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Data: 23/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il ponte va abbattuto «Il pilone 10 più corroso di quello già collassato»

GENOVA Il documento che la prefettura di Genova ha inviato al ministero dei Trasporti, alla Presidenza del Consiglio e al Viminale non lascia spazio ai dubbi. L'altra notte, a mezzanotte e un minuto, ha ricevuto un allarme chiaro dagli esperti della commissione ministeriale guidata dal provveditore Roberto Ferrazza che ha ispezionato i monconi di ponte ancora in piedi dopo la strage del 14 agosto. «Dalle risultanze delle prove di sorveglianza riflettometrica - si legge dei cavi di precompressione degli stralli, è emerso, con riferimento alla pila 10, non interessata direttamente al crollo, uno stato di degrado dei materiali, ovvero una corrosione dei trefoli dei cavi di precompressione primari e secondari, di grado più elevato (4 su una scala di 5) rispetto a quello che era stato considerato nella pila 9 crollata, corrispondente al livello 3».
Immediata, la decisione di convocare d'urgenza, ieri mattina, una riunione del comitato di sicurezza, a cui partecipano anche il comune e tutte le forze di polizia inclusi i vigili del fuoco per parlare di tutela della sicurezza ma anche dell'abbattimento dei piloni 10 e 11.
La prefetto Fiamma Spena è stata molto chiara anche sul futuro di quel che resta del viadotto: «Nel medesimo contesto sono state altresì, esaminate le condizioni per addivenire, nel più breve tempo possibile, con il massimo grado di sicurezza alla demolizione della pila 10, dell'impalcato tampone con la pila 11, ed eventualmente della stessa pila 11», sintetizza. Nella mail allegata, inviata anche in procura, gli esperti ministeriali (nella difficile posizione di essere al contempo oggetto delle verifiche degli inquirenti) spiegano che il calcolo è stato svolto sulla base di dati forniti da Autostrade per l'Italia «di tipo qualitativo, non verificabili oggettivamente su base numerica». Ma in ogni caso non è possibile rischiare.
LE PRESSIONI DI TOTI
La discussione sull'abbattimento si incrocia con quella dei rapporti tra il governo ed Autostrade. I secondi, e in parte la procura, vorrebbero tenere il concessionario fuori da tutti i lavori futuri sul Polcevera, incluso l'abbattimento di quel che resta del viadotto. Il governatore Ligure Toti non la pensa così. Da ieri pomeriggio, preme insistentemente sia sul prefetto sia sul sindaco Marco Bucci e, infine, sul governo perché decidano in tempi rapidi. Accettando di lasciar fare all'attuale gestore della Genova Savona. Bucci per ora frena anche perché, dice, la zona zona rossa attorno al ponte è già sufficientemente larga per evitare pericoli collegati ad un nuovo crollo. «Come struttura commissariale per l'emergenza avremmo potuto intimare: lo faremo, se non avremo riscontri formali entro domani», replica Toti: «Da contatti informali con società Autostrade - aggiunge Toti - sappiamo che stanno rispondendo per fare tutto quanto serve e domani verranno ad illustrarci le modalità tecniche per mettere in sicurezza il manufatto e poi abbattere. Io credo che ci sia la convinzione ormai profonda in tutti noi che prima riusciamo ad abbattere i tronconi, meglio è. Perché ci sono problemi di stabilità statica. Prima si abbattono i monconi si può ripartire con la messa in sicurezza dell'area e si può ricostruire». «L'area sotto è sgombra - ha concluso - il rischio è zero per l'incolumità umana. Ma meglio intervenire pilotando il crollo, piuttosto che debba cadere per ragioni di tenuta statica» ha concluso il presidente di Regione Liguria.

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