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Data: 18/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Il ponte sul Sangro chiuso «Due mesi per le ispezioni». Lanciano. Lungo stop al traffico verso la Val di Sangro e lunedì riapre la Sevel. Pupillo: «Controlli anticipati dopo le scosse, ma il viadotto è e resta sicuro»

ATESSA Resterà chiuso per un paio di mesi il ponte nuovo sul Sangro, arteria di collegamento ad altissima densità di traffico da e verso l'area industriale della Val di Sangro, chiuso su decisione della Prefettura e della Provincia di Chieti in via del tutto precauzionale. Dopo le numerose scosse di terremoto registrate nella serata di giovedì, le autorità hanno stabilito di anticipare le ispezioni sulla struttura, che erano state comunque previste per il 2019 con tanto di stanziamento di 440mila euro e ulteriore richiesta di fondi per altri 300mila euro. Il ponte tuttavia è e resta sicuro. Alla base della decisione, come spiegato dal presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo, c'è solo lo scrupolo di agire per garantire la massima sicurezza di cittadini e automobilisti a seguito della tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova e del recente terremoto in Molise.
DISAGI. La chiusura del ponte sulla provinciale 111 tra Lanciano e Atessa non sarà priva di gravi conseguenze sul traffico viario. La mole di mezzi pesanti e di veicoli è quotidianamente molto sostenuta e destinata ad aumentare con la riapertura della Sevel, lunedì, e delle altre decine di fabbriche della Val di Sangro. «Cercheremo di arrecare il minore disagio possibile alla viabilità», garantisce Pupillo, «ma queste ispezioni sono molto delicate e richiedono un periodo abbastanza lungo».
STABILITÀ DEL PONTE. Il ponte nuovo, conferma Pupillo accompagnato dall'ingegnere della Provincia Nicola Pasquini e dal funzionario tecnico provinciale Paola Campitelli, «è sicuro e costantemente monitorato. Ciò che preoccupa la gente sono i manicotti esterni, una sorta di copertura in cemento che serve a proteggere i pilastri dall'erosione della corrente del Sangro». Il ponte è stato costruito negli anni '60 con i fondi della Cassa del Mezzogiorno. Per le sue caratteristiche tecniche è fatto bene. I manicotti sono arrivati dopo, negli anni '80, ma sebbene visivamente sia evidente l'usura del cemento, non c'è nulla da temere sui pilastri. Anche i monitoraggi sono costanti. L'ultimo, costato 50mila euro e affidato a una ditta specializzata, risale al 2014. La relazione parlava di un livello di conoscenza lc3, il massimo del punteggio per questo genere di analisi strutturali. Il documento chiudeva con il consiglio di un miglioramento sismico del ponte, «cosa che», precisa Pupillo, «ci apprestiamo a fare». «Da sottolineare», precisa l'ingegnere Pasquini, «che le sollecitazioni a cui è sottoposto un ponte per via del traffico pesante viario, sono ben superiori a quelle di un sisma». Segno che, appunto, il ponte regge.
ALLARME SUI SOCIAL. Ma l'allarme della stabilità del ponte nuovo corre da anni su social network e siti di informazione on line. Proprio da qui ha preso spunto la compagnia carabinieri di Lanciano che, dopo un'ispezione visiva, ha ritenuto di avvisare giovedì sera Provincia e Prefettura di «una apparente sofferenza statica». Di qui la richiesta di chiusura dell'arteria. Ma a far decidere Prefettura e Provincia sono state le ripetute scosse di terremoto, ben 22, avvertite a partire dalle 20,19, con epicentro in Molise. «Si tratta di situazioni che modificano l'ordinarietà», chiosa Pupillo, «ecco perché abbiamo anticipato le nostre azioni di prevenzione e manutenzione». Nei prossimi giorni saranno controllati e ispezionati altri ponti stradali, una cinquantina, di competenza della Provincia di Chieti.

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