LANCIANO Si allungano i tempi per la riapertura del Ponte Nuovo sul Sangro, l'arteria che collega Lanciano con Atessa e la Val di Sangro, chiusa, in via precauzionale, la notte del 15 agosto a seguito del terremoto del Molise. L'ordinanza della Provincia di Chieti indica un tempo massimo di tre mesi per consentire a una ditta specializzata di fare analisi e verifiche della struttura. Ieri mattina il presidente della Provincia Mario Pupillo e il pool di ingegneri e tecnici dell'ente hanno fatto un sopralluogo nella zona che ridà sul comune di Lanciano, sul versante di contrada Sant'Onofrio.
IL PONTE. A una prima analisi visiva, il Ponte Nuovo è così come era stato lasciato prima del sisma. Non si notano, secondo l'occhio degli esperti, nuove crepe o disallineamenti. Sarà l'analisi più approfondita a stabilire la priorità e il piano di interventi. I manicotti in cemento, ovvero le protezioni aggiunte negli anni '80 per attutire l'impatto della corrente del fiume e proteggere le pile (in pratica il sostegno del ponte) dall'erosione dell'acqua, visti da vicino evidenziano la corrosione e il disallineamento che spaventano tutti ad una prima occhiata. Si tratta solo di una protezione senza alcuna funzione statica, ma l'impatto visivo, come confermano anche i tecnici, è piuttosto allarmante. Ecco perché andranno rimossi, un'operazione che consente anche di preparare la struttura al miglioramento sismico che prevede l'unione dei pali di sostegno tramite una base in cemento armato.
LE CRITICITÀ. Sono tre le maggiori criticità del Ponte Nuovo elencate dall'ingegnere della Provincia, Carlo Cristini: la manutenzione della struttura, dato che in diversi punti si nota la corrosione del calcestruzzo e che vanno controllati con maggiore attenzione i cosiddetti giunti e sbalzi, i punti più delicati di un ponte. La seconda criticità riguarda il fatto che il ponte non è in linea con la normativa antisismica. L'analisi della ditta specializzata stabilirà quindi con più certezza da che intervento partire, se dal miglioramento sismico oppure dalle cosiddette opere di protezione, ovvero dotare il ponte di guard rail, ora assente. La terza criticità riguarda l'impatto visivo dei manicotti. Il livello del fiume nei decenni intercorsi dalla costruzione della struttura si è abbassato e ha lasciato uno scheletro sgangherato che fa sembrare il ponte più fragile di quello che non è.
LA VIABILITÀ. Intanto, è stata predisposta tutta la segnaletica sulla viabilità alternativa ed è stata sfalciata l'erba sulla via per Serre. Ci vogliono una ventina di minuti in più per recarsi in Val di Sangro tramite percorsi alternativi, ma la Provincia ritiene di dover effettuare ora tutte le analisi così da avere una diagnosi il più possibile accurata. Da valutare anche la possibilità di prevedere il traffico alternato, in modo da lasciare un corridoio aperto durante i lavori.
I FINANZIAMENTI. «Ripeteremo le analisi che la Provincia commissionò nel 2014 dopo il terremoto di Amatrice-Norcia», spiega Pupillo, «il comportamento della struttura dal punto di vista statico è stato definito regolare; dal punto di vista sismico la struttura può essere migliorata con alcuni lavori che abbiamo messo in bilancio in tempi non sospetti (giugno 2018) con fondi pari a 300mila euro cui aggiungeremo i 400mila euro chiesti alla Regione Abruzzo a marzo 2018».