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Pescara, 24/11/2024
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Data: 18/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Emergenza ponti: le Province in rivolta. I quattro presidenti abruzzesi: «Serve un piano di messa in sicurezza». E il ministero risponde: «Vogliamo l’elenco delle criticità entro il 30 agosto». E spunta nella Val di Sangro un altro ponte pericoloso

Svuotate di fondi e personale, ma con le stesse competenze in materia di viabilità e le stesse responsabilità, anche penali, in caso di disastri. È lo stato nel quale versano ormai da anni le Province italiane, tutte, e quelle abruzzesi non fanno certo eccezione.
L’APPELLO. È per questo che l’appello di Achille Variati, presidente dell’Upi (Unione province italiane) al ministro Danilo Toninelli, è ampiamente condiviso anche in Abruzzo. «Le Province gestiscono 130 mila chilometri di strade e almeno 30.000 tra ponti, viadotti e gallerie: con i tagli indiscriminati della manovra economica del 2015 è diventato impossibile programmare la manutenzione, che è determinate per garantire la sicurezza», scrive Variati, sottolineando come «i tecnici delle Province ormai sono costretti ad effettuare i controlli a vista, e quando il pericolo è evidente, l’unica possibilità che abbiamo è di chiudere tratti di strada. Siamo arrivati ad oltre 5.000 chilometri di strade, compresi ponti e viadotti, chiusi per frane, smottamenti o perché insicuri, e su oltre il 50% della rete viaria siamo stati costretti a fissare il limite di velocità tra i 30 e 50 chilometri orari. Una situazione di emergenza tale che lo scorso anno tutti i presidenti delle Province si sono sentiti costretti a depositare esposti alle procure nel quale abbiamo dettagliato la condizione di crisi sui territori e i rischi per la sicurezza dei cittadini ». Per Variati, serve un piano nazionale di manutenzione e messa in sicurezza: «Noi lo diciamo da tre anni: il patrimonio italiano senza manutenzione si sta riducendo in macerie. Non aspettiamo altre tragedie».
NO ALTRE TRAGEDIE. Il primo a condividere, e diffondere il messaggio di Variati, è il presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo. Come fanno gli altri tre. «Certo che condivido l’appello dell’Upi», dice il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco. «Per quanto ci riguarda abbiamo già avviato le operazioni di verifica dei ponti e a breve avremo la certificazione. Per questa procedura abbiamo stanziato 400mila euro, tra fondi provinciali e regionali».
MANCANO I SOLDI. Ma il problema non è la verifica: «Quando avremo la certificazione», spiega Di Marco, ci sarà anche la necessità di intervenire per evitare la chiusura di ponti e viadotti». Con quali soldi? «Le Province gestiscono più viabilità dell’Anas. Toninelli non può non può non prendere in considerazione le istanze dell’Upi, che chiede di rifinanziare la Province in tema di viabilità. Altrimenti, tutto quello che è stato detto rimane uno spot elettorale che non aiuta». La situazione non cambia in Provincia dell’Aquila, come sottolinea il presidente, Angelo Caruso.
PERSONALE ALL’OSSO. «Da noi le criticità più evidenti», spiega, «sono la strada 479 di Scanno e il ponte di Bisegna, sul fiume Giovenco. Che fossimo in condizioni di emergenza si sapeva. Mancano i fondi, il personale si è ridotto quasi a un terzo. Pensi, che da 700 dipendenti siamo passati a 250, personale che non è possibile rimpiazzare. L’emergenza che si è creata per via dello smantellamento del sistema delle Province hanno tentato di risolverla con i mezzi ordinari, e in 4-5 anni l’azione di declassamento ha determinato di fatto l’abbandono dell’attività manutentiva. Sì, serve un piano straordinario, non solo per l’entità delle risorse, ma anche per le modalità attuative».
CENTO PONTI. La Provincia di Teramo, è alle prese con 100 ponti censiti «di cui», spiega il presidente Renzo Di Sabatino, «conosciamo lo stato di salute, anche se le verifiche sono datate. Di 35 abbiamo anche la vulnerabilità sismica. Con fondi dell’alluvione, della protezione civile, del sisma e della nevicata abbiamo migliorato e stiamo migliorando la situazione di diversi ponti. Sono quattro anni che dico che se ci mettessero a disposizione le risorse sufficienti, e anche il personale per fare una corretta manutenzione risparmieremo molti soldi, perché costa di più fronteggiare un disastro ».
IL MINISTERO HA FRETTA. Sarebbe del 16 agosto la nota di un alto dirigente del Ministero delle infrastruttur, con la quale si invitano tutti i presidenti delle Regioni e delle Province italiane, e i sindaci, a stilare un elenco degli «interventi necessari a rimuovere condizioni di rischio riscontrate nelle tratte infrastrutturali di competenza, corredando le segnalazioni di attestazioni tecniche, verbali di sopralluogo, e stima indicativa dei costi». Tutto entro il 30 agosto. Cioè tra appena dodici giorni.

E spunta nella Val di Sangro un altro ponte pericoloso

PAGLIETA Non c'è solo il ponte sul Sangro che da Sant'Onofrio porta ad Atessa (vedi la foto grande in alto), chiuso ieri dalla Provincia di Chieti, ma anche quello Guastacconcio, a pochi chilometri di distanza, che preoccupa ma che, per ora, resta aperto.A denunciarne la pericolosità sono il sindaco di Paglieta, Nicola Scaricaciottoli, e Luzio Nelli, della segreteria di Legambiente. «Preoccupano» afferma Scaricaciottoli che è anche consigliere provinciale di minoranza «lo scalzamento delle fondazioni dei pilastri del ponte, l'avvallamento che c'è sull'asse viario (visibile soprattutto quando piove) e alcune lesioni sotto un'arcata del ponte. Le paratie in ferro sono arrugginite e pericolanti. Sul ponte di Guastacconcio (l'appellativo gli fu dato proprio perché soggetto nel passato a continui aggiustamenti, ndc), con la chiusura di quello di Sant'Onofrio, si riverserà parte del traffico frentano che, da Mozzagrogna, si recherà sulla provinciale 119, con un aggravamento delle condizioni già precarie. Alla Provincia ho proposto il dirottamento dei mezzi pesanti dalla provinciale 119 alla Fondo Valle».Nel 2015 e 2017 Scaricaciottoli fu promotore di raccolta firme affinché il ponte fosse messo in sicurezza. Per Luzio Nelli: «La Val di Sangro è a rischio collasso sulla viabilità, servono interventi di messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture. Tante sono le proteste dei cittadini di Atessa e Paglieta che denunciano l'insicurezza e la pericolosità del tratto stradale provinciale e dei due ponti realizzati sul fiume Sangro. Le strade e il ponte di Guastacconcio ridotte ai minimi termini a causa della totale assenza manutentiva, aggravata dall'aumento del traffico di automezzi pesanti. Ci vogliono certezze e chiediamo interventi straordinari, manutentivi, di messa in sicurezza del tratto stradale e dei ponti sul Sangro accompagnate da strategie per una nuova mobilità». Nelli propone: «Viste le difficoltà della provincia di Chieti nella gestione della viabilità in quest'area e l'importanza industriale ed economica che riveste per il nostro paese la Val di Sangro è auspicabile il ritorno alla gestione Anas della rete stradale. Inoltre, sulla Provinciale 119, ricadente nel comune di Paglieta, è auspicabile applicare lo status di centro abitato con limiti di velocità e controllo della stessa».Sul ponte Guastacconcio, malgrado il divieto, passano anche i mezzi superiori alle dieci tonnellate, condizione questa che peggiorerà con la chiusura del ponte di Sant'Onofrio. Per ovviare il problema, Nelli propone un sistema di videocamera per i trasgressori, e Scaricaciottoli un limitatore di sagoma verticale.

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