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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
I migranti della Diciotti - Scontro Salvini-Fico Sbarcano i minori Aperte tre inchieste. «Sequestro di persona e arresto illegale» I pm di Agrigento puntano sul Viminale

ROMA Lo scontro del settimo giorno non è più solo con Malta e con Bruxelles, ma diventa a tutto campo. «O cambiate Paese o cambiate ministro», dice il leader dell'Interno Matteo Salvini, lanciando un ultimatum in diretta Facebook e rivolgendosi a chiunque non condivida la linea del Viminale, cioè continuare a negare lo sbarco della nave Diciotti della Guardia costiera, attraccata a Catania e con 177 migranti a bordo. Sul caso «Diciotti» indagano tre procure: Agrigento, Catania, Palermo. Una delle inchieste - quella del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio - è per sequestro di persona e arresto illegale. Salvini è critico anche con i pm: «L'indagine è contro ignoti. Allora dico: eccomi, sono qui. Vogliono processarmi o arrestarmi? Facciano pure». E in serata twitta: «Indagate me! Sono io che non voglio che altri clandestini sbarchino».
L'unica apertura che il Viminale concede è sui minorenni. Dopo le sollecitazioni di cittadini, associazioni, Garante e procura dei minori di Catania, i 27 minori presenti vengono autorizzati a scendere, mentre sul molo viene issata bandiera gialla per rischio epidemia. «I bimbi possono scendere, gli altri si attaccano», dice il vicepremier. L'affondo, però, è per il presidente della Camera, Roberto Fico, che poche ore prima ha chiesto lo sbarco dei naufraghi: «Tu fai il presidente dalla Camera e io faccio il ministro... Bertinotti, Fini, Boldrini... mi viene il dubbio che la tua non sia una carica fortunata».
Ma Salvini non risparmia nessuno, è certo che la maggioranza degli italiani sia dalla sua parte. Di fronte agli appelli che le opposizioni e le associazioni fanno al capo dello Stato e al premier Giuseppe Conte, è categorico: «Se vogliono intervenire il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio lo facciano, ma non con il mio consenso». Il vicepremier ribadisce che il caso «Diciotti» è un banco di prova per testare la possibilità di accordi con l'Ue: «La soluzione è non fare arrivare più neanche una persona».
I MINORI
Nel tardo pomeriggio arriva l'annuncio che i minori saranno trasferiti in due centri messi a disposizione dal Comune di Catania. A stretto giro, la replica di Fico: «Buona notizia... Per me fare il presidente della Camera significa far sì che lo Stato non rinneghi principi fondamentali e dignità umana».
Nel frattempo, mentre proseguono le trattative l'Ue, lo scontro Roma-La Valletta è sempre più pesante, con il portavoce del governo maltese che respinge l'accusa di Salvini non aver tenuto fede all'impegno di prendere 50 dei migranti del barcone fatto approdare a Pozzallo il 16 luglio. «Non ci avete dato le indicazioni e, in ogni caso, neanche l'Italia si è presa i 50 del gruppo di migranti portato a Malta il 27 giugno dalla Lifeline». La situazione è sempre più tesa. Il premier Conte è irritato - «L'Europa vuole battere un colpo?» -; il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli è dello stesso avviso: «Se non manterranno gli impegni faremo controdeduzioni su altri dossier».
LE PROTESTE
Intanto il Pd va all'attacco: Maurizio Martina vola a Catania e critica il leader del Carroccio chiedendone le dimissioni («Smetti di fare il bullo»). Interviene anche l'ex premier Paolo Gentiloni: «Il ministro degli Interni non è al di sopra della legge». Oggi a bordo della motovedetta arriverà anche una delegazione del Garante per i detenuti. Nel frattempo c'è stato un nuovo salvataggio in mare. Cento persone - insieme a due cadaveri - sono state recuperate da una nave maltese su un barcone in avaria.

«Sequestro di persona e arresto illegale» I pm di Agrigento puntano sul Viminale

ROMA Le ipotesi di reato sono sequestro di persona e arresto illegale. L'inchiesta della procura di Agrigento sul caso «Diciotti» è ancora contro ignoti, ma il dito è puntato contro il Viminale. Ieri gli accertamenti hanno fatto un balzo in avanti, con l'ispezione a bordo della motovedetta della Guardia costiera fatta dal procuratore capo, Luigi Patronaggio, per verificare le condizioni dei 177 migranti soccorsi in acque maltesi ormai una settimana fa. Eventuali responsabilità puntano alla politica che, come spiegano gli inquirenti, deve prendere decisioni che non possono essere in contrasto con la Costituzione, con il codice penale e con le norme internazionali. «La situazione a bordo è critica. Ci sono diversi casi di scabbia - ha detto Patronaggio scendendo dalla motovedetta - E comunque, in base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i 29 minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare». È l'unica concessione fatta dal Viminale: a fine pomeriggio il ministro Matteo Salvini dice che i bambini a bordo «possono scendere anche subito». Sulla Diciotti, insieme alla Guardia costiera - che indaga sul caso con la Squadra mobile di Agrigento - il procuratore ha sentito mediatori culturali e testimoni. È stato ascoltato anche un medico, che sta monitorando le condizioni dei profughi.
Le valutazioni sanitarie saranno fondamentali per stabilire se il sequestro di persona sia effettivamente configurabile e per capire se la permanenza a bordo dei naufraghi sia o meno legittima. Se dovessero emergere responsabilità, la competenza passerebbe al Tribunale dei ministri. «Ci sono valutazioni da fare attentamente sull'ipotesi di privazione della libertà personale. È una situazione - ha aggiunto il procuratore - di potenziale illegittimità che stiamo valutando».
IL FAVOREGGIAMENTO
Non si tratta dell'unico fascicolo sul caso «Diciotti»: c'è anche una seconda inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aperta sempre ad Agrigento, ma che per competenza potrebbe venire accorpato all'indagine già avviata dalla procura di Palermo in cui si ipotizza l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani.
Al centro degli accertamenti, le testimonianze di 13 naufraghi fatti sbarcare a Lampedusa e Porto Empedocle per motivi sanitari e ricoverati in ospedale. Ascoltati dalla Squadra mobile, hanno raccontato di essere stati avvicinati nella notte di Ferragosto da un'imbarcazione e da due gommoni, mentre erano in viaggio. Le persone a bordo avrebbero detto loro di essere maltesi, di non avere intenzione di soccorrerli, ma di essere disposti a indicare la rotta verso Lampedusa. I naufraghi non erano attrezzati per la navigazione: non avevano strumenti adeguati e ad un certo punto il loro barcone avrebbe iniziato ad affondare. In tutta risposta, i maltesi avrebbero invertito la rotta. Non avrebbero nemmeno raccolto un successivo sos, costringendo la nave Diciotti a intervenire. Di fronte alla richiesta di Roma di accogliere i migranti, Malta avrebbe poi risposto con un rifiuto netto. Gli inquirenti vogliono capire se a traghettare i naufraghi sia stata un'organizzazione di scafisti.
Sulla vicenda anche la procura di Catania sta facendo accertamenti. Sul caso Diciotti, infatti, si pongono intricate questioni di competenza territoriale per le indagini. La nave, prima di raggiungere il porto di Catania per l'attracco, ha sostato per giorni nei pressi di Lampedusa - da qui l'inchiesta aperta da Agrigento -, dove sono stati fatti scendere i 13 migranti bisognosi di cure. Poi, si è diretta verso il porto di Pozzallo. Alla fine, su autorizzazione del ministro alle Infrastrutture, c'è stato l'attracco a Catania, dove la motovedetta attende ancora l'autorizzazione allo sbarco.

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