PESCARA Strade, ponti, viadotti, gallerie, ferrovie. Legambiente arruola i cittadini, e con la campagna #SosInfrastrutturSicure li invita a segnalare tutto ciò che non va e che merita analisi approfondite. Per ora, Legambiente ha già stilato una "classifica" delle opere pubbliche sulle quali richiamare l'attenzione delle istituzioni, perché è ora di farla finita con le tragedie annunciate.
INFRASTRUTTURE SICURE. Partecipare all'iniziativa di Legambiente è semplice: basta andare sul sito dell'associazione dove è disponibile il modulo per le segnalazioni, e inviare eventuali foto all'indirizzo sosinfrastrutturesiure@legambiente.it. Sarà l'associazione a far pervenire la segnalazione alle autorità. A presentare l'iniziativa, ieri mattina, il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, e la direttrice Francesca Aloisio.
LE EMERGENZE. Legambiente ha già individuato diverse emergenze, grazie alle prime segnalazioni. «Attraverso una semplice segnalazione», ha detto Aloisio, «sarà possibile fornire i riferimenti e descrivere le anomalie. Per ulteriori informazioni sarà possibile contattare anche il centro servizi della Green station di Pescara. Legambiente, ha spiegato il presidente Di Marco, «ha già avviato il lavoro su un primo quadro relativo alle realtà critiche, in parte già attenzionate in passato. Questa campagna», ha sottolineato, «vuole essere un ulteriore incitamento a mettere in campo le migliori competenze scientifiche e ragionare insieme su un nuovo modello di mobilità sostenibile, più attento alla sicurezza e alla qualità della vita dei cittadini».
PONTE DEL BELVEDERE. Tra le infrastrutture segnalate c'è il Ponte del Belvedere (L'Aquila), chiuso dal sisma del 2009. «Si è deciso di intervenire sulla campata centrale con la sostituzione dell'attuale struttura in calcestruzzo precompresso con una nuova struttura in acciaio. Nel frattempo, il ponte rimarrà chiuso al traffico».
VIADOTTO DI GIGNANO. Sempre all'Aquila l'attenzione è posta sul tratto della superstrada di competenza provinciale, già monitorato dopo il terremoto del 2009 «tramite ben due studi di valutazione di sicurezza che avevano drammaticamente rilevato», si legge nel report di Legambiente, «un ammaloramento dei giunti tecnici e dei cordoli, e una conseguente carenza di resistenza in condizioni sismiche per circa la metà dei piloni».
VIADOTTO A24 DI SAN SISTO. Nel 2009, prosegue lo studio, «a causa del terremoto si è verificato lo scalinamento del manto stradale. Da maggio 2017 si lavora sul viadotto con l'obiettivo di realizzare strutture in acciaio e cemento capaci di impedire che, in caso di sisma, gli appoggi dei vecchi impalcati possano cedere e si determini uno scalino pericoloso per chi viaggia»
PONTE SANT'ONOFRIO. E si arriva alla Val di Sangro, dove il presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo ha chiuso, dopo il recente terremoto del Molise, per due mesi il Ponte Sant'Onofrio che collega Atessa a Lanciano, una struttura strategica per l'area industriale più importante della regione. L'opera è già in osservazione da molti anni «per via del disallineamento dei manicotti dei pilastri. Da perizie effettuate ne veniva garantita la stabilità ma dopo i fatti di Genova e il terremoto del Molise, la provincia ha deciso per la sua chiusura per verifica e messa in sicurezza, annunciando anche la sostituzione dei tanto discussi manicotti e il miglioramento sismico».
PONTE GUASTACCONCIO. L'opera dista pochi chilometri dalla precedente, e si trova in territorio di Paglieta. «Oggi si transita su carreggiata ristretta e il traffico è inibito ai mezzi superiori a 10 tonnellate.Altro elemento da tenere in considerazione è che la stabilità di questo ponte è messa a dura prova dalle piene, come conseguenza dei cambiamenti climatici, dalla presenza della diga e dall'abbassamento del letto causato dai prelievi di materiali».
AUTOSTRADE A24 E A25 Dal Ponte di Pietrasecca al viadotto di Cocullo, «si segnalano caduta di calcinacci e ferro a vista. Nelle stesse condizioni versano la gran parte dei viadotti Peligni, di Campo di Fano e di Pratola Peligna e non va meglio per i viadotti Popoli-Bussi, stesso troncone autostradale, ma più a Est, dove saltano i giunti con le scosse di terremoto. Lo stato delle due arterie è al centro di un braccio di ferro tra la concessionaria e il ministero delle infrastrutture sull'erogazione di fondi per la messa in sicurezza di tratti strategici in caso di calamità naturali. L'intervento si è fermato a metà per lo stop ai fondi».
AUTOSTRADA A14 Segnalati «calcinacci che si staccano e in alcuni punti», conclude Legambiente, «è possibile vedere il ferro usato per armare il viadotto affiorato in superficie. Con un'altezza di 130 metri è il più alto in Abruzzo».