Autostrade, a quattro giorni dal crollo del ponte Morandi e dopo le critiche arrivate per non essere scesa in campo subito in aiuto delle vittime «si scusa profondamente » per la distanza che è stata percepita ma precisa che «la responsabilità del crollo» potrà essere accertata solo dalla magistratura. Intanto per venire incontro alle esigenze più immediate stanzia 500 milioni per i primi aiuti alle vittime e a Genova. La società afferma che non vuole parlare di cifre né dei suoi rapporti burrascosi con il Governo. In questo momento, ripete più volte, la priorità è l'aiuto alla città e alla sua viabilità e dice di essere pronta a ricostruire il ponte in otto mesi dal momento in cui - come tutti gli altri interventi precisa - le autorità daranno il loro via libera. Il concessionario autostradale parla nel corso di una conferenza stampa a Genova con la voce del presidente, Fabio Cerchiai e dell'amministratore delegato, Giovanni Castellucci. Ma appena si spengono i microfoni e le telecamere arriva la stoccata del vicepremier Luigi Di Maio: «Sia ben chiaro - scrive su Facebook - lo Stato non accetta elemosine da Autostrade. Pretendiamo risarcimenti credibili e non vi sarà alcun baratto ». «L'unica strada che il governo seguirà è quella di andare avanti con la procedura di revoca. Le loro scuse servono a poco e non vi è modo di alleviare le sofferenze di una città distrutta dal dolore», spiega il leader del M5S. «Abbiamo fatto una promessa e la onoreremo fino in fondo». «È solo il minimo sindacale » quanto offerto dalla società, afferma anche Matteo Salvini poco prima che, per la prima volta in modo ufficiale, arrivi il cordoglio dell'azionista a monte della catena di comando di Autostrade, la famiglia Benetton. Intanto da ieri le vittime di Genova possono comunque contare sull'impegno concreto annunciato da Autostrade: «La prima azione è per le famiglie delle vittime. Abbiamo stanziato un fondo per le esigenze immediate che affineremo con il Comune e che verrà gestito dal Comune », annuncia Castellucci, sottolineando come il primo impegno sia «ripristinare il prima possibile la viabilità e ricostruire il ponte sul Polcevera. Abbiamo un progetto che ci permette in otto mesi, tra demolizione e ricostruzione di avere un nuovo ponte in acciaio». L'a.d. ribadisce più volte che la priorità ora sono Genova e le sue vittime, tuttavia precisa anche che «la responsabilità del crollo deve essere accertata» dalla magistratura. «Il ponte fu costruito negli anni Sessanta non da noi, ma da un altro ente. Bisognerà vedere come è stato costruito e altri elementi per potere definire le responsabilità di un evento che deve essere ancora indagato a fondo ». «Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto detto a caldo martedì - sottolinea - Tutte le relazioni di cui sono a conoscenza davano uno stato di salute buono» del ponte. Però questo sarà oggetto di verifiche, di analisi della magistratura e di perizie. «Collaboreremo con la magistratura per arrivare alla verità sul disastro in modi rapidi e approfonditi » assicura il vertice del gruppo. Dalle prime indicazioni si viene a sapere che svariati milioni saranno messi a disposizione per le famiglie, per le demolizioni e le ricostruzioni, e c'è l'ipotesi di liberalizzare i pedaggi nel nodo di Genova da Bolzaneto a Voltri a Genova Ovest già da lunedì prossimo. «Noi continueremo a stare vicino a Genova, con umiltà cercando di aiutarla», afferma Castellucci.