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Pescara, 24/07/2024
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Data: 22/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Abruzzo verso le regionali - Data del voto per la Regione duro scontro Febbo-Paolucci

L’AQUILA «Salvaguardare e tutelare l’equilibrio e la tenuta non solo giuridica, ma anche democratica degli assetti politici della Regione». Questa è la sintesi dell’appello che il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo (foto) ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «E’ inderogabile e indifferibile fissare immediatamente la data del rinnovo del Consiglio regionale tra il 25 novembre e il 2 dicembre». «Le norme sono chiare e inequivocabili - ha aggiunto -. Si è arrivati alle dimissioni del presidente D’Alfonso in notevole, ingiustificato e voluto ritardo, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio ha firmato il decreto di scioglimento solo il 16 agosto, quando poteva farlo già il 13 o 14, per poi giustificare la sua pubblicazione sul Bura per domani 22 agosto (oggi, ndr). Questi sono tutti miseri e infimi escamotage per arrivare al 22 dicembre e quindi far slittare le elezioni a marzo». «Non c’era bisogno di quest’ulteriore intervento del consigliere regionale Mauro Febbo – ha replicato Silvio Paolucci del Pd -, per apprezzare lo stile scomposto e rissoso che sempre lo ha accompagnato. La posizione di Forza Italia è davvero vergognosa, oltre che oltraggiosa, rispetto alle istituzioni. È appena il caso di ricordare che Febbo e company sono stati protagonisti nel 2014 dell’allungamento della legislatura, pregando il Governo di emanare un decreto per condurre da 60 a 66 mesi». Altra polemica connessa: ieri la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha attaccato D’Alfonso. «Gli ultimi deliri del Pd al governo della Regione: prima di dimettersi per scegliere la poltrona di senatore, D’Alfonso ha riunito la giunta con un geniale punto all’ordine del giorno: denunciarmi perché ho osato criticare le scelte di Mattarella sulla mancata nomina del Ministro Savona». Pro Meloni il deputato forzista Andrea Delmastro: «Bene ha fatto Giorgia Meloni a reagire con una risata di soverchia commiserazione. Nonsarebbe poi forse un abuso conferire incarico remunerato per atto non tipico della Regione?».

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