PESCARA Tra il dire e il fare c'è di mezzo la burocrazia. Non bastano l'effetto Genova, il crollo del viadotto e i 43 morti, per azzerare i ritardi. In Abruzzo accade che 22 strade provinciali, con urgente bisogno di manutenzione e consolidamento, restano per ora condannate al rischio. I pilastri erosi della transcollinare che, dal casello dell'A14, sale a Chieti, oppure i sessanta chilometri dell'ex statale 487 che da Scafa conduce a Sulmona, sono solo due esempi di strade ad alto rischio che dalle quattro province d'Abruzzo, tutte con insuperabili problemi di liquidità per i tagli, sarebbero già dovute tornare nelle mani dell'Anas, che ha mezzi, uomini e soldi per garantire la sicurezza.Il 20 febbraio scorso un decreto per presidente del consiglio dei ministri, che in quei giorni era Paolo Gentiloni, dispone il passaggio di proprietà, un ritorno alle origini visto che nel 1997 erano tutte strade statali trasferite, in quegli anni, sotto il controllo degli enti locali. A maggio, l'ex governatore d'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, scrive ai quattro presidenti di Provincia diffidandoli a rispondere all'Anas con celerità. A luglio il trasferimento doveva essere già completato. Ma la burocrazia viene prima della sicurezza. Le Province si sono ritrovate di fronte a una montagna di carte da compilare. Qualcosa come 220 fascicoli, dieci per ognuna delle 22 strade. La richiesta formalizzata dal responsabile dell'area compartimentale dell'Anas ha messo in crisi i quattro enti locali che stanno vivendo il periodo peggiore della loro storia. Quanti mesi impiegheranno i tecnici provinciali per preparare i complessi dossier? Gli è stato chiesto di elencare e localizzare tutte le traverse, le intersezioni, gli attraversamenti, le gallerie ed i ponti, con tanto di documentazione amministrativa per i passi carrai e gli altri permessi. L'Anas vuole anche le schede di tutti gli impianti tecnologici piazzati sulle 22 strade, quindi i contratti con Enel per gli impianti di illuminazione, o quelli di telefonia mobile, le reti di banda larga ed i semafori. Ma non finisce qui. Alle Province è stato chiesto di produrre i documenti delle licenze e delle concessioni, comprese quelle dei cartelloni pubblicitari oltre che l'elenco, sconfinato, delle opere idrauliche, le pompe di sollevamento e le vasche di raccolta. «Si rende necessario procedere, in via preliminare, all'acquisizione dei dati salienti inerenti i tratti stradali oggetto di futuro trasferimento, secondo la modulistica (n.10 schede) di cui si chiede cortese e preventiva compilazione», si legge nella lettera dell'Anas.E tanto per dilatare i tempi: «Si chiede che vengano altresì fornite informazioni di dettaglio sugli interventi manutentivi in corso o programmati con riguardo alla tipologia, localizzazione, costo reale o presunto». C'è chi dice che non basteranno otto mesi per scalare la montagna di carte.
Ma per Mazzocca la colpa è delle Province. Parla il sottosegretario di giunta regionale: «Non rispondono all'Anas nonostante i ripetuti solleciti»
PESCARA Cento milioni di euro. A tanto ammonta lo stanziamento che la Regione ha concesso, negli anni, alle Province per sostenere interventi sulla viabilità, e sopperire almeno in parte ai progressivi tagli imposti dal Governo. A ricordarlo è il sottosegretario alla presidenza, Mario Mazzocca, dopo l'appello del presidente dell'Upi, Achille Variati, raccolto dai presidenti delle quattro province abruzzesi, di cui il Centro ha scritto due giorni fa. I soldi, spiega Mazzocca, sono stati reperiti tra Masterplan, Fondo Sviluppo e Coesione e finanziamenti straordinari. «Non solo. Con il Decreto Delrio-Gentiloni», osserva, «il governo diede attuazione alla decisione di ritrasferire ad Anas la titolarità di oltre 500 chilometri di strade provinciali. Pur tuttavia le Province, nonostante i ripetuti solleciti sia di Anas che delle istituzioni regionali (io stesso fui latore di un'accorata nota, dal maggio scorso senza riscontro alcuno) volti a minimizzare i tempi per il passaggio di consegne, considerata anche l'entità di un problema vissuto in maniera drammatica soprattutto nelle zone interne della nostra Regione, non ancora procedono alla sottoscrizione degli atti di convenzione. Ergo, quei tratti stradali sono ancora in capo alle Province che, in vista del passaggio ad Anas, hanno di fatto interrotto ogni forma di manutenzione stradale, aggravando ulteriormente lo stato di salute di diversi tratti stradali, per altro già fortemente provati dalle cicliche avversità atmosferiche che hanno interessato la nostra regione dal 4 marzo 2015. A mero titolo esemplificativo, dei 746 chilometri di cui è titolare la provincia di Pescara, ben 125 (ovvero il 16,7% del patrimonio viario complessivo) attendono fin dal mese di aprile di essere trasferiti ad Anas. Solo se tutti noi faremo la nostra parte, a partire dal Governo e dal ministro Toninelli», conclude Mazzocca, «potremmo gettare le basi per un reale cambio di passo». Ma il sottosegretario evidentemente non conosce la montagna di atti chiesti dall'Anas.