», afferma Salvini. E in serata, dopo l'annuncio del premier sull'avvio dell'iter di revoca della concessione, il vice premier M5S attacca: «Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l'Italia». «Ci vorrà tanto tempo per invertire la rotta e togliere la mangiatoia pubblica a questi prenditori, ma siamo stati votati proprio per questo», aggiunge Di Maio.
Il capo cinquestelle ne ha anche per la Consob, la commissione di vigilanza sulla Borsa (dove è quotata Atlantia, controllante di Autostrade). «La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti», scandisce.
Il governo sta inoltre pensando ad una legge speciale per Genova che sia in grado anche attraveros la nomina di un commissario straordinario di intervenire velocamente per la ricostruzione delle infrastrutture ma anche per sostenere le aziende dell'area ed in particolare l'attività del porto che è fra i più importanti d'Europa.
Prima dell'annuncio di Conte il Pd era andato all'attacco. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ha chiesto che il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli riferisca in Parlamento. Matteo Renzi gli ha dato man forte, sfidando Toninelli a pronunciarsi in modo chiaro sulla Gronda, l'alternativa autostradale da realizzare a Genova che il governo ha messo nell'elenco delle opere da rivedre o sospendere: «Abbia il coraggio di venire in Aula la settimana prossima. Si interrompano le ferie, si riapra il Senato e Toninelli venga a dire Sì o No alla Gronda». Al momento non è previsto che il governo riferisca la prossima settimana al Parlamento, ma l'ipotesi non viene esclusa. Anche Forza Italia vuole che le Camere indaghino.

Toti super commissario, scontro Lega-M5S E slitta il consiglio dei ministri in prefettura

ROMA Luigi Di Maio insiste: «Il governo accelera, revocherà la concessione ad Autostrade». Matteo Salvini conferma: «Tra noi non c'è alcuna divisione, la concessione va revocata». Eppure, al di là delle dichiarazioni di facciata, la questione della concessione ad Autostrade per l'esecutivo giallo-verde è diventata una grossa grana.
Si scopre, ad esempio, che il giorno di Ferragosto il premier Giuseppe Conte fosse tutt'altro che convinto. Nel Consiglio dei ministri ha messo a verbale: «Dite che va tolta la concessione, ma Autostrade sostiene di essere pronta a ricostruire il viadotto in 5 mesi. E se gli togliamo la concessione chi lo farà? Lo Stato, tra gara e procedure connesse, non sarebbe mai in grado di farlo. Pensiamoci bene, Genova così rischia di restare spezzata per un tempo indefinito». Una posizione sostenuta anche da Salvini e da altri ministri leghisti. Ma Di Maio ha tenuto il punto: «Autostrade non ha fatto la manutenzione, ha provocato decine di vittime. Il governo del cambiamento deve dimostrarsi diverso e colpire i responsabili». Tant'è, che alla fine della riunione Conte ci ha messo la faccia, annunciando urbi et orbi: «Non possiamo aspettare i tempi della giustizia, avvieremo la procedura di revoca della concessione».
Salvini, però, è restato della sua idea. Così, giovedì, il ministro dell'Interno ha frenato. Ha smesso di parlare della concessione e ha cominciato a chiedere ad Autostrade di risarcire i familiari delle vittime e gli enti locali coinvolti. E ai suoi ha confidato: «Quel ponte serve al più presto, rinunciare ad Autostrade significa rinunciare a una ricostruzione immediata». Commento di un ministro leghista: «I grillini ragionano con la pancia, non con la testa. Prendono decisioni in base a ciò che vuole la piazza, non in funzione del buonsenso. Questo è un populismo ideologico ed emotivo che non aiuta».
LO SCONTRO
Di Maio, fiutata la frenata, ha chiamato Salvini. «Non sono volate parole grosse ma è stato un confronto franco», dicono nell'entourage di Salvini. Un confronto nel quale il capo grillino ha fatto un appello all'unità e alla tutela dell'immagine di Conte: «Giuseppe si è esposto in prima persona, ormai non si può tornare indietro. E poi, se appariamo divisi il governo ne esce indebolito. Comprendo le diverse sensibilità, ma dobbiamo dimostrarci compatti».
Salvini, per evitare liti, si è allineato. Si dice anche dopo una mediazione di Conte. I suoi però sostengono che il leader leghista non rinuncia «alla strategia del doppio binario». Traduzione: la revoca della concessione richiede tempi molto lunghi e viaggerà su un binario lento, nel frattempo, secondo Salvini, il governo deve ottenere da Autostrade i risarcimenti per le vittime e la ricostruzione del ponte crollato. «Quando tutto questo sarà stato ottenuto, saranno passati mesi e mesi e per la revoca si vedrà...», dice il ministro lumbard che invoca «il pragmatismo».
Vista la situazione e considerata l'incertezza, Di Maio, Salvini e Conte hanno deciso di annullare il Consiglio dei ministri straordinario previsto per oggi a Genova, dopo i funerali di Stato. «Sono ore di lutto e senza decisioni concrete da annunciare, il Cdm sarebbe stato un inutile sfilata», spiega un altro ministro leghista. E aggiunge: «Del resto non c'è ancora una decisione sul commissario, ai 5Stelle non piace Toti (che sarebbe comunque commissario per la Protezione civile ndr). Dunque, che ci vedevamo a fare?».

Sequestrati pc e email L'ipotesi: un tirante rotto

GENOVA Intercettare ex post - attraverso il sequestro di hard disk e mail e ogni materiale informatico - i dirigenti di Società Autostrade in Liguria. È una mossa forte quella scelta dalla procura di Genova per il primo passaggio formale dell'indagine sul viadotto Morandi, iscritta per disastro e omicidio plurimo colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. Il pool investigativo composto da Guardia di finanza, Squadra mobile e Vigili del fuoco sta eseguendo da ieri pomeriggio un decreto di sequestro che porterà negli uffici giudiziari tutti gli atti relativi alla costruzione e alla manutenzione del ponte crollato. Il documento è diviso in parti diverse. Da un lato l'indicazione di mettere i monconi di ponte ancora in piedi sotto stretta sorveglianza, con divieto, persino ai periti, di salire su quel che resta del viadotto senza specifiche autorizzazioni. I detriti precipitati saranno invece trasferiti in un'area sorvegliata per essere analizzati. Quindi un'acquisizione ampia di tutti gli atti, incluse mail e hard disk che contengano riferimenti al viadotto e alla sua manutenzione, sebbene la società abbia già fatto sapere, attraverso i suoi legali, che tutto il materiale è già a disposizione.
L'ALLARME DEGLI ESPERTI
Tra i documenti che i pm acquisiranno nei prossimi giorni c'è anche lo studio che proprio Società Autostrade aveva commissionato al Politecnico di Milano per verificare, lo scorso autunno, la staticità del ponte Morandi. Il documento aveva rilevato anomalie rilevanti e specificava che gli stralli (ovvero i tiranti) 9 e 10 poi precipitati, si presentavano con deformata modale non conforme alle attese e meritevole di approfondimenti. Il professor Stefano Della Torre, coordinatore del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito spiega: «Le anomalie erano evidenti e necessitavano approfondimenti. Proponemmo ad Autostrade un monitoraggio strumentale continuo, al posto dei controlli trimestrali che venivano fatti sul ponte». La Società decise di rimandare l'installazione di quella strumentazione ai lavori più complessivi, l'appalto di 20 milioni di euro che doveva partire tra l'autunno e il prossimo inverno. Una scelta, hanno spiegato già nei giorni scorsi, basata sulle successive analisi della tenuta del ponte, anche se ora si dovrà capire se questa attesa, che sarebbe dovuta durare meno di un anno, abbia impedito di avere l'esatta cognizione dello stato del viadotto. Nessuna ipotesi è, per il momento, esclusa. Non a caso i pm Paolo D'Ovidio, Walter Terrile e Massimo Cotugno, hanno dato indicazione di acquisire anche gli atti relativi alla costruzione del viadotto perché andrà valutato se il ponte sia crollato per un errore iniziale non valutabile ex post. Certo, ricorda l'ex vice sindaco, Stefano Bernini la società era molto tranquillizzante: Nell'audizione in comune il 18 luglio scorso dissero che era tutto sotto controllo.
IL RUOLO DEL MINISTERO
L'inchiesta tocca anche il ruolo del ministero dei trasporti. Ieri, il professor Antonio Brencich, che guida il gruppo di studio appena nominato dal governo si è già sbilanciato: «La rottura di uno strallo è un'ipotesi di lavoro seria ma dopo tre giorni è solo un'ipotesi». Il sottosegretario ed ex assessore genovese Edo Rixi ha avviato anche un'indagine interna sul comportamento dell'ufficio di valutazione della concessioni, l'ex Ivca che nel 2012 è passato da Anas alla diretta gestione ministeriale. La struttura aveva compiuto l'ultima ispezione sul viadotto Morandi la scorsa primavera. Un'analisi documentale, basata sugli atti forniti da Autostrade (il ministero non ha strumentazione autonoma) ma che concludeva con evidenziare la «necessità» di una urgente ristrutturazione. I contatti tra ministero e procura sono stati presi già ieri, «in tempi rapidi manderemo anche il frutto dell'inchiesta interna», spiega Rixi.

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