ROMA L'attracco è al porto di Catania: a dare l'annuncio via Twitter è il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Ma al tramonto del quinto giorno trascorso in mare, la motovedetta Diciotti della Guardia costiera italiana - con più di 170 migranti a bordo - non riceve dal Viminale l'autorizzazione allo sbarco. Il vicepremier Matteo Salvini dice che nessuno abbandonerà la nave finché non arriveranno soluzioni concrete a livello europeo per la ripartizione dei naufraghi. Un compromesso che è lo specchio di uno scontro che si trascina da giorni. Tra Roma e La Valletta, con le due versioni contrapposte della nostra Guardia costiera - «Abbiamo risposto a un sos che Malta ha ignorato» - e del governo maltese - «L'Italia ha interferito, non c'erano difficoltà» -, e tra la stessa Guardia costiera e il Viminale. In serata, però, arriva una precisazione del Mit: «Nessuno scontro tra i ministri Toninelli e Salvini, che condividono l'approccio complessivo sull'emergenza immigrazione».
Intanto, mentre proseguono le trattative tra Farnesina e Ue, con il ministro Enzo Moavero Milanesi che ha interpellato la Commissione europea, il caso «Diciotti» finisce in Procura. Ad Agrigento, il procuratore Luigi Patronaggio ha aperto un fascicolo sulla vicenda. A indagare sono la Capitaneria di Porto Empedocle e la Squadra mobile, che hanno già ascoltato 8 dei 13 migranti fatti sbarcare a Lampedusa per cure mediche: avrebbero confermato la versione della Guardia costiera italiana, smentendo Malta e rendendo sempre più netto lo strappo tra Roma e La Valletta. Nel frattempo, a bordo della Diciotti altre 6 persone hanno ricevuto cure mediche.
L'ANNUNCIO
L'annuncio di Toninelli arriva con un tweet nel tardo pomeriggio. «La Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della Guardia costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l'Europa faccia in fretta la propria parte». Sembra la fine di un'odissea che dura ormai da più di 5 giorni. Invece, a stretto giro c'è la replica del Viminale: «Nessuna autorizzazione allo sbarco finché non ci sarà la certezza che andranno altrove». In attesa di riposte dall'Ue e di una soluzione condivisa - il modello è l'accordo raggiunto per la spartizione dei 141 naufraghi dell'Aquarius - i profughi non potranno toccare terra.
I toni del Viminale - e del Governo -sono fiduciosi: dopo l'iniziativa della Farnesina e la mediazione della Commissione europea ci si aspetta a breve una svolta. «La Diciotti - ha aggiunto Salvini - può anche sbarcare in Italia, basta che i migranti vengano suddivisi, nello spirito di solidarietà europea, che è fatta di 27 Paesi. Facessero la cortesia di fare la loro parte, dal momento che abbiamo accolto più di 700.000 persone». Il vicepremier ha anche ribadito la minaccia di riportare in Libia i migranti, in caso di mancata collaborazione: «Se si possono rivedere le concessioni autostradali, si possono rivedere anche i trattati internazionali». Tove Ernst, portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, non replica ma dice che sono in atto trattative «per trovare una soluzione, la più rapida possibile: siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri».
LE REAZIONI
Intanto, il Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà, Mauro Palma, dopo avere chiesto informazioni sullo stato dei migranti ha informato le alte cariche dello Stato sugli aspetti «di rilevanza umanitaria» dei profughi «in permanenza forzata» sulla Diciotti. «La situazione è grave e insostenibile», ha invece scritto in un tweet l'ex presidente del Senato, Piero Grasso. Mentre Ida Di Benedetto, portavoce di Save The Children, denuncia: «Siamo di fronte all'ennesima situazione di stallo, dove a pagare sono sempre i più vulnerabili, soprattutto i bambini, e che viola qualsiasi convenzione sui diritti umani». Intanto, la lettera aperta al Capo dello Stato, che vede primo firmatario il deputato di Leu Claudio Fava, ha già raccolto centinaia di firme.