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Pescara, 24/11/2024
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Data: 19/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Autostrade, nessun favore». Strada dei parchi «Abbiamo vinto una regolare gara»

L'AQUILA «Ben venga il confronto, lo attendiamo con serenità, anche perché lo abbiamo chiesto noi al nuovo governo». Mauro Fabris, vicepresidente di Strada dei Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25, ostenta sicurezza nonostante il sottosegretario ai Beni Culturali, l'abruzzese dei Cinque Stelle Gianluca Vacca, abbia messo nel mirino anche questo contratto di gestione, sull'onda lunga dei tragici fatti di Genova. Fabris, con eleganza, ma anche con fermezza, lancia un messaggio chiaro a Vacca: «Segnalo una questione fondamentale: Sdp è una delle tre società italiane che ha ottenuto la concessione dopo una gara. Tutte le altre sono state assegnate senza. Questo ci pone in una posizione assolutamente diversa. Lo testimonia anche il nuovo Codice degli appalti: all'articolo 171 si dice espressamente che sono esclusi dalle norme che regolano i lavori di manutenzione le società che hanno vinto gare per la concessione. Quando Vacca dice che Sdp ha un doppio vantaggio perché fa i lavori in house sappia che questa è solo la ovvia conseguenza del bando di gara che impone l'esecuzione delle opere a chi vince. Non c'è alcun privilegio o trattamento particolare».
Strada dei Parchi auspica un confronto rapido anche perché sono tante le questioni sul tappeto. A partire dai finanziamenti da sbloccare, ma non solo: «Mancano 192 milioni dice Fabris per completare la messa in sicurezza più urgente, siamo fiduciosi che ciò possa avvenire in tempi rapidi anche per far uscire dalla cassa integrazione 380 lavoratori. Poi contiamo molto su Vacca, abruzzese, affinché intervenga sul Cipe per discutere il nuovo Piano economico e finanziario (Pef), previsto dalla legge 228/2012, post terremoto. Il documento è stato trasmesso, speriamo che a settembre venga esaminato dopo i rallentamenti del precedente governo, in modo tale da aprire anche il tema delle tariffe».
STRUMENTI
Su questo specifico versante, il Pef diventa lo strumento decisivo. Fabris lo spiega così: «Tra gli elementi del Pef ci sono gli interventi da fare. Nel caso nostro, unico in Italia a causa del terremoto, una legge ha ordinato la messa in sicurezza antisismica delle autostrade. A seguito di questo il Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha deciso le opere da fare. Ad esempio noi volevamo le gallerie, che a nostro giudizio sono più sicure dei viadotti, ma nel 2016 la scelta minimalista del ministro Delrio è stata quella di mettere a posto ciò che c'è, la cosiddetta messa in sicurezza in sede. L'accordo che abbiamo raggiunto è di circa 3,1 miliardi di euro di lavori. Come si recuperano i capitali investiti? Quelli che mette lo Stato, ovviamente, non vanno a incidere sulle tariffe. Nel nostro caso parliamo di 2 miliardi a fondo perduto. I restanti 1,1 miliardi devono essere trovati da noi, che pagheremo gli interessi alle banche che finanzieranno e poi li riavremo indietro dalle tariffe. Dunque un altro elemento conseguente è definire le nuove tariffe».
A settembre il Mit comincerà a valutare questo tema, gestore per gestore. Con trattative non pubbliche, visto il rischio dell'insider trading per chi è quotato in borsa. Dunque bisogna attendersi nuovi rincari? «Il piano proposto dal governo dice Fabris prevede incrementi tariffari. Bisognerà discutere a fondo con Regioni ed enti locali. Noi non abbiamo nessun interesse ad avere tariffe alte: se si perdono utenti si perdono ricavi. Ma ci sono possibilità di controllare le tariffe: siamo contenti che Vacca sostiene di aver trovato sia i soldi per i lavori che per tenere basse le tariffe. Vedremo. Una cosa è chiara: il gestore non può ridurre autonomamente le tariffe, serve un provvedimento del governo che cambi il meccanismo. Se non le applicassimo, ad esempio, rischieremmo di incorrere in un danno erariale».

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