ROMA La lettera, già annunciata dal ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, è partita ieri. Una richiesta di chiarimenti ad Autostrade sul crollo del ponte di Genova alla quale la società dovrà rispondere entro 15 giorni. Il primo passo della procedura di revoca voluta dal governo e che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha in qualche modo rilanciato. «Il disastro», ha detto, «è un fatto oggettivo e inoppugnabile e l'onere di prevenirlo era in capo al concessionario». Poi però ha aggiunto un particolare. «Si è diffusa la notizia che Autostrade per l'Italia sarebbe disponibile a ricostruire il ponte a sue spese. Se questa proposta arriverà», ha detto Conte, «il governo la valuterà, ma non come contropartita della rinuncia a far valere la voce di tutte le vittime di questa immane tragedia». La ricostruzione del ponte, insomma, sarebbe solo un acconto. Parole importanti, che comunque danno la sensazione che, dietro le quinte, un canale di dialogo tra governo e Autostrade si sarebbe attivato. Il prossimo passo, adesso, spetta alla società. Il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton non solo sarebbe disposto a ricostruire in tempi brevissimi (entro cinque mesi dallo sgombero delle macerie) il ponte, ma sarebbe pronto a intervenire anche sulla sistemazione delle famiglie, sulla ricostruzione delle case, sugli indennizzi e, più in generale, vorrebbe farsi carico di tutto il problema viario del capoluogo ligure. Insomma, adottare, da un punto di vista stradale, Genova. Ieri i vertici delle tre società coinvolte, Autostrade per l'Italia, la capogruppo Atlantia e la controllante Edizione Holding della famiglia Benetton, si sono riunite in un vertice straordinario a Milano. Nel corso dell'incontro sarebbe maturata la volontà di presentare un «piano per Genova».
LA TEMPISTICA
I tempi per la formalizzazione delle intenzioni dovrebbero essere brevi. Già lunedì il piano potrebbe essere consegnato alle autorità locali per essere discusso. Poi ci dovrà essere un passaggio formale nei consigli di amministrazione di Autostrade per l'Italia e di Atlantia che si terranno martedì e mercoledì della prossima settimana, e che potrebbero essere chiamati a decidere sugli stanziamenti necessari ad implementare i progetti. Nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva chiesto ad Autostrade di stanziare subito 500 milioni di euro. Basterà? Secondo il mercato i costi dell'operazione potrebbero essere superiori, anche fino al miliardo di euro. Di nuovo, basterà a raffreddare l'incendio con il governo? Il vice ministro delle infrastrutture Edoardo Rixi, in un'intervista, ha fatto chiaramente capire che tutto dipenderà dall'atteggiamento della società. Che in queste ore sta mutando rispetto alle prime affrettate mosse.
I MERCATI
Intanto Atlantia dopo le forti vendite in Borsa seguite al disastro di martedì scorso si è ripresa a Piazza Affari. Ma la Consob ha avviato accertamenti sull'andamento del titolo, nonostante le schiarite che hanno riportato le quotazioni a 19,35 euro in crescita del 5,7% e chiudendo a 19,35. Il bilancio del post incidente sui listini azionari resta fortemente deficitario: -22,2% in tre giorni con una capitalizzazione di Borsa passata da 20,5 miliardi a 16 miliardi. Lo scenario di una eventuale revoca della concessione ad Aspi ha portato le agenzie di rating ad allertare gli investitori: Standard&Poor's ha emesso un «creditwatch negativo» mantenendo per ora invariato il rating, Moody's ha avvertito sulla possibilità di una revisione del rating «in caso di qualsiasi intervento governativo formale volto alla revoca della concessione o a intraprendere azioni che potrebbero essere dannose per l'azienda». Gli analisti sull'azionario continuano a ritenere poco probabile lo stop alla concessione, pur non escludendo una sanzione significativa e una negoziazione sui maggiori investimenti necessari alla rete autostradale in gestione.